francesco-gavello-consulente-marketingSarai tu e qualche altro a seguire ScrittoreVincente, ma… come si dice, pochi ma fortunati ;-). Francesco Gavello (blogger, esperto e consulente di web marketing) è un ragazzo giovane che mi sorprende, leggendo la sua incredibile produzione di articoli originali e utili, per il livello di professionalità elevato e per il carisma evidente trasmesso ai lettori del suo blog. 

I numeri sono poi sfacciatamente dalla sua parte, è inutile dire che in Italia è uno dei massimi riferimenti del settore. Goditi pure l’intervista che ho incentrato su un esercizio particolare che ho chiesto a Francesco di fare, cioè di rispondermi come se lui fosse uno scrittore.

Tuttavia, a intervista conclusa, mi sono chiesto: ma un blogger è anch’esso uno scrittore? Lasciami un commento per una risposta a questo mio dubbio.

Ringrazio Francesco per il suo tempo e le preziose risposte.

L’intervista a Francesco Gavello

1 – Ciao Francesco, dicci chi sei, cosa ami fare e qual è il ruolo della scrittura nella tua vita

Buongiorno Emanuele e buongiorno ai tuoi lettori. Mi chiamo Francesco Gavello, vivo e lavoro a Torino e sono un consulente web freelance. Mi occupo, per dirla in maniera semplice, di aiutare le persone a trovare la giusta visibilità in rete. Gestisco da diversi anni un blog (www.francescogavello.it) in cui scrivo e raccolgo le mie esperienze più interessanti in materia di web marketing e condivido tutto ciò che ritengo possa essere utile ai miei lettori.

La scrittura? Occupa certamente un posto rilevante nella mia vita, non fosse altro che per i 4 articoli settimanali che pubblico. Nel tempo ho dovuto imparare a coltivare un mio stile e a essere rigoroso nel mantenerlo efficace. Ho dovuto imparare a coltivare le ispirazioni e a concretizzare la maggior parte di tutte quelle “idee in movimento” che ci colpiscono ogni giorno.

2 – Quali sono dal tuo punto di vista le principali differenze tra la scrittura su un Blog e quella di un romanzo?

A differenza dello scrivere per un romanzo, credo che la scrittura su un blog sia spesso “in divenire”. Nel senso che il contenuto, una volta fissato (ma non è la parola giusta) in un articolo, si trovi solo al suo primo step. Commenti, citazioni su altri blog, scambi di e-mail modificano il contenuto stesso sino a rendere il messaggio originale solo una delle tante sfumature che è possibile percepire.

Spesso è questo proprio ciò che si cerca: lasciare in sospeso e permettere al lettore di completare ciò che manca. Alimentare la generazione delle sfumature possibili per creare valore aggiunto proprio dall’interazione che con il proprio contenuto avviene.

3 – Immagina di non aver mai creato un Blog, sai però scrivere bene, sai usare un programma per e-mail, sai come si naviga sul web e si è presenti sui social network: quanto lavoro richiedi sia necessario per acquisire tutte le conoscenze (tecniche e comunicative) per scrivere su un Blog in maniera efficace?

Il succo credo stia in quel “sai però scrivere bene”. È la cosa più difficile. Gli strumenti cambiano ed evolvono, i social network nascono e muoiono e la capacità di stabilire solide relazioni online si può imparare dopotutto con un po’ di applicazione.

La cosa più difficile è invece imparare a scrivere bene.

Riconoscere l’importanza di un discorso che fili liscio come l’olio. Conoscere, almeno, le regole di base per capire come e quando (e se) forzarle, ignorarle o potenziarle affinché lavorino efficacemente sul web.

Non è troppo difficile imparare a scrivere per il web se già si sa scrivere bene per altri ambiti. È molto difficile, invece, imparare a scrivere bene partendo dall’assunto che solo perché si gestisce un blog si sia già imparato tutto il necessario.

4 – Sono sempre più numerosi i casi di blogger di successo che hanno poi scritto libri che hanno venduto molto. Tu che sei un Blogger molto seguito, motivandomi la tua scelta, hai intenzione di scrivere un libro basato sui contenuti del tuo Blog?

Sarebbe uno scenario interessante ma no, per ora non ho intenzione di tentare questa strada.

Diciamo che un libro basato sui contenuti del mio blog, che a sua volta si occupa di raccontare dinamiche del web marketing o di proporre strategie e punti di riflessione sarebbe qualcosa di estremamente teorico. Inoltre, dovendo venire fruito lontano dal monitor dovrebbe fornire tutte le “sovrastrutture” e i retroscena necessari a rendere comprensibili concetti e sfumature che sulle pagine di un browser sarebbero invece di immediata comprensione.

