Eccomi qua dopo la pausa estiva, con un nuovo articolo di ScrittoreVincente!
Come già fatto con Aldo Busi, filobustiere di lunga data che col marketing c’azzecca a modo suo, ma secondo me c’azzecca molto e bene, ho cercato di carpire a Popsophia anche da Federico Moccia i segreti che possono esserti utili, a livello promozionale, per realizzare il tuo sogno di diventare uno scrittore di successo.
Durante una splendida serata di agosto in piazza di Civitanova Alta, col Conero alle spalle, i Sibillini sullo sfondo e le stelle in testa (visitate le Marche che meritano più di quanto immaginate! esterofili che non siete altro…;-)), era mia intenzione porre una domanda a Moccia che ci svelasse come il suo oramai leggendario testo fotocopiato di “Tre metri sopra il cielo” sia diventato uno dei romanzi più venduti in Europa negli ultimi anni.
Quando però Hermas Ercoli, organizzatore di Popsophia, appena Moccia è salito sul palco, gli ha posto esattamente la stessa domanda che gli avrei voluto fare intervenendo dal pubblico, sono rimasto mogio mogio ad ascoltare il racconto di Moccia e una tristezza crescente si è impossessata di me, sino a quando, grazie anche alla mente lucida del mio vicino di sedia, un certo Arpetti scrittore rampante dal marketing facile, ho iniziato a riflettere.
Ho provato tristezza perché dal racconto di Moccia emerge che il fattore C…, ovvero una fortuna smisurata, ha consentito a Moccia di esplodere come caso editoriale quando un produttore ha preso in seria considerazione il suo manoscritto sconosciuto e lo ha così lanciato nell’olimpo mediatico, consentendo così al buon Moccia di diventare un dio dell’editoria. A scapito pure di un testo la cui qualità letteraria è deprecata da critici di ogni sorta.
Così pensavo al corso di autopromozione che sto completando, un lavoro che ho progettato solo ed esclusivamente per fornire lo strumento più utile a chi come te vuol vendere tante copie del proprio libro. Pensavo al corso, che parte poi dal requisito che il testo sia di qualità elevata per promuoverlo così con efficacia. E mi arriva Moccia, che non ha mosso una piuma per fare promozione e tanto più con un testo debole e che mi diventa il numero uno delle vendite. Per un attimo tutta la convinzione che sta alimentando il mio grande lavoro, si è smontata come un burattino investito da un treno. Questione: è debole un testo che attira come una calamita un’intera generazione?
=>>ASCOLTA ORA<<= L’AUDIO DELL’INTERVISTA A MOCCIA (prima parte)
A seguire ti riporto i primi cinque minuti in cui Moccia racconta come da un giorno all’altro il suo primo romanzo sia esploso. Ho notato che l’intervista comincia in un modo in cui potrebbe cominciare l’intervista di ogni autore, che come te, segue ScrittoreVincente:
Avevo pubblicato nel 1992 “Tre metri sopra il cielo” la prima volta dopo averlo mandato a diverse case editrici che però me lo avevano rifiutato…
Se vuoi ricevere i restanti 20 minuti dell’intervista di Moccia, in cui (come mai ho sentito) racconta come ha affrontato il successo e anche le tante critiche ricevute, te la invierò subito all’indirizzo email che compilerai nel seguente modulo:
=>>ASCOLTA ORA<<= L’AUDIO DELL’INTERVISTA A MOCCIA (prima parte)
Io credo che comunque Moccia è partito da un ambiente, e con delle conoscenze (vedi il lavoro che faceva in quel periodo con Frizzi e la Carlucci, oppure il ruolo importante del padre), che comunque possono averlo favorito nella sua esplosione come scrittore culto.
PREGIUDIZIO: Non ho mai letto un suo libro. Non credo che un giorno lo farò e non credo che mi piacerà leggerlo.
Ma dalle tante critiche che ha ricevuto emerge però una verità inconfutabile: Moccia ha iniziato alla lettura centinaia di migliaia di teen ager che poi magari hanno sviluppato la nobile passione della lettura con altri testi più robusti da un punto di vista letterario. E le capitali europee sono invase da lucchetti incastrati… e questo è incredibilmente straordinario, il potere di un libro…
Nel mio corso sull’autopromozione ti svelerò dei trucchi micidiali su come crearti relazioni strategiche e su come creare una “press room” sul tuo sito, che possano innescare sinergie e meccanismi come quelli che hanno permesso a Moccia di sbancare al suo esordio.
