Anche se non ci siamo mai visti di persona, sono certo nel dire che per me Alessandro Vizzino è un amico. Negli ultimi due anni, io e Alessandro, abbiamo comunicato unicamente attraverso la scrittura, usando quindi il mezzo espressivo che più amiamo, ossia quello che ci trasporta più lontano.
Chi è Alessandro Vizzino? Alessandro è un creativo che ha una grande determinazione, è un vulcano che non si stanca mai di eruttare.
A seguire ti riporto l’intervista che gli ho fatto all’inizio del 2012. In questi ultimi mesi, oltre ad aver già scritto un altro romanzo, Alessandro è anche diventato editore creando Edizioni Drawup. Nel frattempo lavora 8 ore al giorno come webmaster. Scusa se è poco.
Ho ritenuto opportuno oggi pubblicare la sua intervista, perché ieri, 22 settembre 2012, Alessandro ha scritto il seguente messaggio che mi ha commosso, dopo la vittoria con il suo romanzo “SIN” al concorso letterario internazionale di “Il saggio – Città di Eboli” (il messaggio è stato pubblicato all’interno del gruppo dei corsisti al mio Bestseller Course).
Alessandro, un paio di mesi fa (sono sicuro che lui non si arrabbierà se ora svelo questo segreto perché é uno che come me ama essere autentico), mi scrisse una email in cui era scoraggiato perché “SIN” non stava vendendo come aveva pianificato prima del lancio.
Io gli risposi che, secondo me, viste già le ottime recensioni che stava ricevendo “SIN”, bisognava focalizzare di più le energie sulla promozione. E’ difficile promuovere con efficacia un libro se nel frattempo si lavora tutto il giorno per lo stipendio che serve per vivere, si deve curare una famiglia, si scrive un altro romanzo e in più si diventa pure editore… Ero convinto che questo fosse il miglior consiglio che avrei potuto dare in quel frangente ad Alessandro: puntare dritto al suo obiettivo di vendita usando il massimo delle sue risorse ed eliminando tutte le altre distrazioni (un po’ come descritto nel mio ultimo post sulla storiella di Briatore).
Tuttavia, oggi, credo che Alessandro abbia fatto tutto bene, perché lui sapeva una cosa che nessun altro aveva ancora intuito, ossia che “SIN” è un romanzo dal valore intrinseco eccezionale, aldilà di ogni strategia di marketing. Quindi, nell’attesa che SIN avesse ottenuto i riconoscimenti che oggettivamente merita, Alessandro ha scritto un altro libro ed è diventato editore.
Ieri, 22 settembre 2012, SIN è stato eletto il miglior romanzo (tra circa 300 selezionati) a un concorso internazionale di letteratura, e questo è un mattone enorme che Alessandro ha messo per la costruzione del suo sogno, che sta prendendo una forma sempre più reale.
E Alessandro ci ha dato una grande lezione. A me, per primo.
L’INTERVISTA
1) Spiegaci in poche parole chi sei, cosa ami fare e qual è il ruolo della scrittura nella tua vita
Mi chiamo Alessandro Vizzino, ho 40 anni compiuti da poco e un bellissimo bambino di 7 anni da far crescere nel migliore dei modi. La mia professione attuale è progettare, costruire e gestire siti web. Amo tutto ciò che è espressione e arte, in particolare la letteratura. La scrittura per me, sin dai tempi del primo liceo, è stata un’esigenza, un vero bisogno fisiologico, che ho sempre avvertito per soddisfare quella brama di comunicazione che forse, a quel tempo, non riuscivo a concretizzare in altri modi. E’ sempre rimasta una passione unica, un amore sconfinato, fino al giorno in cui ho deciso (avendone finalmente tempo e possibilità) di tramutarla in un impegno dal carattere professionale. E così, dopo un paio d’anni di duro lavoro, è stato partorito “SIN”.
2) Qual è stato il percorso che ti ha permesso di pubblicare il tuo libro?
