Ecco le altre sei risposte di Sartirana che vanno a completare la prima parte dell’intervista già pubblicata nel post 49. Luciano ci ha fornito veramente tanto contenuto utile in questa intervista.

Utile per chi sta per pubblicare un libro. Utile per chi lo ha già pubblicato. Utile per chi aspira a diventare un editore. Utile per gli editori che già pubblicano titoli, scartoffie, file anonimi e capovalori.

Ci ha dato poi un mucchio di idee. Hai mai sentito parlare di un laboratorio di scrittura creativa di testi erotici in un negozio di intimo? Leggi pure questo post ;-)

Non posso quindi che ringraziare sentitamente Luciano Sartirana per il suo contributo preziosissimo al mio sito e ai lettori di ScrittoreVincente.

L’INTERVISTA (SECONDA PARTE)

 

8 – Quali sono i consigli che daresti a uno scrittore che vuol promuovere autonomamente la propria opera?

Innanzitutto, scriverla bene…!
Poi, inviarla comunque a più editori – scegliendo con cura i destinatari, consultando i cataloghi e le collane – e non pensarci più: anche se è difficile essere pubblicati non è impossibile, e se trovi un editore vuol dire che il lavoro grosso poi lo fa lui. Senza contare un fatto fondamentale, cioè che un editore garantisce – con la sua stessa firma e il suo investimento – il fatto che il libro è buono; un autore da solo deve comunque fare più fatica in questo, lo abbiamo già detto, è naturale.
In contemporanea a questo, se vuole promuoversela da solo, è bene si metta a studiare come farlo. Legga qualche testo, gli e-book giusti, consulti i siti come il tuo che parlano appunto di come promuovere un libro. Il marketing editoriale si impara, non è un fatto intuitivo… è un passaggio fondamentale.
Trovo importante darsi dei tempi in tutto questo. Da oggi a quel giorno devi studiare marketing librario, tutti i giorni, con attenzione. E poi partire.
A volte, chi ha una cultura letteraria guarda a tutto ciò con sufficienza. Ed è sbagliato, perché le grandi possibilità che ci dà il web sono tutte a nostro vantaggio (ecco, adesso mi divido in due e faccio anche la parte dello scrittore…!).

9 – Quali sono le tecniche promozionali più efficaci che hai adottato per promuovere i libri del tuo catalogo?


Soprattutto presenza su Facebook, comunicazioni mirate a segmenti delle mie mailing-list, presentazioni pubbliche, e a breve i book-trailer. Va abbastanza bene, ma si può fare sempre di più, in maniera più strutturata e diversificata… per esempio, a partire dal tuo libro sui 109 Segreti, sto sviluppando una pianificazione di eventi e azioni da distribuire nel tempo, delegandone poi la gestione a collaboratori.
Stiamo anche lavorando sull’estensione dell’opera letteraria su altri media: trasformare un romanzo in un corto, uno spettacolo teatrale, una lettura scenica, un percorso didattico-formativo, una video-installazione, un radiodramma… mi piacerebbe molto un videogioco.
E trovo interessantissimo vendere libri in luoghi non abituali, in relazione al contenuto. Scatenando intelligenza e fantasia, naturalmente. Anni fa ho tenuto un laboratorio di scrittura creativa su testi erotici in un negozio di intimo… un successone! Si può fare anche con il libro adatto… per dirtene una.

10 – Reputi che la promozione deve essere un’attività a carico esclusivamente dell’editore oppure anche l’autore deve fare la sua parte?

Qui sono piuttosto all’antica: l’editore faccia il suo mestiere (promuovere e vendere libri) e lo scrittore il suo (scrivere libri). E l’autore ha il compito di fare tutte le cose che l’editore gli dice di fare per far conoscere il libro, quindi le presentazioni pubbliche e cosa dire in esse, le interviste, tenere un blog, partecipare a dibattiti in tv o radio e sui giornali, etc.
Se no il rischio è che l’immagine, l’identità dell’autore e del libro si fatichi a costruirle; le mosse indipendenti dell’uno possono essere poco coerenti o di danno a ciò che fa l’altro, e così via. Naturalmente, l’editore ha il compito di essere aggiornato sul marketing del 2011 e non promuovere un libro come fossimo nel 1971. Ciò che abbiamo detto del marketing editoriale innovativo deve essere suo pane quotidiano.
C’è da dire che l’autore – specialmente se maschio e sotto i trent’anni – è un pessimo soggetto di suo, specialmente se alle prime pubblicazioni: è ansioso, telefona o scrive e-mail di continuo all’editore, pensa sempre che si debba fare altro, si preoccupa del codice Isbn o del costo dello stampatore, chiede di continuo copie omaggio, è pigro sul libro successivo, se la tira alle feste, è invidioso degli autori più affermati di lui… è una palla, per farla breve…
Un po’ sto scherzando… ma un po’ no…!
Ma se si incontrano un editore e un autore intelligenti, curiosi, anticonformisti e con la voglia di fare cose nuove e di imparare, è il massimo… possono essere due farabutti, ma il loro libro volerà. Sempre rispettando i ruoli, che ognuno stia al suo posto.
Diverso è il caso dell’autore che si promuove da solo, perché deve fare tutto lui. La vedo anche più dura, perché un editore giusto ti può suggerire anche le mosse giuste e farti da specchio. Non per nulla, non ricordo se sul tuo libro o nel tuo blog, dici che un autore che conosci e si è promosso da solo ha venduto mille copie, ma che se l’avessi seguito tu sarebbe arrivato a 20.000! Comunque chi – da semplice autore – riesce a scrivere un buon libro e anche a venderlo bene… beh, è un grande, c’è solo da applaudirlo e imparare da lui…!