Non credo che Moccia sia un esempio da prendere in considerazione per gli scrittori esordienti e sconosciuti che si rivolgono a questo sito per fare marketing, proprio perché Moccia non ne ha mai fatto, prima di diventare famoso.
E’ un autore che ha avuto il fattore C sotto molti aspetti, in combinazione tra loro, e, non per portare sfiga, nessuno di noi avrà la sua stessa fortuna.
Ho ascoltato l’intervista di Moccia. In effetti il suo successo editoriale è stato enorme, nonostante le critiche, tanti giovani l’hanno letto ed ha attirato la generazione dei “non lettori”. L’amore, le vicende dell’adolescenza, hanno coinvolto in modo sorprendente tanti ragazzi. Credo che Federico Moccia abbia avuto molta fortuna, ha giocato bene le sue carte, nel momento giusto
E forse il successo sta scritto nella buona sorte di chi scrive.
Federico Moccia…cosa dire…si potrebbero dire un’infinità di parole, tutto e il contrario di tutto. Soprattutto si può criticare per la banalità dei suoi testi, ma poi lui esce fuori con la frase: Tre metri sopra ilo cielo ha venduto un milione e ottocentomila copie. E allora non ci resta che abbassare la testa e ingoiare amaro. Ingoiare amaro per chi ha velleità letterarie, magari si è fatto un mazzo così scrivendo un bel romanzo colto, ma ahimè non riesce a vendere. Come dice Emanuele, esiste il fattore C e non resta che prenderne atto e sperare che una cosa del genere possa succedere anche a noi.
Comunque, dopo aver comprato il libro, travolto dall’entusiasmo ed essermelo fatto autografare, ho iniziato a leggerlo, bloccandomi quasi subito. Io credo che, se invece di Tre metri sopra il cielo, si fosse intitolato, ” Step ti amo” giusto per riprendere il nome del protagonista, avrebbe venduto mille e ottocento copie, giusto quelle che meriterebbe di vendere, non una in più. Ma questa è solo una mia opinione.
Ciao Chiara
condivido la tua tesi anche se emerge quanto sia importante crearsi delle relazioni importanti da sfruttare per promuovere il libro
Ciao Michela!
Moccia è un caso eclatante, ma in questo sito abbiamo visto tanti autori che hanno costruito il loro successo con la qualità dei loro libri e l’impegno nella promozione. Il successo può essere scritto sì nella fortuna, ma sono convinto che si può costruire ;-)
ti auguro una prontissima guarigione!
ciao a tutti,
intervengo volentieri sul caso “Moccia”. Capita infatti alle presentazioni che te lo chiedano, cosa ne pensi. Be’, sarò franco, per prima cosa mi sono andato a leggere tre metri sopra il cielo, altrimenti non avrei potuto esprimere la mia opinione. sicuramente non diventerà un classico, ma si fa leggere bene, e se ti metti nei panni di una teenager comprendi quanto possa piacere. Quando l’ho incontrato alla fiera di Torino, be’, lui è entrato nella sala e si sentivano le urla delle ragazzine come fosse una rockstar. Tanto di cappello. Può non piacere, ma come dice Emanuele ha spinto un milione e rotti di adolescenti alla lettura… e solo questo è una gran cosa. Non facciamoci offuscare dall’invidia (perchè in cuor nostro faremo volentieri a cambi: meglio pubblicare un romanzetto da un milione e ottocento copie vendute che un capolavoro da 800!), e apprezziamo chi ha successo. Se uno scrittore ha successo non ci toglie niente a noi comuni scrittori da poche centinaia o migliaia di copie… i lettori sono tanti e possono arrivare anche a noi. Il gusto della lettura e contagioso, e chi scrive e cattura lettori inocula un tarlo, il tarlo della lettura. Infatti se scopri il piacere della lettura, piano piano diventi più esigente e ricerchi scritti sempre migliori. Quindi… Moccia fa un grande servizio a tutta la comunità di scrittori e per questo dobbiamo esserne grati. (io per esempio devo il mio piacere della lettura a Wilbur Smith!)
Inoltre il fattore C esiste, come no, esattamente come le conoscenze. Ma non bastano per avere successo.
(Caspita, ho risposto quasi fossi l’agente letterario di Moccia! A volte riesco a sorprendere me stesso! ;o)
Un caro saluto a tutti!
Gianluca
Non lo trovo un grande autore, penso che il fattore C sia stato determinante.
Il Marketing in questo caso non esiste, qui si parla di sola fortuna. Beato lui, speriamo che questa fortuna possa toccare i tanti e bravissimi autori emergenti.