Avendo scritto molto e mai pubblicato, un paio di anni fa ho ripreso vecchie storie e vecchi stralci, assemblandoli in quattro e quattr’otto in una raccolta dal titolo “Spettri”, auto-pubblicata su ilmiolibro.it Doveva essere un esperimento e così è stato. Grazie a quest’esperienza ho indagato il settore editoriale, mi sono fatto amicizie e conoscenze specifiche e importanti. In definitiva, mi sono fatto le ossa. Poi, sempre per aver scritto e letto tanto, ho cercato di capire, dal punto di vista espressivo, cosa il mercato editoriale richiedesse. In questo modo, affinando conoscenze tecniche e settoriali e modellando il mio stile narrativo, usando gli errori del passato come elemento di miglioria e perfezionamento per il futuro, mi sono messo al Pc con “SIN” nella testa. E alla fine “SIN” è arrivato, dopo 640 pagine, mille revisioni, un secchio pieno zeppo di sudore e un miliardo di sigarette fumate e spente.
3) Hai esperienza di scrittura di un blog?
Come detto, ho esperienza nella gestione di website in generale. Come blogger ho iniziato da poco, solo successivamente alla pubblicazione di “SIN”. Considerando che le caratteristiche di un buon blogger devono essere competenza tecnica del mezzo informatico e buona capacità espressiva, devo confessare che il ruolo mi diverte e mi fornisce tanti elementi di soddisfazione. Per quanto la strada da percorrere sia ancora tantissima.
4) Stai pensando a un futuro in cui la scrittura diventerà sempre più importante per te oppure la scrittura sta solo occupando una parentesi temporanea della tua vita?
Se dipendesse soltanto da me, vivrei certamente di sola scrittura. Ma arrivare a questo non è per niente semplice, tutt’altro. Servono alcune cose che ritengo di avere e una che spero di ricevere: quelle che ho sono convinzione, caparbietà e un’opera di alto livello narrativo in mano, mentre ciò che spero di ricevere è una buona dosa di buona sorte, che è sempre indispensabile e non sempre è determinata da noi stessi.
5) Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato (e che stai incontrando) nella promozione del tuo libro?
La poca propensione delle persone a leggere, a investire soldi (per quanto pochi) su un libro. A maggior ragione se non sei ancora nessuno. Spesso ti senti un muto che grida nel deserto, con in mano dell’oro che nessuno vuole, neppure se regalato.
6) Stai pensando in futuro di auto-pubblicarti sfruttando le nuove piattaforme per il self-publishing come ad es. Amazon?
In questo senso, come detto, io ho fatto il percorso al contrario. Mi sono svezzato con l’auto-pubblicazione, per poi passare a un Editore tradizionalmente inteso, una volta compiuta la mia opera migliore. Ciò mi ha dato dei benefici, primo tra tutti un prezzo di copertina di 14,00 € (a fronte di un’ottima qualità tipografica) che, visto il peso del mio romanzo (640 pagg.), con il self-pubblishing non avrei mai raggiunto.
7) Quanto è importante secondo te la promozione per il successo di un libro?
Quando, come me, non sei nessuno e la tua firma conta come una carta sporca, è semplicemente fondamentale. Senza promozione (una buona e mirata promozione) il tuo romanzo rimarrà per sempre nel cassetto, mero testamento per i tuoi nipoti o combustibile da camino.
8) Quali sono i tuoi progetti letterari futuri ed eventualmente stai pensando a nuove tecniche promozionali degli stessi?
Al momento voglio pensare solamente a “SIN”. Se “SIN” andrà bene, è già nella mia testa e nei miei cassetti il prossimo romanzo, anzi i miei prossimi due (il seguito di “SIN” e un romanzo storico ambientato in Germania durante il periodo nazional-socialista). Altrimenti continuerò a scrivere, il bisogno non cesserà mai di esistere, ma lo farò solo per me stesso. Al di là di chi sostiene tesi differenti, io ritengo che scrivere sapendo di esser letto (scrivere per i lettori) e scrivere per se stessi non costituiscano la stessa cosa. Il primo impegno richiede tante attenzioni maggiori e si deve modellare il proprio gusto intorno a quello del pubblico. Nel secondo caso puoi scrivere quello che vuoi e come lo vuoi. Non è quindi esattamente la stessa cosa: è l’esatta differenza che passa tra un’attività fatta a livello professionale e un semplice hobby.
Che ne pensi della grande tenacia di Alessandro? Scrivi pure ogni tua osservazione come commento sotto, che riceverai pronta risposta da me e/o da Alessandro.
Cosa ne penso della tenacia di Alessandro?