Si tratterebbe, lo ripeto, un interessante esperimento che ricadrebbe più nelle disamine di tipo teorico rispetto alle tante “guide pratiche in n-step”.

5 – Per pubblicare quasi quotidianamente articoli interessanti sul tuo Blog, è evidente che sei uno che studia molto e che si aggiorna perlustrando costantemente quanto il web ci offre di nuovo. In accordo alle tue conoscenze e alla tua sensibilità, qual è secondo te il futuro dell’ebook a breve e a lungo termine?

Ti propongo un paragone. Ricordi quando, alla nascita del formato DVD, ci si andava sperticando per la possibilità di usare camere multiple e osservare la scena da angolazioni differenti?

Ecco, quasi nessun produttore ha sfruttato poi nel concreto questa possibilità. Perché richiedeva uno sforzo produttivo non da poco, alterava “l’unitarietà” del prodotto cinematografico e, soprattutto, non assicurava rientri immediati quanto invece il destinare il budget a un po’ più di effetti speciali in digitale.

Ecco, con gli e-book, con le riviste pensate per iPad e per gli altri e-book reader la questione è un po’ questa, anche se svecchiata dalla polvere degli anni e resa un po’ più pimpante da nuove idee e applicazioni tecniche.

Il futuro degli e-book dipende dalla qualità del materiale che si troverà a disposizione. Banale, vero? Ma il fatto è che per creare una rivista che sfrutti un device come iPad serve uno sforzo ben superiore al convertire di formato il PDF sorgente di una rivista. Molto più lavoro del presentare le semplici scansioni delle pagine della rivista cartacea.

Perché se questo è tutto ciò che ci possiamo aspettare dagli e-book, allora il gioco non vale la candela e la tecnologia rimarrà ad appannaggio dei pochi veri appassionati del mezzo.

6 – Ti chiedo ora di fare uno sforzo creativo: immagina di essere uno scrittore che ha nel cassetto un romanzo. Prima però di contattare una casa editrice, decidi di pubblicarlo online per fare una prova e capire se la tua opera è realmente ‘leggibile’. Per diffondere quindi il tuo ebook da dove partiresti? Creeresti una pagina sui social network, un sito esaustivo, un blog specialistico o cos’altro?

Credo che costruirei una buona base di partenza acquistando un mio dominio e instaurando un sistema per creare community intorno al mio progetto. Ciò potrebbe comprendere una controparte su Facebook, con una pagina fan (minimale ma completa) e una newsletter gestita da servizi professionali (MailChimp, http://www.mailchimp.com/, è il mio preferito).

Potrei così avere a disposizione un metodo efficace (Facebook) dove raccogliere feedback e accentrare gli utenti, un sito a cui rimandare per informazioni strutturate e una newsletter per mantenere i lettori informati di altre eventuali attività legate al libro.

7 – Francesco, sei ancora lo stesso romanziere di prima ;-) sappiamo tutti che il tempo è una delle risorse più importanti e che la promozione online più efficace è quella ‘multicanale’ (i social network, blog, forum, siti etc…). Tuttavia è inevitabile, per motivi di tempo in primis, che si devono fare delle scelte. Per promuovere il tuo libro sui social network, motivandomi la tua scelta, tu opteresti per Facebook, Twitter o cos’altro?

Facebook, per una buona pagina fan che miri a lavorare parecchio sui contributi -commenti in bacheca- che riceve. Twitter lo vedo invece molto più efficace nel far uscire i retroscena della lavorazione, creare hype su nuovi prodotti e in generale come metodo con cui dialogare con un ipotetico singolo lettore del libro.

E’ appurato che il successo di pagine sui social network e sui Blog deriva principalmente dal livello di interazione con i lettori che si è in grado di instaurare. Quali sono secondo te le chiavi principali per aumentare il numero di feedback, commenti etc… su tali pagine web?

Il ragionamento che io faccio è molto semplice. La gente utilizza il web per ottenere dei risultati. Nessuno si sogna di lasciare un commento su un blog, su una pagina fan o rispondere a un tweet solo per vederselo bellamente ignorato e cadere nel vuoto.

Si vuole ottenere più interazione? Si dimostri che i contributi ricevuti sono realmente importanti e presi in considerazione da chi gestisce lo spazio comune. Se difficilmente si risponde a un commento o se ancora più raramente lo si prende come spunto per un nuovo post, le persone faranno rapidamente i loro conti e si dirigeranno su lidi più attenti a valorizzare la loro presenza.

8 – Nonostante non conosca scrittori che usano il Direct Response Marketing per promuovere il proprio libro, tu, motivandomi la risposta, reputi che il DRM possa essere un valido strumento per la promozione libraria?

Se per Direct Marketing intendiamo il far sì che l’utente compia una determinata azione in risposta alle nostre attività di stimolazione allora sì, anche la promozione libraria può rientrare (dal mio punto di vista) in quest’ambito.

