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Ciao Aldo, innanzitutto complimenti per la tua lotta continua all’ipocrisia, però adesso vorrei farti una domanda che spero ti faccia incazzare per bene, non è una domanda di filosofia ma è più veniale e riguarda il limite sottile tra reality e fiction. Nelle tue continue apparizioni televisive e anche stasera l’espressione del tuo pensiero è palesemente spettacolarizzata, la mia domanda è: in tutto ciò, quanto c’è di premeditato allo scopo di vendere poi più copie del tuo libro, e quindi di fare marketing librario?
Mavaff… Ma dai… Non essere così naif! io sono già stato pagato prima di venire qua, fortunatamente mi avete pagato bene, io mica lavoro così a 350 giorni il pagamento, io prima voglio il bonifico poi, forse vengo… in tutti i sensi… non ho bisogno di nulla, non ho nessuna malattia prostatica, ma… la mia altro non è che una finzione della sincerità che mi permette di essere ancora più sincero.
La spettacolarizzazione risale all’invenzione dell’eroe, della tragedia greca, perché attraverso l’eroe il popolo si ricordava più gli avvenimenti.
Quindi sono forme di retorica, ma la retorica è una tecnica per svolgere la parola e quindi dell’alta rappresentazione, ma questo non significa che io stia affatturando il mio pensiero soltanto perché ho una parlantina.
Saper parlare come me significa essere collegati al nanosecondo con il proprio cervello, perché io ne ho uno e avendo un cervello non ho alcun bisogno di fingere, perché? perché la mia voce è la mia voce, non è la voce di un padrone o di un qualcuno che delega il suo pensiero a essere rappresentato da me.
Io mi riconosco nel mio popolo, io mi riconosco negli italiani, e non sono populista, non sono un demagogo, non grondo retorica come cerume dalle orecchie.
Io posso permettermi di essere schietto, perché sono sicuro del mio pensiero e della sua probità, non sono… non mi sto vendendo, mi sono noleggiato… ed ecco sai che fatica a farlo… mi sono noleggiato ma la proprietà e del mio pensiero e del mio linguaggio, del mio passato… è mia! non ce l’ha nessuno, anzi, io non solo non ho mai chiesto un favore ma ho respinto quelli che mi si voleva imporre, e non è facile vivere da italiani ed essere come me.
Io vivo sempre… molto correttamente, sono un miracolo vivente.
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Sono riuscito a fare questa breve intervista a Aldo Busi il 30 luglio a Popsophia, strepitoso evento culturale in terra marchigiana organizzato da un leggendario Hermas Ercoli, cui la mia commossa stima è rivolta.
Torna intanto alla domanda scomoda che ho posto a Busi.
Premessa: la mia ragazza è bielorussa, conosce bene autori come Dostoevskij e Cechov ma non Busi. Quando lo ha visto sul palco, mi ha detto:
“Ah ma questo è quello dell’isola dei famosi!”
Non ho avuto purtroppo la possibilità di ribattere a Busi e intavolare una discussione, tuttavia ritengo che la risposta che Busi mi ha dato sia stata molto fumosa e poco puntuale.
Nella mia domanda, il mio punto di partenza era la sua continua presenza in televisione, ma Busi ha focalizzato (e secondo me deviato) la sua risposta sulle modalità di partecipazione a Popsophia, sottolineando che ha ricevuto un compenso per esibirsi, sì perché è stata un’esibizione, un vero show.
Tuttavia alla fine del suo intervento, sono rimasto sbigottito quando l’ho visto firmare e consegnare penso almeno 300 copie dei suoi libri. A un certo punto non ce la faceva più, aveva la mano quasi bloccata a forza di firmare copie.
Io ricordo con certezza di aver assistito a una sua intervista qualche anno fa in TV (ma non ricordo purtroppo la trasmissione), in cui Busi ammetteva di usare la TV per apparizioni in cui solitamente esagerava nei comportamenti allo scopo di fare pubblicità ai suoi libri.