Che è una caratteristica difficile da riscontrare, con questa qualità ed intensità.
Che a volte questa tenacia fa sì che Alessandro nel come si pone nelle discussioni o nel presentare sé e la sua opera sembri sconfinare nella presunzione, ma che visti i risultati è probabile che sia solamente l’espressione della coscienza delle proprie capacità, unita ad una buona dose di ambizione (nel senso buono del termine).
Non è una critica eh?! (non mi permetterei mai, specialmente senza aver letto il suo libro!), per cui la spiego meglio facendo un esempio…
Io non mi arrabbierei mai se un mio libro ricevesse un premio, anche se non il più ambito, come mi pare di ricordare una volta Alessandro abbia fatto… e non riuscirei mai a definire qualcosa scritto da me come “un’opera di alto livello narrativo in mano”, come lui fa proprio nell’intervista qui sopra.
Carattere, certamente, da un lato… ma anche probabilmente differenza oggettiva nel valore di ciò che si scrive, e nella convinzione dello stesso.
In questo senso credo la sua caparbietà e convinzione possano essere una carta vincente. Così come del resto lo è di sicuro lo scrivere con “target” il lettore, come è giusto che uno scrittore professionista faccia, mediando tra la propria vena creativa-stile letterario e le aspettative-desideri del potenziale lettore.
Tutte cose che Alessandro indubbiamente possiede e “pratica” attraverso la sua scrittura e l’attività letteraria a più ampio respiro che ha iniziato anche attraverso la creazione di una nuova Casa Editrice.
Tutta la mia stima dunque, anche se personalmente mi sento abbastanza “lontano” da questo approccio, perchè fino ad ora attraverso la scrittura ho probabilmente affinato più la mia capacità introspettiva che non il reale dialogo con il lettore.
Questa non me l’aspettavo proprio, Ema! Me la sono ritrovata così, tra capo e collo, tra un’email importante e una notifica di Facebook, e ti scrivo con gli occhi ancora lucidi di commozione. Sai che lo dico senza retorica alcuna, è la verità. Commosso della tua amicizia, di cui mi onoro ogni giorno, commosso dell’affetto che questo Premio ha suscitato fra tanti amici, commosso soprattutto nel rileggere un percorso che, per quanto noto, non avevo mai messo a fuoco in maniera così omogenea e chiara, prima di questa splendida pagina. E’ passato un anno o poco più, eppure sembra piacevolmente un secolo, per quante emozioni ed esperienze abbiamo vissuto e spesso condiviso. Io non ho nulla da insegnare a nessuno e di sicuro, nel bilancio dare/avere con te e con gli amici di BSC, ho ricevuto molto più di ciò che sono stato in grado di dare. Ma sentire intorno la vostra vicinanza, in questi due giorni più concreta che mai, è il premio migliore che mi potessi attendere. Non lo so se ho posto le basi di qualcosa o meno, ciò di cui sono certo, tuttavia, è che rileggere quell’intervista dopo tanti mesi e a fronte di tante recenti novità, insieme alla tua frase finale, mi ha fatto pensare, per l’ennesima volta, di aver intrepreso il tragitto più giusto e coerente con me stesso. Ale. :-)
Grazie Ale, grazie davvero di quello che hai scritto. Sono consapevole di pormi talvolta in modo sbagliato, quanto meno di darne la sensazione. Se ciò accade, anche contro la mia volontà, è perché ho sempre ritenuto modestia e presunzione due lati della stessa identica medaglia. Provo a spiegarmi meglio, senza la pretesa di essere compreso. Falsa modestia a parte, che trovo la maggior espressione d’ipocrisia becera, mi ritengo una persona conscia dei propri limiti e, allo stesso tempo, di ciò che di buono può esprimere. Se espongo i miei limiti non sono modesto, sono semplicemente onesto. Allo stesso modo se rimarco le doti che presumo di avere. Non credo che la modestia debba essere sinonimo di sottovalutazione delle proprie possibilità, e mi dispiace di non averti mai mostrato il mio lato più “umile” o “umano”, il meno convinto, quello che spero gli amici intimi conoscano e con cui lotto, purtroppo, ogni volta che mi alzo dal letto. Ma non amo fare della modestia “presunta, quella costruita ad arte e a tutti i costi, il mio specchio per le allodole, la mia tela del ragno. Di falsi modesti ne ho conosciuti fin troppi, mi bastano loro. :-)
Grazie Alessandro per il tuo ottimo commento e complimenti per il tuo sito (http://www.comeaquiloni.com/) che ho visitato, veramente fruibile, compatto ed esaustivo come piace a me :-)
a presto!