Pensa solo a un paio di capitoli gratuiti da mettere a disposizione previa registrazione alla newsletter dell’autore. Non mettiamo in questo caso ancora in vendita nulla ma applichiamo le più basilari strategie DRM per fidelizzare un’audience e poter ricontattare potenziali clienti regalandogli nel frattempo qualcosa in cambio.

Si può poi andare oltre la classica landing page per vendere direttamente il libro. Perché non costruire un qualcosa di maggiormente strutturato, che miri a valorizzare autore e progetto in sedi separate, proponendo contenuti a valore aggiunto che permettano al sito dell’autore (e quindi al posto in cui si può effettivamente prenotare o acquistare il libro) di vivere di visibilità riflessa?

Ci sono mille occasioni in cui stimolare l’utente all’acquisto del proprio libro anche al di fuori della propria pagina di vendita.

9 – Per te internet è realmente una possibilità alla portata di tutti gli scrittori per pubblicizzare il proprio libro, oppure ci sono delle barriere che possono impedire alcune specifiche azioni di web-marketing librario?

Il web ha un grosso problema di fondo: se nessuno sa che esisti, puoi aver rilasciato il best seller del decennio gratuitamente sul tuo sito ma questo rimarrà ugualmente sconosciuto. Di contro, se si percepisce il valore di una buona visibilità in rete, ecco che la rete stessa diventa un canale estremamente efficace per ottenere feedback e tastare il polso del proprio target forse molto prima ancora di arrivare sugli scaffali.

10 – Quali sono secondo te gli elementi essenziali per far scaturire sul web un marketing virale volto ad esempio al lancio di un libro?

Apprezzerei parecchio il fatto di sentirmi (se i contenuti lo permettono) veramente parte del processo di crescita del libro. Collaborazione è la parola chiave.

Capita quasi costantemente di leggere critiche più o meno velate a libri che ci hanno lasciato l’amaro in bocca. I blogger sono molto bravi in questo. ;) Quasi mai esiste però uno spazio dove poter “scaricare” queste critiche in uno spazio collaborativo a tutto vantaggio di chi quel libro lo vuole veder crescere e migliorare affinché rispecchi lo stato dell’arte dei contenuti che tratta.

Raccontami che il libro che vendi è “malleabile” e che il mio feedback in qualche modo conterà in una prossima release, e io sarò più che felice di farmi portatore di un’idea di questo tipo. Non vale per tutti i romanzi, lo riconosco, ma è un’idea che mi ha sempre affascinato.

11 – Internet è sempre di più lo strumento con la maggiore affluenza di investimenti pubblicitari. Ritornando ad essere lo scrittore di prima, che ora però ha già un Blog e che lo usa per promuovere i propri contenuti e quindi il suo libro, quali sono secondo te gli elementi fondamentali per non confondersi con la concorrenza (altri Blog di libri) e creare quindi un numero importante di lettori?

Non ricercare l’originalità a tutti i costi, ma essere consci di quanto sia importante far uscire la propria “unicità”. Il web è fin troppo pieno di progetti che raccontano tutto e il contrario di tutto e molti di questi seguono l’assunto per cui “il cliente ne capisce sempre poco” e un sitarello in WordPress con un layout gratuito modificato alla meno peggio basterà a compiere tutto il lavoro di conversione del target.

Non è affatto vero. Per il semplice fatto che più il tuo sito assomiglia a un prodotto amatoriale ed è facilmente imitabile -nella grafica per prima, ma anche nelle offerte e nelle strategie di vendita- meno emergerà dalla massa informe del rumore di fondo.

I social network sono utili anche per questo: una volta trovata una soluzione originale (nel vero significato del termine) per promuovere il proprio prodotto puoi sfruttare la potenza di un account su Twitter o di una buona pagina fan su Facebook per far uscire tutti quei contenuti che sul sito potrebbero non trovare piena espressione ma che rappresentano ciononostante un ottimo complemento.

12 – Quali sono i tuoi progetti futuri sul web? Hai in mente strategie promozionali particolari per promuoverli?

Ho in cantiere da diverso tempo un progetto di cui preferisco parlare molto poco. :) Essendo un consulente, mettendo in gioco me stesso e vendendo il mio tempo e la mia professionalità, credo proprio che spingerò la mia figura come “valore aggiunto” all’offerta.

Questa è una cosa che molti dimenticano: al di là di un buon prodotto c’è sempre il professionista dietro di esso che può rappresentare quel “gradito extra” agli utenti.

Colgo l’occasione per ringraziarti dello spazio che mi hai concesso e ti faccio il mio migliore in bocca al lupo per i tuoi futuri progetti.

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