Quando ho sfiorato inizialmente Alberto Majrani tramite Facebook, non è che onestamente ne fossi così attratto. Superati i preliminari che comunque sono stati precoci, ho potuto finalmente toccarlo con mano su Gmail e così ho cambiato velocemente opinione. Di solito la prima impressione per cambiarla (se ci si riesce) ci vuole una vita.

Si può spaccare un atomo, ma non un pregiudizio

diceva uno scienziato illustre che Majrani sicuramente apprezza, perché poi Majrani l’ho studiato per bene. E Majrani è infatti proprio tramite la scienza che raggiunge l’apice del piacere intellettuale (volevo scrivere orgasmo, per estendere le pessime metafore erotiche con cui ho cominciato questo post, ma te l’ho risparmiato). Ho scoperto quindi che Majrani sta proponendo al mondo editoriale un progetto straordinario per originalità, ambizione e solidità di contenuti.

Majrani nel suo “Chi ha ucciso realmente i Proci? Ulisse, Nessuno, Filottete. Scoperto dopo tremila anni il protagonista nascosto dell’Odissea” (devo ammettere che da un punto di vista del marketing, un titolo del genere non è il massimo ma Alberto nell’intervista seguente ci spiega il suo pensiero in merito) interpreta in una chiave nuova l’Odissea e le vicende di Ulisse, in particolare in relazione al suo ruolo nella strage dei Proci.
Copertina Filottete Majrani
Majrani è un personaggio molto interessante, perennemente affamato di conoscenza, culturalmente poliedrico e ben impostato nelle sue presenze mediatiche. Ironico in modo anche tagliente, carismatico e attendibile nonostante la linea sottile e delicata che calpesta con le sue tesi rivoluzionarie. Inoltre da un punto di vista promozionale (titolo escluso ;-)), ha messo in piedi un sistema ottimo, dove il sito www.Filottete.it funge da approfondimento dei contenuti del libro ed è un ottimo “ponte” per raggiungere le pagine di vendita del libro stesso.

Ti regalo allora questa intervista speciale, e ti confido che ho un presentimento, che secondariamente è anche un auspicio per Alberto. Nella forza del personaggio e nei contenuti dei suoi testi, sono pronto a scommettere che ci siano le basi reali per un successo internazionale. Sono convinto che Alberto ha grandi ambizioni, ed è lecito che lui punti in alto. E’ la sua passione, il suo sogno, è poi preparatissimo… per quale motivo non deve guardare verso il cielo? Credici Alberto che io 100 euro li scommetto su di te.  Abbiamo tutti bisogno di autori con il tuo coraggio. Tra un anno poi faremo i conti.

L’INTERVISTA

1- Alberto: spiegaci in poche parole chi sei, cosa ami fare e qual è il ruolo della scrittura nella tua vita

Mi sono laureato in Scienze Naturali, poi ho sempre lavorato come fotografo e giornalista scientifico e turistico. Dopo la laurea non ho mai smesso di studiare e di allargare i miei orizzonti, sia come piacere personale che per la necessità di scrivere degli articoli che potessero spaziare in tutti i campi, dalla scienza, all’arte, alla storia, alla letteratura.

2- Qual è stato il percorso che ti ha permesso di pubblicare il libro “Chi ha ucciso realmente i Proci? Ulisse, Nessuno, Filottete. Scoperto dopo tremila anni il protagonista nascosto dell’Odissea”

 
L’idea è nata dalla lettura, dieci anni fa, del saggio di Felice Vinci “Omero nel Baltico”. Andando a verificare le ipotesi e le critiche che un libro così rivoluzionario aveva suscitato, ho cominciato a formulare una mia teoria sui poemi omerici, accumulando sempre più materiale e indizi che convergevano tutti nella stessa direzione. Sulle prime ho scritto alcuni articoli sull’argomento, poi mi sono reso conto che gli indizi a favore stavano diventando realmente tanti. Ho sottoposto la mia idea a Giulio Giorello, uno dei maggiori filosofi della scienza italiana, nonché ottimo conoscitore della materia, e quando lui mi ha detto che la mia interpretazione era estremamente realistica e che sarebbe stato disponibile a scriverne la prefazione, ho cominciato a battere sui tasti. Nel corso di un’estate ho scritto tutto il… polpettone, e poi ho iniziato a tampinare gli editori più grossi. Con pochi risultati, purtroppo, forse perché una tesi così spiazzante, ancor più di quella di Vinci, deve essere sembrata a molti troppo strampalata per poter essere pubblicata. O forse anche perché molti dei direttori editoriali hanno avuto un’educazione classica, e non riuscivano ad uscire dal labirinto in cui i loro stessi studi li avevano costretti; o magari erano essi stessi autori di qualche teoria sulla questione omerica, e non volevano essere smentiti! C’è da dire poi che il professor Giorello mi ha chiesto di scrivere una prefazione “mirata”, solo dopo che avessi trovato un editore; richiesta più che legittima da parte sua, ma che probabilmente ha finito per pesare sulle decisioni degli editori: un conto è avere una prefazione prestigiosa, e un conto è avere solo la “promessa” della prefazione! Infine mi sono trovato a una cena di presentazione di un altro libro in cui era ospite anche l’editore Gherardo Lazzeri di Logisma www.logisma.it , una casa editrice di qualità, anche se non conosciutissima. Ci siamo messi davanti a una bottiglia di ottimo Sangiovese a chiacchierare, e… sarà per effetto della mia parlantina, sarà per effetto delle argomentazioni convincenti, sarà per effetto del Sangiovese… è nato il libro!