Ciao Alessandro, anche se questo post non avrà tanti like o commenti come gli altri, io e te sappiamo che vale più di tutti gli altri articoli di ScrittoreVincente.
Perché io e te sappiamo che ci stiamo provando sul serio, con tutte le nostre forze e tutti i nostri limiti.
Non so se riusciremo ad arrivare dove stiamo puntando, in alto come i nostri sogni disegnano, ma sicuramente sapremo, tra un pò di anni, di aver dato il massimo e nessun rimorso farà parte di noi, nessun rimpianto, ma solo la consapevolezza di aver fatto il possibile.
ti abbraccio
A Giugno di quest’anno ho iniziato il mio percorso con la DrawUp editori,ho conosciuto Alessandro telefonicamente ma mi è bastato per capire che persona seria e grintosa sia.
Il successo di Sin è solo lo specchio di ciò che lui è!
Bravo Alessandro!
http://www.edizionidrawup.it/bookstore/niente-di-magico-tranne-l-amore-di-giada-del-greco-06/
Grazie Giada, tu sei una persona che sa farsi voler bene, tanto bene, anche in pochi scambi di parole. Oltre questo, sei una gran brava scrittrice, e questo mi sembra sia abbastanza importante! Il percorso è duro, durissimo, ma come dice Emanuele la cosa principale è puntare in alto senza crederci mai troppo, in maniera tale che il botto finale sia meno violento, ma sempre con la consapevolezza che si è fatto tutto il possibile e anche qualcosa in più! ;-)
una bella notizia è sempre un grande regalo!
Chi ama scrivere e segue questo portale per gli autori, non può che essere felice per Alessandro e incoraggiato.
Non è poco, Grazie!
Personalmente poi, è una fase un po’ dura. E i risultati felici sono boccate d’ossigeno.
Condivido la Tenacia e la passione di Alessandro. Sono sicura che verra’ premiato per il suo capolavoro e verra premiato proprio dai suoi lettori. Il suo amore incondizioato per la scrittura e la letteratura traspare da ogni sua attivita in modo umile e semplice. Sono affascinata e incantata dalla sua personalita vincente e la caparbieta’ con cui e’ riuscito a realizzare i suoi idealii fa riflettere. Da autrice che si affaccia solo ora all’editoria vorrei imparare da lui, da buona ed esigente lettrice trovo che Alessandro sia un uomo di talento il suo stile originale mi ha conquistato. Complimenti sono entusiasta di aver intrapreso con Draw Up e sopratutto con te il mio percorso.
Complimenti Alessandro, per il premio, per le tue qualità e per i complimenti che meriti. Ci sono cose che non si possono spiegare, una di queste è l’alchimia che riesci a generare nei rapporti. Ti conosco da poco, ma sono molto contento di essere in DrawUp, non importa quanto può essere dura la strada, che ci piaccia o no è l’unica che siamo in grado di percorrere. Scrivere è il volo dell’anima, non è cosa ne verrà, è forse l’automobilina rotta con cui qualcuno giocava da bambino, senza accorgersi di quanto fosse malandata. Ed è la possibilità di farla sembrare un’auto fantastica, di cui un giorno tutti si innamoreranno, ma sarà sempre la nostra vecchia automobilina rotta.
Grazie Alessandro Vizzino.
http://www.edizionidrawup.it/bookstore/seymour-loyd-la-clessidra-del-diavolo-di-marius-j-a-lotsgolds-07/
Ognuno di noi porta dentro un’algida visione, ognuno spera che possa accadere che chi merita venga premiato, che ogni sforzo venga appagato, che chi spera con tutto l’ardore venga esaudito. Che ci sia un angolo nel mondo dove le cose accadano perché regolate dall’equilibrio di sani principi, dal candore dell’onestà e dalla forza delle passioni. Bene, oggi ci sono stato in quest’angolo meraviglioso, non capita spesso, ma oggi, grazie ad Alessandro Vizzino, ci sto!