Perché aveva capito che il suo essere personaggio, come indiscutibilmente lo è, sarebbe stato il suo punto di forza per diffondere il messaggio che lui deposita nei sui libri.
Sono certo al 100% che lui ha dichiarato in passato quanto poc’anzi ho scritto, perché Busi è stato ed è in assoluto uno dei pochissimi autori che leggo con vorace piacere. Lo sai che ci si ricorda bene chi si segue con grande attenzione. Gli altri, quelli i cui scritti e le cui parole sono solo omologazione spenta di intelletti ingolfati, ce li scordiamo il giorno dopo di averli letti o ascoltati.
Busi sostiene di essere il più grande scrittore italiano.
La mia opinione è che potrebbe anche aver ragione. Se ricordi il mio post in cui ti ho raccontato in parte la storia della mia vita e l’evoluzione della mia passione per la scrittura, nella fase in cui mi ero arenato nell’elaborazione linguistica ampollosa e illeggibile, l’influsso dei libri di Busi era sicuramente uno dei fattori principali che avevano incastrato il mio modo di narrare. Lo leggevo e rimanevo incantato dalla ricchezza linguistica dei suoi testi.
Solo dopo ho capito che sono pochissimi gli scrittori che possono permettersi di usare un’ampia gamma di parole non comuni e riuscire comunque a farsi leggere da un enorme stuolo di lettori.
E poi se alla fine dei giochi Busi non sarà catalogato come un genio della lettaratura, sicuramente dal mio punto di vista sarà ricordato come un genio del marketing.
Rifletti su questa frase di Busi che trasuda marketing da tutti i pori:
La spettacolarizzazione risale all’invenzione dell’eroe, della tragedia greca, perché attraverso l’eroe il popolo si ricordava più gli avvenimenti.
Nonostante gli incredibili e continui risultati di vendita dei suoi libri, i suoi libri non sono propriamente rivolti a tutti. La schiettezza viscerale dei suoi testi e “cazzi, figa, culo” e affini… non sono digeribili da una vasta fetta di lettori. Tuttavia lui riesce a farsi comprare anche da chi non si sarebbe mai interessato, per i contenuti trattati e la forma con la quale sono esposti, ai suoi libri.
Ad esempio Busi non avrebbe mai raggiunto lettori come la mia ragazza, se non fosse il discutibile personaggio televisivo che è.
Mio caro Busi, puoi prendere per il culo con la tua risposta tutta la platea, con cazzate insostenibili del tipo:
la mia altro non è che una finzione della sincerità che mi permette di essere ancora più sincero.
ma non prendere per il culo a me, che ti apprezzo come scrittore e mi aspettavo di sentire le cose come stanno, invece di ascoltare concetti solidi come il vapore.
Perchè, scrive? Scherzo naturalmente, ma confessso di non aver mai, nemmeno aperto, un libro di Busi. Il fatto è che, su di me, proprio le motivazioni che spingono gli altri a leggerlo, hanno l’effetto contrario. E’ così’ ampolloso, pieno di sè, autoreferenziale, poco garbato, presuntuoso, esibizionista ecc. ecc. ( cioè tutte le cose che lui stesso dice di sè, quasi vantandosene) così lontano, cioè, dal mio modo di essere, che mi guardo bene dall’avvicinarmi alla sua scrittura. Forse faccio male, ma, con tutti i buoni libri ed autori da leggere e rileggere( da Dostojevski a Henry James, alla Austen a Virgilia Woolf …..ai più recenti Brodkej e Haruki tanto per fare degli esempi.) non mi sovviene nemmeno il suo nome. Come scrittore, mi spiace quindi, di non poter dare un giudizio, come uomo non vale la pena di darlo. Ciao. M.T