3- Quanto secondo te può aver influito la scelta di un titolo che incuriosisce così tanto e una copertina così “enigmatica” sul buon successo del tuo libro?

Così il titolo sembra più uno di quei film di Lina Wertmüller! In realtà il titolo vero è semplicemente “Ulisse, Nessuno, Filottete” che ricorda un po’ il pirandelliano “Uno, nessuno e centomila”. Il resto sono il sottotitolo e il sopratitolo. Ora, in base alla mia esperienza, sconsiglio a tutti gli scrittori di mettere un sopratitolo, perché solo dopo mi sono accorto che la gente fa confusione e non sa mai qual è il titolo giusto. La copertina è stata una soluzione di compromesso dopo alcuni mesi di discussione con l’editore…

4- La rivoluzionaria teoria esposta nel tuo libro è stata pensata nel modo in cui la descrivi anche per scopi di marketing oltre che per fornire contenuti interessanti al lettore?

Beh, certo, se avessi scritto un ponderoso trattato pieno di termini tecnici e con un titolo come “Esegesi dei poemi omerici acciocché si addivenisca a una comprensione finora obnubilata…” magari avrei ottenuto più considerazione dal mondo accademico, e meno dal grosso pubblico. Ma io ho preferito scrivere un libro assolutamente adatto a tutti, dagli otto agli ottant’anni, anche a chi non ha mai letto l’Odissea, spaventato sia dalla mole del poema, sia dalla miriade di interpretazioni sinora escogitate dai filologi e dai critici letterari. La mia invece è la classica soluzione semplice di un problema complicato. Dopo aver letto il mio libro, tutta l’Odissea appare estremamente logica e lineare, come un incredibile “giallo”, in cui il vero colpevole è rimasto celato per tre millenni. Quanto allo stile, qualcuno mi ha paragonato a Luciano De Crescenzo… lo ringrazio, perché ritengo De Crescenzo un abilissimo divulgatore di una materia come la mitologia che troppo spesso è trattata in modo pedante e noioso. D’altra parte, devo anche dire che lui ha sempre saputo raccontare benissimo quello che altri avevano già raccontato, ma non ha mai scoperto niente di nuovo, mentre io sì!

5- Per te che sei un fotografo, nell’attuale mercato editoriale, quanto è importante dal tuo punto di vista il ruolo del book-trailer nella promozione di un libro?

Direi molto importante, perché se è vero che tutti si lamentano del fatto che in Italia si legge troppo poco e si guarda troppa televisione, nella pratica è molto più facile ottenere attenzione con un breve filmato o una semplice intervista, piuttosto che con un riassunto o un estratto di alcune pagine. E’ necessario anche quello, intendiamoci, ma serve più che altro in un secondo tempo, per chi desidera approfondire la questione.

6- Hai mai abbinato tue foto particolari con il tuo libro per scopi promozionali, magari su internet o anche nel “mondo offline”, tramite mostre ad esempio?

Si, se andate a guardare la pagina facebook dedicata al mio libro trovate molte foto dei luoghi che possono essere abbinati alla mitologia e di oggetti archeologici significativi. Ho di recente svolto una videoconferenza per una radio web assieme all’archeoastronomo Guido Cossard (potete rivederla qui a questo link ) dove ho fatto vedere molte di queste immagini con i miei commenti. Internet oggi offre la possibilità di far rivedere infinite volte una conferenza con una audience potenziale che copre praticamente tutto il mondo! Una mostra, invece, oltre a costare moltissimo per l’affitto della sala, la stampa delle foto, l’allestimento e la pubblicità, finisce per arrivare solo a un numero esiguo di persone.