Grazie Walter. Sappiamo bene come ogni periodo riuscito si alterni costantemente a fasi più dure, talvolta molto dure. E’ un viatico comune a tutti noi, uno scotto da pagare, volenti o nolenti.
Grazie mille, Francesca, delle bellissime parole. Ho scoperto anch’io in te una persona sicura e determinata, il tuo romanzo vale tanto e tu lo sai, percorriamo insieme un cammino che ci darà da penare, sicuramente, ma ci offrirà, allo stesso tempo, anche tantissime soddisfazioni, tutte quelle che tu meriti. Da un Mr. Writer e Mrs. Writer… :-)
Ciao Mario. Innanzitutto ti ringrazio dei complimenti, che fanno sempre molto piacere. Ciò che tu hai scritto in questo post, oltre che bellissimo, rappresenta a mio avviso l’assoluta verità delle cose. Dura o non dura, questa è la strada che siamo condannati a percorrere, a cui ci siamo piacevolmente condannati da soli. Scrivere non è cosa ne verrà. Mi limito a citare queste due realtà incontestabili, e con la mia macchinina rotta che sembra una Ferrari continuo con voi in questo tragitto. Un itinerario che talvolta è erto e scosceso, è vero, ma che all’improvviso ti apre orizzonti di meravigliosa poesia. Non parlo di vendite o di premi, per quanto mi riguarda, ma dell’affetto e della solidarietà che senti intorno, di quella splendida famiglia che, in maniera del tutto naturale, seguendo le nostre reciproche alchimie (ti cito di nuovo), sta venendo su in DrawUp, in maniera ogni giorno più sentita.
Ciro Pinto, straordinario scrittore e carissimo amico che non ho timore di sentire e definire un fratello maggiore. So bene cosa significhi questo tuo post. Lo so quanto te. In questa grande famiglia che si sta creando, con te, con Ema, con tutti gli autori DrawUp, con gli splendidi amici DSB, tutti ci facciamo il mazzo, tutti sudiamo ogni giorno, niente ci verrà regalato, perché nessuno di noi ha santi in paradiso. Per questo sto bene qui dentro, con voi, in questa scatola magica talvolta virtuale e altre volte, per fortuna, molto umana e tangibile. Nessuno di noi riceverà facili sponsorizzazioni, magari da politica o clero (sono divisibili le due entità?), ognuno di noi dovrà farsi strada in un percorso puramente meritocratico e, per questo, assai difficile, in questa nazione più che mai. Ma in questa famiglia allargata la qualità c’è e ce n’è tanta, sarà l’unico mezzo che abbiamo, è vero, ma certamente il più potente e, permettimelo, il più dignitoso. Lasciamo i miliardi alle 50 sfumature multicolori (strano, altro caso editoriale venuto dall’estero…), e restiamo sulla nostra pretesa, magari utopia, di far buona letteratura. Anche se fosse per sempre letteratura da scantinato…
Gli amici splendidi erano BSC… perdonate il lapsus freudiano. :-)
:-)
Vedere un piccolo diventare grande grazie alla tenacia e alla perseveranza è un motivo in più per darsi da fare. Tu Alessandro, sei un esempio di caparbietà e bravura. Non per niente hai scelto personalmente i libri da pubblicare nella tua casa editrice. Questo premio ti era dovuto, oltre che per l’ottimo romanzo che hai scritto, anche per essere riuscito a diventare quello che sei senza l’appoggio di grosse case editrici. Mi hai fatto capire che se una persona vale, deve assolutamente farlo scoprire anche gli altri, perché nulla è dovuto.
Il tuo romanzo non è altro che il riflesso del tuo lavoro anche come editore. Complimenti vivissimi e attento! Prima o poi anch’io scriverò qualcosa all’altezza di SIN, e se non ci riuscirò, almeno ci avrò provato! Bisogna sempre prendere spunto dai migliori, o no?
Grazie Alessandro Vizzino.
http://www.edizionidrawup.it/bookstore/verita-oscura-di-simone-pavanelli-04/
Ciao Simone, grazie mille. Io non so se merito davvero le vostre belle parole. Ciò che so è che voglio andare avanti sulla mia strada, che ormai è la nostra strada, a testa ancora più bassa. Poi, chi vivrà vedrà. :-)
Forza Walter, non mollare che c’è sempre l’alba dopo la notte ;-)
Ciao Francesca, il segreto di avere la forza di sacrificarsi è proprio la passione per ciò che si fa.