Edizioni Del Gattaccio su ScrittoreVincente

11 – Tu che sei sceneggiatore e grande esperto di cinema, cosa ne pensi del ruolo del booktrailer nella promozione di un libro?

Credo che siamo ancora nella fase degli esperimenti, che i prodotti siano ancora troppo legnosi e legati a una visione più libresca che comunicativa. Ma ci stiamo evolvendo con velocità, cose buone si iniziano a vedere, specie da parte degli editori che possono permettersi uno sceneggiatore, un regista e un direttore della fotografia decenti.
In linea di massima si può oscillare fra due estremi: il film fatto bene, luce e recitazione e ritmo giusti, il gioiellino che aggiunge valore perché è di fatto una piccola narrazione per immagini; oppure la rincorsa al corto di successo su YouTube, spesso cose ruvide e improvvisate in cucina, ma che vengono viste da milioni di persone… il gatto che fa cose buffe, la ragazza che canta e balla bene, il tizio strano che ne dice quattro sui mali del mondo… forse il book-trailer è ancora in cerca di una sua propria estetica.
Ti dico tutto ciò perché mi occupo appunto anche di film, documentari e spot, perché la commistione fra cinema e letteratura è ancora uno spazio apertissimo, e perché il book-trailer diventerà sempre più importante per far conoscere un libro.
Sono comunque del tutto d’accordo con te quando nel tuo libro dici che un book-trailer, se fatto male (e chi si promuove da sé spesso non ha la competenza per fare qualcosa di buono in questo campo) è una pubblicità a sfavore, un grosso rischio.

12 – Nel mio blog dove inserirò la tua intervista, asserisco che uno scrittore che tenta di affrontare il mercato editoriale attuale (composto da più libri che lettori!), per far emergere la propria opera, deve soddisfare una particolare equazione. L’equazione stabilisce che le stesse energie che sono impiegate per la scrittura dell’opera devono essere dedicate anche alla promozione della stessa, con la stessa cura del metodo sia per la scrittura che per la promozione. Reputi che tale asserzione sia una esagerazione?

No, è corretto. Come ho detto finora, però, un conto è darsi da fare da soli (nel tal caso devi aggiungere un terzo sforzo, quello di studiare marketing editoriale) e un altro suddividere razionalmente lo sforzo con un editore tuo sincero complice.

13 – Quali sono i tuoi progetti culturali futuri ed eventualmente stai pensando a nuove tecniche promozionali da applicare a tali progetti?

Di “Ascolta! Parla Leningrado… Leningrado suona!” (un testo teatrale sull’assedio nazista a quella città, teso come un romanzo thriller) ho già accennato; per la collana Theatrika pubblicherò entro la fine dell’anno altri due libri, di una drammaturga veneziana (Antonella Saccarola) e un attor comico marchigiano (Manolo Magnabosco).
Sto preparando il book-trailer per un romanzo uscito da me in primavera, “Milanconia”, del giovane autore milanese Giuseppe Norbig (http://www.edizionidelgattaccio.it/eg-banner5.html ).
Inizierò le prove di uno spettacolo teatrale – “Calma apparente” – scritto da me e da Gabriella La Rovere, autrice di Roma che vive in Umbria (http://www.edizionidelgattaccio.it/eg-calmaapparente.html ), che dovremmo portare in scena a inizio 2012.
Sto appunto scrivendo un libro mio, che parla di storia del calcio (e già sai troppo…!) e che sarà pronto in autunno.
E naturalmente – come tutti gli editori di questo pianeta – sono sempre in attesa che mi arrivi qualcosa di buono da leggere, pubblicare, promuovere alla grande: http://www.edizionidelgattaccio.it/eg-banner4.html
Su come promuovere tutto ciò, oltre a utilizzare molte delle tecniche on line che la mia esperienza e il tuo libro saggiamente suggerisce, e che applico già (i social network, le pagine apposta, un mio blog, l’agganciarsi a dibattito o eventi web, scrivere su siti di articoli, lo scambio di link, il mio sito che cerco di rendere sempre meno prevedibile, una politica di comunicazione su segmenti di mailing list specifiche… questa stessa intervista…!), vorrei migliorare e potenziare l’aspetto off line attraverso le presentazioni in luoghi inediti (ne vedrete delle belle…!), azioni drammaturgiche improvvisate per strada, un rapporto più esteso con i giornalisti della cultura e i piccoli librai, lasciare una copia nei tanti luoghi di book-crossing ormai presenti a Milano, preparare depliant e cartoline e calendari e magliette che parlino delle Edizioni del Gattaccio.
Fin dal ‘700 gira una frase che dice che vendere libri è una delle cose più difficili che ci siano al mondo, solo Dio sa perché ti ci sei messo… ma ci aggiungo sempre un’altra citazione, del maestro e direttore d’orchestra Daniel Barenboim: spesso è più facile fare le cose impossibili che non quelle difficili!


(home photo by eva101 on Flickr)

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