Ciao Ema. Anch’io conosco Busi solo dal personaggio esteriore che lui ama fare di sé. Mai aperto un suo libro. Credo anche che continuerò a non aprirlo. Non posso quindi dare giudizi sullo scrittore. Il “pupazzo” mediatico non ha invece bisogno di commenti. Ritengo che i grandi scrittori siano coloro che sappiano dire cose importanti nel modo più semplice. Tutto il resto è aria fritta. E’ sterile esercizio stilistico, anche troppo semplice da mettere in atto. Siamo ben capaci tutti di aprire un dizionario dei sinonimi e ricercare termini continuamente alternativi e “a affetto”. Ripeto, l’arte narrativa è semplicità. Quella semplicità che trasuda espressione e concetto. Faletti docet. Volo docet. Per voler restare sui contemporanei italiani. Busi è soltanto una marionetta mal riuscita. Oltre a lui stesso, c’è qualcun altro che lo giudica il più grande scrittore italiano? Ciao. ;-)
Seguivo Busi quando faceva la rubrica “Amici Libri” nella trasmissione di Maria De Filippi…molti dei libri che ho comprato erano quelli che lui consigliava ai ragazzi nella trasmissione. Di suo ho letto poco, lo considero più personaggio da schermo televisivo ed i suoi eccessi sicuramente servono per attirare attenzione e anche una buona fetta di lettori, credo sia un buon stratega. Sa come farsi notare e sicuramente ha un bagaglio culturale vasto che gli consente di coinvolgere molte persone.
Che lui sostenga di essere il più grande scrittore italiano, mah…è libero di credersi il migliore…in Italia io credo ci sia poca “buona letteratura” da leggere. Si cerca sempre il libro commerciale che viene spinto al punto da sembrare il migliore, solo per la pubblicità…poi magari vale ben poco il contenuto.
…”a effetto”, ovviamente… :-)))
E’ tutta una contraddizione o forse una gigantesca incomprensione. E’ tutto chiaro già nelle prime parole di Busi. 1. “sono stato pagato prima di venire qua”, il che sconvolge e destruttura se non azzera tutto il tuo lavoro che consiste nello spingere, con sottile e credibile ispirazione, ad aprire un blog e a immettere “gratuitamente” se stessi nella rete quando tutto attorno è valutato in misura di costi e benefici (ahimé) economici o di ritorno di immagine (potenza mediatica dell’essere personaggio). Perché mentire, mica ha più vent’anni il sig. Busi. E quando li aveva, bontà sua, ha convinto fior di critici, e altri. Vogliamo parlare di quello che c’era dietro al fenomeno Frizzi, giustamente sfumato nelle brume padane. Oppure di “3 metri sopra il cielo”, libro che per altro adoro a parte le americanate e l’eccessiva lunghezza. Oppure ancora, l’autore di “Tutti giù per terra “, il libro ovvio ( fu scoperto dal compianto Pier Vittorio Tondelli) ma oggi chi ne ricorda il nome? C’è qualcuno che lo sa dire al volo? Sparito dal mercato, è ritornato nel limbo della memoria, eppure aveva e forse ha potenzialità enormi, almeno per me. 2. “…finzione della sincerità che mi permette di essere ancora più sincero”. Santo Cielo, è la dichiarazione programmatica o estetica di chi fa letteratura la quale dipende solo dal presupposto-requisito: la letteratura si fa in risposta alla letteratura. Si può discutere sull’uso del termine sincerità al posto di verità ma questo Busi lo giustifica e motiva ampiamente nei passaggi successivi.
Un apppunto a Maria Teresa. Io non intervengo quasi mai (difficile leggermi in ‘sta rubrica) ma certo non lo faccio se non ho letto nulla dell’autore di cui si parla. Men che meno do pubblicamente giudizi veloci sulle persone, sull’uomo-artista anche se in questo caso la “pubblicità” del sig. Busi ti rende giustizia.
Non volermene.
Un saluto, Alessandro
Caro Emanuele,
stimo Busi come scrittore. (difficile contestarlo sotto questo aspetto).