In bocca al lupo Giada per questa nuova avventura che hai iniziato!
Ciao Mario, io e Alessandro sogniamo di trasformare l’automobilina in Ferrari, vuoi fare il viaggio con noi? ;-)
E’ vero Ciro, è questa meritocrazia che si percepisce che dà speranza. In fondo non è tutto marcio come ci dicono.
Ciao Simone, è proprio copiando chi ottiene risultati che si percorre la strada più breve per il successo.
Sono già al mio posto :-)
Innanzitutto ti faccio i miei più sentiti complimenti, per il premio che hai vinto! Nel mio piccolo, posso dirti che mi son già sentita una sorta di eroina nell’aver trovato il coraggio di pubblicare la mia opera, di mettere il mio cuore e la mia fantasia in mano a gente che potrebbe disprezzarla.
Quindi non immagino come mi sarei sentita io a ricevere tali apprezzamenti!
La cosa che più mi ha colpito rendendo pubblico “Anatema” è stato accorgermi che in realtà, per quanto la gente possa leggere, o analizzare un tuo romanzo, quest’ultimo resta solo e soltanto tuo. Chi non ti conosce non saprà mai quanto c’è dell’autore lì dentro, o quanto sia stato appreso conoscendo altre persone. E’ questo secondo me il legame tra lo scrivere per sé e lo scrivere per glia altri.
Ti auguro con tutto il cuore che la promozione e vendita di “Sin” vada alla grande e che tu possa continuare a scrivere per la gente che ama ancora sfogliare un libro, per i tuoi amici, per i tuoi parenti ma soprattutto per te stesso.
Perché non credo ci sia soddisfazione più grande di vedere pagine piene di noi stessi.
Grazie per averci fatto conoscere la tua esperienza e grazie per la possibilità che hai deciso di darmi, includendomi nel tuo progetto editoriale :)
Jessica.
Sono io che ringrazio te, Jessica, delle belle parole e del progetto, ormai condiviso, di “Anatema”. Le domande che poni sono mirate e aprono la strada a discussioni infinite. 1) Di chi è un libro una volta che è stato reso pubblico? 2) Scrivere per se stessi o per il lettore? Io ritengo che in entrambi i casi la verità stia nel mezzo. In merito al punto 1, non sono convinto che un romanzo rimanga sempre e solo dell’autore, anzi credo che nel momento in cui decidiamo di renderlo disponibile a tutti abbiamo già accettato la possibilità (oltretutto bellissima) che ogni lettore copra gli spazi d’ombra di un romanzo con la propria fantasia e interpretazione personale. Perché è bene che un romanzo abbia spazi d’ombra, finestre lasciate socchiuse per permettere a chi legge di muovere la propria creatività interpretativa. Allo stesso tempo, come spesso mi è capitato di sentir dire, non è del tutto vero che un libro, una volta pubblico, diventa di tutti coloro che vogliono farlo proprio. Il padre (o madre) del romanzo rimane colui/colei che lo ha generato, un po’ come un figlio che cresce in mezzo a nuovi affetti e nuove compagnie ma che mai dimentica chi lo ha messo al mondo. Anche in relazione alla seconda questione penso che grigio sia meglio di bianco o nero. Scrivere per se stessi, in linea con le proprie propensioni e sensazioni, è certamente importante. Ma altrettanto importante, credo, è non perdere mai di vista cosa il pubblico vuole e compra, in maniera da strutturare l’opera secondo un cocktail equamente distribuito tra ciò che voglio e ciò che devo. Almeno per gli autori che desiderano un percorso professionale che vada al di là di quattro amici e parenti come lettori, se si ha una buona opera tra le mani per cui poter puntare a questo. E ritengo sia il tuo caso… :-)
Aggiungo un’ultima impressione personale: spesso si conosce meglio una persona leggendola, che attraverso mille scampagnate o chiacchierate. Proprio perché, come hai detto tu, Jessica, dentro ogni libro c’è una grande fetta d’animo di colui/colei che l’ha scritto. I tuoi lettori sanno di te, se le hanno sapute osservare, molte molte più cose di quanto si possa pensare… :-)
Grazie ancora per la risposta. Sono d’accordo con te, in quanto parlando con chi ha già letto “Anatema”, ho visto che quella che ho creato è ormai una realtà condivisa. E indubbiamente è una bellissima sensazione, che spazza via ogni ombra di paura rimasta dalla pubblicazione. Non ti nascondo, però che ho provato piacere quando, rileggendo il mio romanzo per revisionarlo, ho riscoperto tanto di me e della mia persona che nel tempo trascorso dalla sua nascita ad oggi, avevo inspiegabilmente dimenticato.