7- Prima della pubblicazione su cartaceo, tramite internet alcuni autori stanno distribuendo gratuitamente la propria opera in formato digitale: reputi che ciò possa favorire o inficiare le vendite reali del libro, ovvero quelle posteriori alla pubblicazione cartacea?

Entro certi limiti: se un autore ritiene di poter essere particolarmente prolifico e di avere diversi racconti da far stampare a una casa editrice e poterli vendere, allora può essere conveniente regalare qualcosa per farsi conoscere. Ma questa mi sembra una situazione abbastanza rara. Negli altri casi, forse la soluzione migliore è quella intermedia: cominciare a far circolare alcune pagine e poi, una volta stimolata la curiosità, fare pagare il seguito.
La prima domanda che ci si pone, guardando il titolo del mio libro, è “Chi diavolo è ‘sto Filottete, cosa c’entra con Ulisse?”. Per cui ho creato un sito, www.filottete.it, in cui ho inserito un ampio riassunto, i link alle recensioni, alle interviste, agli eventi, alle pagine facebook, eccetera, e naturalmente il collegamento con l’editore.
In ogni caso, prima di pubblicare alcunché, è bene che lo scrittore in erba faccia leggere la sua opera a parenti e amici, chiedendo loro di essere critici severissimi e non lasciare passare alcun errore. Non c’è niente di peggio che leggere un testo dove abbondano errori di grammatica, non solo di ortografia, ma anche di sintassi, con congiuntivi latitanti e anacoluti a tutto spiano! Il tragico è che spesso anche molti cosiddetti grandi giornalisti e scrittori si rendono colpevoli di tali abomini. Rappresentando un pessimo esempio per i loro lettori, che poi credono di essere bravi scrittori, solo perché ne imitano le peggiori abitudini. E naturalmente anche la trama del racconto, o del saggio, non deve lasciare buchi, incongruenze, inutili ripetizioni o noiose lungaggini: è sempre bene che il testo venga letto non solo dall’autore, per quanto egli creda di essere il miglior critico di sé stesso, ma anche da molti altri. Non avete idea di quanti errori, piccoli e grandi, riescano pervicacemente a sfuggire anche a molteplici e attentissime riletture. Ve lo dice uno che è nato e cresciuto in una famiglia di giornalisti e scrittori.

 

Majrani recensione di 109 Segreti

8- Quali sono i consigli che daresti a uno scrittore che vuol promuovere autonomamente la propria opera?

Mi sembra di averne dati già abbastanza! E non penso di potermi ergere a grande maestro dato che in fondo anche le mie vendite sono state tutto sommato abbastanza ridotte. Sono ancora ben lontano da quei sei miliardi di copie vendute a cui modestamente aspiro…! Ma in fondo, perché dovrei limitarmi? Tutto il mondo conosce l’Odissea, o meglio, crede di conoscerla, se ad un certo punto salta fuori un tizio che ha una spiegazione convincente di tutto quanto, perché no? A parte gli scherzi, il successo di un libro dipende da una molteplicità di fattori, non ultimi le possibilità dell’editore di stamparne un numero di copie adeguato e soprattutto l’efficienza della distribuzione. Se un libro è anche conosciuto perché ha avuto tante recensioni, ma poi i potenziali lettori non lo trovano facilmente in libreria, rischia di non avere il successo che merita. Anche se siamo nell’epoca di internet, degli e-book e di tante diavolerie moderne, la gente non compra facilmente i libri che non ha la possibilità di prendere in mano e sfogliare fisicamente. Il mio editore, saggiamente, vende i libri al pubblico su internet al normale prezzo di copertina, senza far pagare le spese di spedizione. Il libro arriva per posta al lettore nel giro di pochi giorni, una soluzione alternativa a quella di cercare o ordinare il volume in libreria, spesso con lunghi tempi di attesa. Eppure, nonostante questo, sono tutt’ora pochissimi quelli che ordinano il libro direttamente con una mail o una telefonata all’editore. E’ più che altro un problema di pigrizia, di un’abitudine difficile da sradicare. Oltre al riassunto sul sito, io ho pubblicato diversi estratti in varie discussioni su internet, anche per creare curiosità sul mio lavoro.
Un altro consiglio: leggere i consigli di Properzi, poffarbacco! Anche se pure lui ogni tanto incespica in qualche congiuntivo (frecciatina…) i suoi suggerimenti sono comunque utilissimi e mai banali (che sviolinata!).