A presto
Gianluca
Ottimo auspicio Gianluca, anche se è come augurare un 6 al Superenalotto…
Grazie Gianluca, hai descritto uno scenario che condivido e estende coerentemente un concetto che avevo già iniziato ad esporre sul post. Molto interessante quando scrivi del “tarlo della lettura”, che più leggi e più sei esigente nelle letture, è vero, capita anche a me (infatti ora sto leggendo il libro sulle barzellete di Totti ;-))
Ho letto ripetutamente nel post e nei commenti la parola “fortuna”, “fattore C”… Io francamente non ci credo molto, sarà perchè non l’ho mai avuta, almeno in maniera sfacciata… scherzi a parte, sono convinto che ogni cosa abbia una spiegazione oggettiva, anche il caso Moccia. Ha toccato l’interesse della massa, ha scritto ciò che la gente (adolescenti in particolare) voleva leggere, abbandonando forse ciò che avrebbe voluto scrivere. Questo è un merito, anche nel caso in cui la cosa gli fosse inconsapevolmente capitata tra le braccia senza un disegno programmatico… d’altronde anche il mio concittadino Pennacchi ha vinto un Premio Strega con un romanzo sciatto e scritto in una lingua che non è sicuramente l’italiano… misteri della “letteratura” e dei Premi nazionali. Però se l’editoria è in fondo un mercato come un’altro, dove ognuno di noi prova a vendere sé stesso, sarà anche il caso di osservare i gusti e le richieste della gente, ciò che il lettore desidera leggere? Io credo di sì… viaggiare esclusivamente nella propria direzione artistica, senza orientarsi su ciò che il pubblico vuole e determina, può rimanere un mero esercizio di stile, fine a sé stesso. Ciao. ;-)
Ragazzi … ragazzi … questo lavorava già in TV , ha gli agganci , i presunti VIPS … ed è il film ad averlo fatto conoscere … ed il film … lo puoi fare solo in un caso , prima di avere avuto successo pieno col tuo libro … LECCANDO ! … LECCANDO ! … PAGANDO ! … PAGANDO ! … e … qualcosaltro … ALTRO ! … ALTRO ! ……………………………………………………………..
Cappito mii avvete ………………
( Scusa Ema … io non credo al superenalotto …. grande fregatura è ……. )
Grazie Alessandro per la tua analisi, come sempre acuta e lucida. Ho letto pochi giorni fa un testo di marketing americano che dice:
Grazie Romy per la tua opinione schietta. E’ successo esattamente questo: film e poi libro, quindi il successo. Infatti ho scritto che prima è salito nell’olimpo mediatico per diventare poi dio dell’editoria. Ma credo che non sapremo mai se la storia che Moccia racconta a tutti sia realmente così, cioè un sensazionale colpo di C oppure un qualche favoritismo molto altolocato.
Romy, c’è una legge di mercato là fuori… non hai successo se non rispondi alle esigenze o ai bisogni, in questo caso, della massa di adolescenti. è offensivo quello che scrivi, per chi ottiene il successo. non condivido.
gianluca
Sana schiettezza, Romy e Emanuele, e in generale tutti.
Come già fatto in precedenza mi permetto un’osservazione meta-contestuale.
C’è bisogno come il pane di persone che pur non giudicando, discernono, senza troppi giri di parole! Anche con un certo sano ottimismo.
C’è bisogno come il pane di schierarci; di crederci e di promuovere modelli e valori di successo alternativi, umanamente sostenibili, che escano fuori dalla logica medievale in cui siamo ancora completamente immersi (potere, controllo, vassallaggio, prostituzione, leccaggio).
magari, certo, un Moccia riesce a comprare villa, casa al centro, barca e quant’altro. Mille benedizioni! Anche perché è un successo Italiano!
Ma onestamente, sostanza?
Bruce Lee, che in quanto a marketing di se stesso fu un genio di enorme successo, però insegnava: “we need emotional content” (abbiamo bisogno di contenuto emozionale)!
Aridatece la sostanza!
Abbiamo
Condivido l’indicazione al 100%, Ema.
Mi piace molto Walter la tua citazione ripresa da Bruce Lee
Penso che se scrivi contenuti capaci di generare forti emozioni, allora il tuo contenuto sarà la forma più potente di marketing che puoi adottare…
Grazie Jonathan, al fattore C, quando comanda, non gli si può far niente!
