Luciano Sartirana su ScrittoreVincenteHo intervistato finalmente un editore: Luciano Sartirana di Edizioni Del Gattaccio. Un editore importante e poliedrico. Riusciamo quindi a guardare il fiume dall’altra sponda. E se il fiume è la verità di cui stiamo andando alla ricerca, allora questa verità è ora ancora più vicina. Mi sono preso pure una bella tirata di orecchie da Luciano perché lui dice che è falso che le case editrici non supportano gli autori nella promozione.

Io mi auguro che ci siano sempre più case editrici serie, come sembra essere Edizioni Del Gattaccio, in cui la collaborazione tra autore ed editore è reale e l’editore spinge nella promozione con professionalità. Tuttavia sono le centinaia di autori con cui mi sono confrontato grazie al mio blog a dirmi che le case editrici non li supportano nella promozione.

Credo che a questo punto ciò che emerge è che la ricerca di un editore serio, da parte di uno scrittore, deve essere probabilmente fatta con maggiore pazienza, criterio e determinazione.

Goditi questa prima parte dell’intervista allora, e scrivi pure la tua opinione come commento sotto. Sarà proprio un bel dibattito ;-)

L’INTERVISTA (PRIMA PARTE)


1 – Luciano: spiegaci in poche parole chi sei, cosa ami fare e qual è il ruolo della scrittura nella tua vita

Intanto, ti ringrazio di questa intervista, è sempre una bella occasione per riflettere su ciò che faccio!
Ho 53 anni, sono di Milano, ho una formazione classica e filosofica. Ho avuto la fortuna di attraversare molte esperienze professionali e – mi azzardo a dire – artistiche, anche se la vedo sempre una parola impegnativa: ho scritto sceneggiature e testi drammaturgici; ho curato regie teatrali; ho collaborato a trasmissioni radiofoniche (“Caterpillar” a RadioRai, per esempio); ho realizzato video, film e documentari; ho tenuto corsi e laboratori di Scrittura creativa e Sceneggiatura; ho aperto una casa editrice. Mi piace sia leggere (da Saramago a Dostoëvskij, dalla Nothomb alla Santacroce fino a Calvino, Evangelisti, Gimenéz-Bartlett, Kirino, Simenon, Borges, Pamuk… mai negarsi i grandi autori) che scrivere (ho molte cose nel famoso cassetto, oggi tramutato in chiavetta). Mi piacciono il cinema, il teatro, l’arte contemporanea, i viaggi, la storia, la pizza, il calcio.
La scrittura mi è sempre stata presente… forse anche troppo, perché sono sempre molto esigente sulla qualità, e forse questo mi ha messo eccessivi scrupoli su cosa potessi permettermi di pubblicare. Ma è una grande compagna di vita…! Che da un paio d’anni affronto in due diverse vesti, autore ed editore, con le mie Edizioni del Gattaccio ( www.edizionidelgattaccio.it ).

2 – E’ vero che gran parte delle casi editrici non attua un’accettabile promozione dei libri che pubblica?