Tuttavia, ho letto la sua brevissima intervista, e condivido il tuo stato d’animo di delusione perchè lo stimi come scrittore. Ma lui è fatto così e non dovrebbe sorprendere. Il suo discorso equivale a dire: prendere o lasciare. E noi abbiamo la libertà di dissentirlo o di ascoltarlo.
Ciao
Angelo
L’affermazione che ha dato la tua ragazza Properzi, è cosa reale per tutti, nel senso che Busi si è fatto conoscere dalla televisione. Allora era l’unico modo plausibile per farlo come scrittore, ma non solo. Non è colpa sua se ha fatto uso di marketing per un pò di fama, è solo che l’Italia non è uno stato che legge, nemmeno uno stato che ti considera. Fare lo scrittore è dura, si, ma solo in italia però…
Lo sappiamo tutti che il nostro è il regno dei vanitosi e degli arroganti, che ti considera solo se già sei qualcuno. Allora è importante crearsi un personaggio, almeno chi lo può fare… Io comunque sono di quest’idea, (soldi permettendo) dovremmo scrivere i nostri libri con a fronte un’altra lingua, almeno abbiamo una speranza in più e nessuno deve permettersi di contrastare la nostra vena artistica, magari dicendo: <>
No! Scriviamo sempre ciò che ci dicono gli istinti. E’ importante trovare un pubblico che sappia apprezzare ciò che si fa perchè questa è la nostra vita. Aldo sarebbe della stessa idea: <>.
Sono gli italiani a non considerare i nostri libri? Bene, fuori Italia ci sono molte persone che leggono e ci ascoltano.
Buona scrittura a tutti !
Ciao Maria, provare a leggere Busi è un rischio che ti consiglio di affrontare, perché il divario tra ciò che quest’uomo appare e ciò che è in grado di essere tramite la letteratura potrebbe sorprenderti.
Oppure no, magari sarà lo stesso.
Il bello comunque è proprio questo: come alcuni libri, e quindi inevitabilmente alcuni autori, impattano sui nostri giudizi in modi profondamente diversi…
Guarda, parliamone di marketing, ne ho proprio una gran voglia. E ti lancio una riflessione-provocazione, forse anche controcorrente.
Condivido (ah, già si dice “quoto”) quanto detto da Maria Teresa Amore: “confessso di non aver mai, nemmeno aperto, un libro di Busi. Il fatto è che, su di me, proprio le motivazioni che spingono gli altri a leggerlo, hanno l’effetto contrario. E’ così’ ampolloso, pieno di sè, autoreferenziale, poco garbato, presuntuoso, esibizionista ecc. ecc. ”
E malgrado Busi sia percepito come assolutamente originale… ti dico che è un cliché. E tiro una linea per spostarmi apparentemente da un altra parte (ma solo apparentemente).
Ti è possibile uscire un momento e guardare tutto da fuori? Vedere che la maggior parte dei web marketer ha acquisito modi, strategie, tic e deformazioni professionali che sono cliché replicati all’infinito, insegnati? E che farebbero schiattare dalle risate se rappresentate da un personaggio di Zelig?
E sto sbattimento per la nicchia, e per l’infoprodotto originale, e per la pagina di vendita, per la persuasione, i soliti contenuti, testimonianze tutte uguali scambiate reciprocamente, la stessa psicologia persuasiva, gli stessi modi operativi, gli stessi blog, gli stessi “accessori”, le stesse atmosfere… Una bella caricatura.
Dico: occhio, anche quando ci si sente super-originali ed etici, si cade facilmente in un cliché “in voga” e non ce ne accorgiamo… Difficile vedersi…
Oh, nessuno la prenda personalmente: siamo tutti migliorabili, spero.
C’è qualcuno che può essere un modello positivo? Si, per fortuna. Per esempio, tra le tue interviste spicca Gavello: solido, sereno, raro equilibrio umano e professionale, linguaggio mantenuto vivo e fresco, molto meno in linea con tutti ma con ottimi risultati.