9- Motivandoci la risposta, ha più funzionato per te la pubblicità tramite interviste radiofoniche-televisive o quella tramite internet, Facebook in particolare?

Beh, se uno ha la possibilità di fare interviste radiofoniche o televisive, vuol dire in genere che il suo prodotto è già conosciuto, oppure, come nel caso di attori, sportivi o altri personaggi televisivi, è l’autore stesso che gode di una notorietà derivante da altri motivi. Io ho avuto il vantaggio, da giornalista, di conoscere dei conduttori radiofonici, quindi qualcosa sono riuscito a combinare. Altrimenti, per un comune mortale, arrivare in tv o in radio è veramente difficile, anche se il proprio libro è un’autentica bomba. Molto meglio affidarsi a facebook, cercando di contattare più gente possibile, senza però essere invadente o aggressivo, perché si rischia di ottenere l’effetto contrario. Anche se anch’io ogni tanto prendo esempio dai miei adorati guerrieri achei, e comincio a menare di brutto!

10- Ti piace presentare i tuoi libri e in che modo si svolgono solitamente le tue presentazioni?

Presentare un libro è sempre abbastanza faticoso, anche se lo si fa comunque più che volentieri.
Di solito uso un computer con cui mostro pezzi di testo o immagini; altre volte faccio una chiacchierata col pubblico cercando di coinvolgerlo dopo una breve introduzione, punzecchiandolo con domande più o meno provocatorie. Spesso le osservazioni degli spettatori sono utili per scoprire nuove prospettive o per perfezionare certi passaggi.

11- Qual è la tecnica promozionale (presentazioni, promozione sui social network, interventi radiofonici, televisivi etc.) che più preferisci attuare, spiegandoci il perché in relazione anche all’efficacia che ne percepisci?

E’ ovvio che ad oggi la televisione è il mezzo più potente per fare pubblicità a qualsiasi tipo di prodotto, libri compresi, solo che non è facile arrivarci. Non dispero, anche perché in fondo ritengo di essere un bel personaggino, e sono abituato a parlare in pubblico. Per il resto mi pare di aver già risposto.

12- Nel mio blog dove inserirò la tua intervista, asserisco che uno scrittore che tenta di affrontare il mercato editoriale attuale (composto da più libri che lettori!), per far emergere la propria opera, deve soddisfare una particolare equazione. L’equazione stabilisce che le stesse energie che sono impiegate per la scrittura dell’opera devono essere dedicate anche alla promozione della stessa, con la stessa cura del metodo sia per la scrittura che per la promozione.
Reputi che tale asserzione sia una esagerazione?

No, per niente. Ti confesso che, se mi avessi fatto la stessa domanda quando ho finito di scrivere il mio libro, probabilmente ti avrei risposto che era un’opera talmente fondamentale che avrebbe spalancato facilmente tutte le porte! Purtroppo non è così, bisogna compiere un grandissimo lavoro per farsi conoscere e apprezzare. E dire che avevo proprio scritto sulla prima pagina questa frase di Albert Einstein “E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”.

13- Quali sono i tuoi progetti letterari futuri ed eventualmente stai pensando a nuove tecniche promozionali degli stessi?

 
Intanto continuo ad accumulare nuovo materiale, sia di testi che di immagini, con ulteriori prove a favore della mia teoria, e le risposte adeguate alle (poche) obiezioni che mi sono state fatte in questi tre anni. Se un giorno ci sarà una nuova edizione, magari con un editore molto più conosciuto sul mercato, che si renda conto dell’opportunità che può sfruttare, e che abbia la possibilità di pubblicare un gran numero di copie di un volume ricco di illustrazioni, io sono pronto. Poi c’è da giocare la carta degli editori stranieri, che possono essere interessati a un argomento di interesse così universale. E ancora c’è la possibilità di realizzare un documentario televisivo. Qualcuno mi ha suggerito di ricavare dal mio saggio un romanzo storico, tipo quelli di Valerio Massimo Manfredi o di Christian Jacq. Non so, non ne sono molto convinto, anche perché la mia mentalità è molto più da scienziato che da romanziere. E poi il romanzo è già stato scritto da Omero, se è solo per quello! Io ho solo trovato dopo tremila anni la chiave interpretativa di tutto quel formidabile giallo-quiz che è l’Odissea, vi sembra poco?

((home photo by Wolfgang Staudt on Flickr)

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