Per concludere, mi emoziona soltanto il pensiero che qualcuno possa aver sognato, o possa sognare in futuro, prendendo spunto dalle pagine del mio libro :)
Grazie Jessica per il tuo prezioso contributo. Condivido con te che scrivere sia terapeutico, oltre ad essere l’espressione principe del nostro essere ;-)
Ho conosciuto Alessandro di persona nel corso di un altro evento in cui si è visto premiare SIN, a due passi da casa mia. Mi ricordo ancora la sua frase: “Sono stati così pazzi da darmi un riconoscimento, quindi con moglie e figlio andrò a prendermelo. Ci possiamo incontrare lì”.
La vittoria ad Eboli rappresenta a mio avviso un doppio riconoscimento, sia per Alessandro come scrittore, meritatissimo, sia per Emanuele Properzi e del suo modo di fare marketing pubblicitario.
Mi piace guardare a SIN sia come thriller di alto livello, sia come esempio di “buona promozione”, a cui aspirare. Un modello da raggiungere.
Complimenti Alessandro,
Complimenti Emanuele
Giovanni Garufi Bozza
http://www.edizionidrawup.it/bookstore/selvaggia-di-giovanni-garufi-bozza-03/
Carissimo Giovanni, innanzitutto complimenti per l’infallibile memoria: è passato un po’ di tempo, ma la frase era proprio quella! Ehehehe… Credo che tu abbia sintetizzato in maniera azzeccatissima il ruolo di Emanuele in tutto questo, centrando il faro su di lui. Conoscendoti (ci siamo già visti un paio di volte, al di là di innumerevoli email, post e telefonate), mi sono presto reso conto che arrivi spesso a meta prima di tutti, che comprendi la vera essenza delle cose. Sono certo che Emanuele non abbia creato questa discussione su SV per celebrarmi, non era davvero necessario, bensì per dare il senso della validità di un marketing costante e che segua strategie e programmi precisi, come quelli da lui indicati. Nonostante io sia forse uno “scolaro atipico” e andando oltre l’amicizia e lo splendido rapporto umano con lui, i suoi spunti mi sono serviti certamente per strutturare una giusta programmazione, ma soprattutto per avere la consapevolezza che il traguardo esiste, è un piccolo punto luminoso e lontano, che non si può raggiungere con pochi e semplici passi ma solo attraverso un percorso lungo e paziente, però esiste…
Sono pienamente d’accordo con quanto letto nell’articolo e nei commenti. Sappiamo tutti che purtroppo nel successo di un’opera conta poco la qualità e la validità dei contenuti, mentre risultano fondamentali i fattori pubblicità, distribuzione e segnalazioni da parte dei poteri occulti (leggasi raccomandazioni). Il successo di SIN è l’eccezione che conferma la regola; Alessandro è fra i pochi a essere stato onorato da premi e consensi per una produzione di grande qualità…ma tutto il resto è noia, come ci ha rivelato il buon Califano. Poi esiste anche un problema poco considerato da autori e editori: la difficoltà di catalizzare l’interesse dei lettori italiani. In Italia si legge pochissimo e malissimo. La gente compra pochi libri e quei pochi che acquista sono frutto di passaparola, spesso da parte di altri lettori scadenti, o della necessità di trovare un regalo per il compleanno di un amico. Si legge poco per se stessi e si sceglie male in una giungla dove comandano solo le grandi firme e i grandi marchi editoriali. Anche nel self-publishing ho trovato gravi pecche: ottimo trampolino per cominciare, ma una volta pubblicata l’opera, questa rimane abbandonata nel data base del sito il cui responsabile tenta solo di convincere ogni autore a pubblicizzare se stesso con gli altri autori iscritti. Mi piace molto l’esperienza di Alessandro Vizzino che è passato da una parte all’altra diventando oggi anche un editore tradizionale dopo essere stato autore e auto-editore in self publishing.