Ciao Ale,
dalla tua risposta emerge come Busi, con il suo modo di “pubblicizzarsi” tenda anche ad allontanare alcuni lettori, come te ad esempio.
Eppure, sono convinto che se tu leggessi i suoi libri, per quel poco-tanto che sto assorbendo dal tuo pensiero tramite i canali del web, ti piaceranno.
Tuttavia la discussione si sta facendo veramente interessante e di ciò ne sono felice ;-)
Bentornata Michela! grazie per il tuo contributo.
Purtroppo il marketing conta tanto, come sottolinei anche tu.
Ma un marketing senza un buon libro, ha vita corta…
Come ho risposto prima pa Alessandro e Maria, sono convinto che se leggessi Busi, ti si aprirebbero dei nuovi spiragli.
Comunque mi sto accorgendo che Busi riesce molto bene a farsi respingere con le sue apparizioni televisive…
Ciao Alessandro! è un grande piacere rileggerti. L’energia è poi quella dei commenti passati, e questo mi piace un casino ;-)
Sono convinto che stiamo sviluppando una discussione camminando su un filo molto sottile, perché un personaggio come Busi, a patto che tu abbia letto i suoi libri, ti costringe, quasi in un percorso inevitabile, a una condizione di contraddizione indefinita.
Io ne ho letti credo una decina dei suoi libri. E continuerò a farlo.
Poi c’è il resto di Busi, la vita parrallela dello scrittore, che genera spesso sconcerto. In ogni caso questa vita parallela è un fetta esistenziale piccola del suo esistere, perchè lo scrittore in questione è un drogato di scrittura come lui più volte ha confessato: dieci ore al giorno su quel c… di monitor… Potrebbe non essere vero? Forse, ma il numero delle sue pubblicazioni e la meticolosa cura di ogni sua pagina, dimostrano che sicuramente è uno che conosce l’abbinamento sacrificio-scrittura…
Ciao Angelo
condivido a pieno: la libertà indiscutibile che ci appartiene e di cui nessuno dovrà mai privarci!
a presto
Ciao Walter
bella questa trasposzione: un comico di Zelig che imita l’infomarketer che predica le stesse regole che hai elencato tu come un pappagallo abulico.
Con me sfondi una porta aperta e condivido a pieno ad esempio la tua opinione su Gavello, un professionista che lavora ad ampio raggio senza condizionamenti su meccanismi forzatamente predefiniti e dalle “radici americanizzate”.
Mi hai acceso un spia la cui luce ho ben recepito.
Te ne ringrazio e ne farò tesoro.
Grazie ancora Walter
a presto
E
Ciao Emanuele,
io personalmente lo trovo antipatico ed a volte anche maleducato. Quando lo vedo in tv, cambio canale……
a presto Emanuele e continua così
Ciao Robin
molto interessante il tuo suggerimento, apre nuovi spiragli: scrivere con il presupposto di farsi sin da subito tradurre per proporsi a un mercato globale. In fondo la globalizzazione dei beni di largo consumo è un fenomeno acceso già da tempo: perché allora non globalizzare l’arte come giustamente sostieni?
Onestamente io ci sto già pensando, come già accennato più volte in questo sito, sto scrivendo un corso sull’autopromozione libraria che credo tradurrò nel breve termine per raggiungere il mercato il lingua ingese… poi ti farò sapere.
Di cosa si occupa il mio sito? Di marketing librario e suggerisce agli autori come autopromuoversi al meglio. Quindi io sono il primo a dire che se Busi ha fatto un marketing vincente, questa non è una sua colpa.
MA E’ UN SUO MERITO.