Woooolter … SEI UN GRANDE ! … non aggiungo altro … e … mi inchino .
grazie, Emanuele, sto cercando di farlo soprattutto per me stesso, avere dei contenuti emozionali…
La frase l’ho trovata su un piccolo video con Bruce lee, un piccolo gioiello di insegnamenti, pochi minuti, in inglese, ma davvero di una purezza unica, se volete vederlo è qui: Lezione sublime di Bruce Lee
Salute&Felicità
Non è facile parlare di uno scrittore che non si conosce molto, nel senso che io personalmente non ho mai letto nulla di lui. Ora non mi è possibile perché ho già dei programmi di lettura che non posso procrastinare ulteriormente, ma in autunno mi procurerò il libro per capire meglio che cosa ha affascinato milioni di lettori, e soprattutto in che modo.
Da quello che è stato detto nell’intervista possiamo almeno intuire un paio di cose che verosimilmente già sapevamo, ma che ora vediamo tradotte nella pratica: la prima è che un libro scritto da un autore esordiente ha la possibilità di farsi conoscere molto bene a dispetto della casa editrice (in questo caso quasi sconosciuta, piccola e pure fallita nel frattempo) perché se il testo è buono e la storia prende alla fine raggiunge un buon numero di consensi. Detto ciò, va da sé il secondo punto, e cioè che, a differenza del best-seller che funziona come un fuoco d’artificio, il nostro libro lo possiamo immaginare in circolazione lenta ma profonda: un bel caminetto acceso che va alimentato bene nel tempo.
Per tutto il resto io sono profondamente convinta che in questo caso editoriale, al di là di quanto venga dichiarato, vi sia stato un cocktail di fortuna e conoscenze nell’ambiente televisivo e cinematografico che hanno aiutato a fare il resto. Per fare un confronto, vi posso dire in tutta sincerità che sono mesi che sto cercando di arrivare a Zucchero, notate bene, solo per fargli avere una copia del libro, niente di che. Ma ci sono muri alti e massicci che fanno rimbalzare indietro ogni tentativo, neppure due amici Dj in due radio diverse hanno potuto darmi un aiuto risolutivo. Sono assolutamente certa che se io lavorassi o frequentassi un certo ambiente mi si sarebbe già aperta da tempo “la porta giusta”. E io mi rifiuto di mandarlo così, allo sbaraglio, senza avere la certezza di chi lo avrà tra le mani. In gioventù ho fatto la segretaria e so bene quante cose vengano archiviate nel cestino della carta straccia senza mai arrivare sulla scrivania del capo super impegnato.
Ho visto il video Walter: strepitoso! c’è più marketing da imparare in questo video che in tanti libri che ho letto. Ho subito pensato alla forza delle parole (mi viene in mente un libro che ho letto sulla comunicazione verbale che si chiama “Sleight of mought”) pronunciate dai… leader, comunicatori eccelsi… basta veramente una frase giusta di una persona giusta, per cambiare radicalmente le motivazioni di ogni essere umano…
Che dire Cinzia, la tua analisi può essere un post a sè stante. Grazie per il tuo prezioso contributo
:-) per carità, semplicemente trovo una bella energia qui, merito di Emanuele e vostro.
SaluteAmore&Felicità
Credo che il fattore C sia molto importante. Ma come si sa non tutti possano disporre di tale fortuna.
Suppongo anche che sia divenuto molto famoso perché il suo romanzo “racconta una storia”.
In fondo anche tu dici che un lettore vuole sentire una storia, una vicenda che lo faccia sentire il più vicino possibile a una vita vissuta. Poi, anche per il fatto che sia divenuto un film… ha il suo plus valore.
Come dice Cinzia ci sono muri enormi da superare.
Io, personalmente, sto tentando di farmi pubblicità su Facebook, stando molto attenta a non abusare del “limite di richieste” alle quali posso accedere, per tentare di far partecipare più persone possibile.
Sto contattando artisti, sto creando il libro anche illustrato… ma questo è soltanto l’inizio… di un’astrusa e pesante salita.
Bisogna soltanto avere caparbietà, testa dura, creare qualcosa che possa scatenare emozioni al lettore, avere fede in se stessi e anche tanto fattore C…
Assolutamente d’accordo con Alessandro Vizzino, stavo per scrivere le stesse cose. L’unica cosa buona del libro di Mocca è il titolo: diretto, bello, sognante, efficace, si ricorda bene.
Per il testo, sono arrivato a pagina 70 e non ce l’ho fatta più… credo sia il libro più brutto e peggio scritto che abbia avuto sotto gli occhi. Come dice Alessandro, si è trovato però subito in sintonia con un certo mondo e un certo settore di società.