Ciao Giovanni, credo che l’emozione per Alessandro sia stata ancora più grande per la presenza della sua famiglia. Mi sono commesso quando ha scritto che suo figlio ha esultato quando hanno sentito premiare il padre. Tutto questo non ha prezzo, come direbbe qualche pubblicitario di carte di credito.
Per il resto il sottoscritto non fa “marketing pubblicitario” ma mi occupo della formazione degli scrittori sul marketing librario attraverso i miei corsi.
A presto!
Ti ringrazio Alessandro per aver come sempre centrato il senso dei miei lavori. E ti ringrazio soprattutto per la tua amicizia.
Ciao Sergio, hai fatto un’analisi molto puntuale del mercato editoriale attuale. Il percorso di Alessandro è veramente completo, da scrittore mediante il self publishing, a scrittore con una casa editrice e nel frattempo web master-marketer professionista.
Ora Alessandro è editore, e gli editori attuali, secondo me, oltre al mercato editoriale, devono anche essere dei profondi conoscitori del web, perché è su internet che si innescano i meccanismi principali del passaparola librario e quindi della vendita di libri,
Sottoscrivo ogni parola della tua analisi, Sergio, oltre a ringraziarti dei complimenti, spero meritati. Non più tardi di ieri sera ho partecipato a una presentazione di Roberta Bruzzone, la criminologa “bonazza” di “Porta a porta” e affini. Nulla da dire sul personaggio, preparata, grintosa, di ottima dialettica, nonché intelligente a cavalcare la scia dell’interesse popolare. Il libro (Mondadori, of course) è “Chi è l’assassino, diario di una criminologa”. Il problema, come dici saggiamente anche tu, è proprio l’interesse popolare. Nel settore editoriale e mediatico la gente segue ormai le mode, le morbosità (Sarah Scazzi e la strage di Erba, i cavoli propri di Ibrahimovic e Del Piero, le 50 sfumature di…). Ovvio che tutto ciò fa pena, che abbassa il livello letterario globale, basti vedere quanti fantasy più o meno vampireschi sono stati scritti da autori più o meno noti dopo il successo della saga di Twlight. Questo però, che ci piaccia o meno, è il mondo con cui dobbiamo confrontarci. Citando Nando (personaggio di SIN, siamo in tema…), ovvero me stesso… “Provare a cambiarlo non sarebbe servito a nulla. Molto meglio imparare a conviverci.” :-)
A quanto pare non solo gli italiani leggono poco e male, come ci suggerisce Sergio. Ieri l’editor di una famosa agenzia letteraria di Milano mi ha confessato che i grandi editori non pubblicano volentieri autori nazionali perché scrivono male. Un giudizio che mi ha fatto male.
Io credo piuttosto che scriviamo troppo, o meglio, in troppi.
L’autopubblicazione che è uno strumento di straordinaria democrazia è anche lo strumento che più di tutti affossa gli autori di vero talento. Prima di riuscire a scovarne uno in mezzo a tanto ciarpame ti passa la voglia di leggere.
Come non essere d’accordo con Rossana? E’ la sacrosanta verità dei fatti. Non è vero che gli italiani scrivono male, forse è esattamente il contrario, ma alla fine è ciò che emerge da questo sistema, dall’eccesso di democrazia editoriale. Probabilmente se ci fosse una selezioni vera, dura ed elitaria di coloro a cui attribuire l’etichetta di “scrittore/scrittrice” io sarei dalla parte degli scartati. Sarebbe comunque meglio di un’intero popolo di scrittori, poeti, politici e avvocati.
Mi ero persa questo post, mi scuso per il ritardo: complimenti!!!!
emanuele…sei un vulcano! Giuro che mi hai fatto conoscere la realtà dello scrittore di oggi… non certo facile. ma varia e molteplice… che offre spazi per tutti, davvero una laboratorio democratico di idee, spunti, possibilità…. leggo sempre con interesse quanto consigli, sempre realisticamente,però, pensdando che E’ PIU’ FACILE SCRIVERE CHE VENDERE LIBRI! ciao e auguri per i tuoi progetti dei quali ci rendi partecipi! Maria Concetta Preta – vibo valentia