Era qua che volevo arrivare. Era un suggerimento per tutti i miei lettori. Ovviamente il suggerimento non è quello di replicare gli eccessi e i modi di Busi. Un suggerimento è quello di fare un marketing imperniato sull’autenticità dell’autore, sulle caratteristiche inimitabili e sulla sua capaità unica di esprimerle. E io credo, leggendo le tue produzioni letterarie, che uno come te Robin ne abbia per esempio i requisiti ;-)
Grande Gianluca ,-) sei stato molto chiaro e sintetico, e comunque molto utile perchè dimostri che questo tipo di pubblicità, oltre che a rggiungere target nuovi, allontana però anche potenziali lettori, ad esempio come te che hanno una formazione letteraria valida
Se prendiamo spunto dal caso Busi come elemento di una valutazione un pò più ampia, che riguardi il marketing e l’oggetto centrale di questo blog, io dico semplicemente che dobbiamo prima stabilire il limite. Ognuno conosce ovviamente il proprio, ma cerchiamo di tracciare un confine della dignità individuale. Fare marketing librario significa anche fare il Busi, o esporsi a figure televisive ignobili alla Moccia? Io ritengo di no. Ritengo che bisognerebbe sempre aggrapparsi a due cose essenziali: veridicità e dignità, per l’appunto. Per quanto concerne la prima, solo Busi (o chi come lui) sa quanto ci sia di vero e quando di artificoso e costruito (spero vivamente per lui la seconda…). Sulla dignità apriamo invece una discussione infinita. Ciascuno conosce i margini della propria, ripeto. Però io non farei mai il buffone per vendere copie, ne vendessi pure un miliardo. E ciò che fa Busi è fare il buffone, al di là di clichè o di indiscussa abilità letteraria. Si può scrivere e fare letteratura di qualità anche senza essere un clown. Questo credo, ma soprattutto questo mi auguro. ;-)
Il solito e schietto … simpaticone … avido …. ruffiano … lecchino … opportunista … stravagante … estroverso … volpone … marpione … di … rotto in c … chissà perchè , sempre loro … hanno più fortuna … mah! … Comunque … ad avercene di personaggi simpatici come lui , c’è gente odiosa , senza un briciolo di talento , culattoni raccomandati , che guadagna assai di più di lui … LUI ! … si presta al gioco perverso di quella marmaglia televisiva fatta di buoni a nulla , troi …. culatt … omosess … vecchi riciclati … massoneria pura , il tutto … con i vostri soldi ! … perchè se aspettano che io paghi il canone per vedere quelo schifo … MUOIONO DI FAME ! … TUTTI ! …
Detto ciò , alzi la mano chi … non vorrebbe essere al suo PRIVILEGIATO POSTO ! …….
Meditate gente … Meditate .
io sono a mani basse ;-)
Emanuele, conosco Busi da oltre 25 anni, è sempre stato un matto (in senso buono). Tutto quello che dice o scrive è una metafora. Quando abitavo a Verona, veniva spesso nella libreria di una cara amica e prendeva per i fondelli tutti. Ma è il suo modo di fare. Aldo Busi, a differenza di altri, è un’ottima persona. Ama scherzare con tutti ed ama divertirsi. In Italia conoscevo scrittori famosi e non, con tutti avevo un buon dialogo. Ora qui in Brasile è diverso, non conosco nessuno ma ho lo stesso molti amici. Gianni
ciao emanuele, sabato ho letto sul corriere della sera l’articolo intervista di di stefano ad aldo busi (http://www.ticinolibero.ch/?p=74796) e di certo emerge che non manca di autostima. ma aldo busi, a mio avviso, è un personaggio, così di suo. non ci fa, lo è. può piacere o no. a me piace, non ha peli sulla lingua e, nonostante la sua superbia, lo apprezzo proprio per com’è. come scrittore ha scritto bei romanzi, un capolavoro (vita standard di un venditore provvisorio di collant) e altre cose meno interessanti. le 300 copie che ha firmato non sono merito di quello che ha fatto in quell’occasione (a mio avviso), ma di tutto quello che ha seminato in quasi trent’anni di attività. se non fosse stato aldo busi, forse non ci sarebbero neanche venute 300 persone all’incontro… o sbaglio?
voglio dire, che da un certo punto in poi, come scrittore puoi anche disinteressarti al marketing.
ciao ciao
gianluca
Esatto Gianluca, il punto è proprio questo: superato un certo livello, il marketing non è più necessario e tutto viene da sè.