Sì e no. Nel tuo libro dici che lo scrittore non è supportato in alcun modo dalle case editrici… non è vero, anche per il semplice fatto che se scelgono di pubblicare un autore e non lo supportano, vanno verso il suicidio e quantomeno buttano dei soldi. Direi che gli editori mettono onestamente in campo tutto ciò che sanno e che possono, che è una cosa diversa
Ma diciamo soprattutto che l’ambito del libro è una cosa tanto complessa (dal punto di vista psicologico, individuale, storico, sociale, culturale, subliminale) che qualsiasi azione di promozione non sarà mai accettabile, sufficiente, perché il sapere scritto e il suo gusto sono una delle cose più inafferrabili e meno comprensibili che esistano. Teniamo anche conto che non siamo il mercato di lingua inglese o spagnola, esteso oltre molti confini… e che il comparto librario italiano tutto insieme fattura meno della sola Barilla. O – detto in altro modo – i lettori forti e su cui contare sono il 7% della popolazione, sì e no quattro milioni o poco più.
Secondo me bisogna poi distinguere fra grandi e piccole case editrici. Le grandi hanno i mezzi per fare conoscere bene un autore, curano l’edizione del libro, lo distribuiscono al meglio, fanno sì che se ne parli sui giornali, organizzano presentazioni, acquistano spazi pubblicitari, fanno piazzare il libro nel punto giusto degli scaffali, ora vendono anche su web. Avendo già in mano gran parte del mercato, non hanno motivi di fare cose ancora diverse, anche se lo studio del Viral Marketing entra sempre di più nelle politiche dei grandi editori; ma non è ancora il loro modo privilegiato per vendere.
I piccoli editori fanno molta più fatica a fare tutto questo, proprio perché sono piccoli, spesso con poco personale e di certo con poco denaro. Sono però i piccoli – io tra questi – ad avere l’esigenza di inventarsi qualcosa di nuovo, ci sono obbligati, se no chiudono. I piccoli creano sempre innovazioni che poi saranno sfruttate meglio dai grandi… sarà crudele ma non è una novità, ne parla già Marx nel “Capitale”, siamo nell’800.
A ulteriore problema c’è quello della distribuzione. La distribuzione nelle librerie su scala nazionale è in mano a poche aziende, che si intascano una bella fetta del prezzo di copertina. Ma si pubblica anche molto, non tutti possono arrivare su uno scaffale di libreria… quasi il 30% dei libri mandati alle librerie non viene neanche tolto dalla scatola…
Possiamo dire che sia i grandi che i piccoli potrebbero fare di più? Sì, decisamente, devono studiare vie nuove e superare impostazioni e metodologie non più utili oggi. Direi specialmente per il web e su book-trailer, perché molte azioni off line che proponi sono pratica comune di ogni editore.
Poi – scusa l’immodestia! – mi permetto di suggerirti una strategia diversa per il tuo lavoro. Nei tuoi testi ho l’impressione che tu stia dalla parte degli scrittori contro gli editori… anche i secondi sono invece interessatissimi a ciò che proponi, te lo assicuro…! Ma se parli male di loro ti fai solo nemici invece che possibili partner e acquirenti.

3 – Quali sono i motivi per cui una casa editrice non investe a sufficienza nella promozione dei propri autori?

Come dicevo prima, nessun editore investirà mai a sufficienza, l’editoria è una rincorsa vana a un orizzonte che si sposta sempre in là… fai un piano marketing perfetto, innovativo, stellare per un libro, che magari va anche bene… poi arrivano le memorie di un tamarro bresciano e misteriosamente ti vende un milione di copie. Non lo puoi spiegare del tutto.
Se una casa editrice sceglie di pubblicare un autore, già solo per questo investe tutto il massimo che può, perché altrimenti non lo pubblicherebbe nemmeno. Il problema è appunto trovare nuove strade, e qui ci vogliono menti anticonformiste e disposte a pensare in modo diverso.

4 – Ti definisci un editore online. Il tuo sito edizionidelgattaccio.it l’ho trovato veramente unico nel suo genere, con ebook gratuiti per scrittori, il tuo catalogo ufficiale, produzioni video, blog, incontri, interviste, hit parade musicali etc… più che un sito classico di una casa editrice mi sembra un portale culturale. E’ tutto ciò una tua strategia di marketing oppure il tuo sito è così in quanto contenitore online delle tue molteplici iniziativi culturali?

È stata una scelta precisa di fondo, quella di intendere l’edizione come edizione di cultura a largo raggio, non solo di libri. Oltre che realizzare documentari o spettacoli teatrali, offriamo anche servizi editoriali, corsi e laboratori.
Il libro resta il nucleo di tutto, ma i corsi o i documentari o il blog non sono solo supporto alla vendita del libro. Io credo che – al di là delle singole azioni di marketing – ciò che deve pubblicamente passare è la tua identità (un concetto molto più profondo e solido di “immagine”), differente e ben precisa: presentarmi in modo simile a un portale culturale vuole affermare un’idea rinascimentale di cultura, dove un sapere narrativo va naturalmente a braccetto con uno musicale o vicino al mondo dei video o del teatro.
E in questa rinascimentalità vi metto anche il mio interesse per le forme di marketing innovativo che il web ci permette di conoscere…

5 – Quali sono le difficoltà che oggigiorno un autore, partendo da un buon libro che ha scritto, deve affrontare per raggiungere delle buone vendite del proprio libro?