Non scandalizziamocene (se è per i numeri, la pornografia fattura molto di più dell’arte contemporanea… gli standardizzati e piatti romanzi Harmony vendono più di un Nobel… una trasmissione dove si litiga è più vista rispetto a una dove si conversa.. ma tutto questo non è sempre vero!), ma continuiamo a capire, interpretare bene la società e individuare a chi rivolgerci scrivendo un libro di qualità; è uno sforzo razionale anche se duro. Neanch’io credo nel fattore C…
Mi pare un’interpretazione banale: i libri puoi anche pubblicarli grazie alle conoscenze, ma non venderne così tanti…! Solo due dati: solo il 22% della gente compra un libro perché ha letto una recensione favorevole (che puoi avere messo sul giornale grazie a conoscenze); e prima del successo Moccia non aveva mai avuto recensioni…
La penso in modo diverso, perché:
1) i libri si comprano PRIMA di leggerli, quindi ignorandone il contenuto, quasi masi su consiglio di una recensione, di conseguenza 1.800.000 persone non potevano sapere se il contenuto sarebbe stato di loro gradimento, me compresa.
2) Il libro è diventato famoso solo DOPO un film che ha avuto come protagonista uno Scamarcio bello e carismatico, in seguito divenuto idolo delle ragazzine, le quali hanno comprato il libro solo per sentirsi più vicine all’attore figo.
3) il mondo è pieno di libri mediocri diventati bestseller grazie a un film famoso, ma non possiamo prenderli ad esempio noi comuni mortali privi di agganci e conoscenze altolocate, perché nessun regista si degnerà mai di prenderci in considerazione dal nulla.
Romy esagera ma ha colto il punto.
In tutte le cose ci vuole fortuna. Anche nascere intelligente, o caparbio, o ricco, o sano è questione di fortuna. E tutto dipende dal fatto che su mezzo miliardo di spermatozoi quello che conteneva i cromosomi giusti sia arrivato una frazione di secondo prima di tutti gli altri… e dipende a sua volta dal fatto che i tuoi genitori, quella sera, abbiano pensato “Che palle, ancora Pippo Baudo in TV! Ma non c’era un altro modo di divertirsi alla sera?”.
A proposito di Moccia, un piccolo aneddoto personale: una recensione al mio libro, apparsa sul sito qlibri http://www.qlibri.it/saggistica/arte-e-spettacolo/ulisse,-nessuno,-filottete/ scritta da una certa Deborah, parrucchiera di Cusano Milanino, riporta questa frase “L’ultimo libro che avevo letto era di Federico Moccia e devo ammettere che questo Marjani è quasi più bravo a scrivere!!!” . Non so se ucciderla o innamorarmi di lei…
Ah Ah! Grande Alberto e bentornato da queste parti. Credo che devi solo innamorarti di questa irresistibile parruchiera di Cusano ;-)
Premesso che non credo al fattore C, così come non credo alla sfortuna…
Il fatto che un libro sia di pessima qualità letteraria non ha nulla a che fare con il successo presso il pubblico. Non sono necessariamente due cose legate. Dipende da varie cose. Ad esempio dal target. Un target di casalinghe di Voghera (non me ne vogliano, è solo un esempio) sarà forse interessato ad un libro che parla di gossip. Il target dei teenager sarà forse interessato a libri che parlano di storie d’amore e via dicendo.
La stessa cosa vale per la musica. Ci sono carrettate di “musicisti” che, a mio modo di vedere, non hanno nulla a che fare con la musica. Eppure sono idolatrati da stuoli di ragazzini e ragazzine.
Detto questo, credo che avere imbastito le giuste relazioni, alla fine conti.
E’ un riassunto significativo il tuo. Ovviamente nessuna discriminazione contro le casalinghe di Voghera ;-)
Bhe devo ammettere che leggo spesso i suoi libri..carini semplici..forse piu di fattore c ..qui c’e’ il fattore..ragazzine..non ci dimentichiamo che molti suoi flibri dopo diventano film con uno stuolo di ragazzine urlanti per lo scamarcio di turno…ecco il mio pensiero
Fattore C??? condivido con “Hotel Ischia”, fattore ragazzine! Poi prendi uno come Scamarcio ed il gioco è fatto! Mi chiedo come gente del genere possa vendere libri del genere, ah già, siamo in Italia.
ma il fenomeno mocia è ancora sentito, o è finita una generazione di nostalgici romantici?????
http://www.dotcycle.it/
Sicuramente è uno scrittore che si sa vendere benissimo, certo a livello letterario sicuramente c’è qualcuno che scrive meglio di lui!
http://www.gingergeneration.it/n/amore-14-diventa-film-1885-n.htm