La prima è ovvia: chi sei? Chi ti conosce? Non è solo un fatto di mercato, per cui un calciatore di nome può vendere molto con un libro che probabilmente non ha nemmeno scritto lui. Parliamo di credibilità e peso politico… ti faccio un esempio: giusto oggi 8 settembre 2011 va in stampa per una mia collana nuova un testo (“Ascolta! Parla Leningrado… Leningrado suona!”; vedi http://www.edizionidelgattaccio.it dove si può anche prenotare con il “Sostieni”) che produco in collaborazione con uno spazio culturale milanese e la Radio della Svizzera Italiana, visti i legami dell’opera con quell’emittente; il logo dell’uno e dell’altro compariranno in quarta. Un autore da solo e senza un minimo di fama non potrebbe neanche lontanamente bussare alla porta della RTSI (o un altro grosso ente) e ottenere quello che un editore può ottenere.
La seconda è farsi notare da un editore. Gli editori – te lo assicuro – sono seppelliti dai manoscritti di aspiranti autori, non riescono neanche a leggerli… non voglio dare l’impressione di parlare pro domo mea come editore, ma ti assicuro che è una difficoltà reale: se ti arrivano decine di testi al mese non puoi leggerli tutti. Per fortuna, anche solo trenta pagine possono dare l’idea se l’aspirante autore vale almeno una lettura completa.
La terza è trovare un editore serio che ti scelga. Per serio intendo sia onesto (non ti chieda soldi) che capace di pensare anche un metro più in là della media.
La quarta è la selva di trappole che l’aspirante autore trova attorno a sé, soprattutto quelli che appunto si spacciano per editori e sono solo stampatori; gli stampano mille copie facendogliele pagare ben bene e che resteranno in cantina. Da evitare come la scarlattina.
La quinta – ma forse è la prima – è la fretta di finire il libro per correre dietro al marketing. O il suo contrario, il tirarla in lungo tanto nessuno mi corre dietro. Io sto appunto scrivendo un libro: l’idea è nata il 30 gennaio 2011; da allora fino al primo giugno ho raccolto materiali e preso appunti in libertà; quel giorno ho iniziato a scriverlo e finirò il 15 ottobre. Come lo sai? Lo so perché l’ho deciso, e nulla al mondo (o quasi, naturalmente!) mi può far deviare da quella decisione. Trovo questo iter fondamentale, perché poi si arriva spesso a scrivere libri sciatti o che perdono tensione a metà… me ne arrivano tutte le settimane…

6 – Qual è secondo te il presente e il futuro dell’ebook nel mercato editoriale italiano?

Lo vedo bene, perché il presente è in leggero, lento, ma costante movimento verso l’alto. Il futuro può essere ancora positivo perché, eliminando un sacco di costi legati al cartaceo, un piccolo editore con qualche ottimo autore può puntare lontano. Più che alla narrativa penserei però a molta saggistica, e soprattutto alla scolastica: da decenni si lamentano costi e pesi (peso vero, da mettersi sul groppone ogni mattina) dei libri di testo… un lettore digitale con dentro tutti i testi dell’anno, cosa volere di più?
Per molti anni, credo che la narrativa resti però legata al cartaceo. Noi lettori forti siamo rivoluzionari nei libri che scegliamo, ma molto tradizionalisti nel modo di leggere…! Senza contare il piacere di mostrare agli amici la biblioteca di casa: se avessimo tutti e-book, cosa diamine ammirano?

7 – Prima della pubblicazione su cartaceo, tramite internet alcuni autori stanno distribuendo gratuitamente la propria opera in formato digitale: reputi che ciò possa favorire o inficiare le vendite reali del libro, ovvero quelle posteriori alla pubblicazione cartacea?

Sono contrario, soprattutto per una ragione di principio: vedo il rischio di una lenta e sottile svalorizzazione della cultura… perché la birra o un navigatore satellitare devo pagarli e un libro, cioè contenuti importanti e che vengono creati con fatica, no?
Poi… mi ha colpito una ricerca recente: chi scarica film gratis e illegalmente con Emule, in realtà spesso va poi a comprarsi il film o va a vederlo al cinema. Dal gratis all’acquisto, e per scelta… potrebbe farne a meno, lo ha già visto, ma vuole vederlo ancora e con qualità più alta. Il fatto è che un download può regalarti un film con un audio pessimo, quindi il dvd che acquisti è tutto un altro prodotto. Ma un libro gratis è uguale a un libro pagato, il testo non cambia, e una volta letto non credo lo si compri più.
Sono del tutto d’accordo invece a mettere in giro le prime pagine di un libro per incuriosire, magari chiudendo sul più bello… la curiosità si mette in moto come i popcorn nella padella…! Ma se lo offri tutto gratis, questa curiosità sarà solo per il prossimo libro…

Leggi la seconda parte dell’intervista.

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