In passato sicuramente il suo marketing è stato più “intenzionale”…
magaroi se gli avessi fanto quella domanda una decina di anni fa, Busi ci avrebbe spiegato qual era la sua strategia promozionale…
Caro Emanuele hai perfettamente ragione. Domenica “il più bravo scrittore d’Italia” ci ha preso (perché io ero lì con te) letteralmente, per citare una delle sue parole più usate durante lo spettacolo, per il culo.
Non metto in dubbio che sia il numero uno in Italia, che sia uno scrittore raffinato, colto, e che indubbiamente ha scritto dei bei romanzi sotto tutti i punti di vista, ma con te non è stato onesto e sincero. Se è andato a popsophia dopo aver ricevuto un lauto compenso, perchè allora portarsi dietro uno staff che vendeva le sue copie (una montagna) e restare più di 45 minuti ad autografarle? Credo che a tutti gli scrittori interessi vendere quante più copie possibile…anch’io scrivo e cerco di promuovermi, è una cosa naturale, altrimenti basterebbe scrivere un diario….
Ti ha deluso? Io finisco già qui il commento perché mi ha deluso da sempre. Tutto qui.
Eh sì caro Jonathan, era lì anche per vendere i suoi libri, anche se Busi è a un livello tale per cui nemmeno avrebbe più bisogno di promuoversi…
Ciao Gianni, è stato un grande piacere per me oggi conoscerti con un collegamento Skype improvvisato tra Brasile e Italia! e grazie per il tuo prezioso contributo su Busi.
A presto
Il silenzio dice più di molte parole, come sempre.
A presto Cinzia
Tengo allora le mani alte. Molto alte, anche dopo aver meditato. Machiavelli aveva torto ai suoi tempi, figuriamoci oggi. Non tutti i fini giustificano i mezzi. Farei capriole e salti mortali per avere la sua popolarità, non mi nascondo. Ma mai per ottenerla con i suoi modi. Solo un cieco non si vedrebbe clown, al suo posto. Tutto il resto è finzione, ciò che talvolta ci spinge a dare significati nascosti anche alle cose più evidenti. Un buffone è un buffone. Punto. Non giriamoci intorno, non cerchiamo sempre di dare doppi o terzi significati alle cose. Ciò che si vede (e si fa vedere) è spesso più che sufficiente per tutto. Sullo scrittore, mi ripeto, non giudico. Qui si parlava del personaggio. ;-)
La cosa bella è che ci sono modelli positivi: parliamo di loro!!!
Andiamo a vedere se c’è gente che non fa così il buffone e, tuttavia, ha successo.
Ebbene c’è, come ho scritto sopra.
E’ fondamentale non credi? Ci sono validi modelli positivi che non fanno americanate ed hanno SUCCESSO.
E’ ora di DISAMERICANIZZARSI tutti e dire un no secco, a se stessi e agli altri. Con convinzione, porca paletta!!!
Intendo dire culturalmente, verbalmente, mentalmente. Sapevi che la lingua italiana nasce come lingua iniziatica?
Non a caso nel mio commento non ho usato l’abusatissimo “quoto”
Concordo su tutto al 100%, Walter.
ciao.
Non conosco Busi. Non l’ho mai sentito nominare. Non ho la televisione, scelta data dal rifiuto dell’essere umano come personaggio e non come persona. Dovrei quindi tacere ma mi scappa di dir la mia. Se Busi è quel che è per scelta consapevole: buffone, egocentrico, scortese, e tutti gli ulteriori aggettivi che avete vieppiù elencato, allora è più rispettabili dei fasulli seri, modesti educati per condizionamento inconsapevole. Detto ciò mi piacerebbe avere un tale successo da permettermi di non dover più sbattere le alucce in un cielo ingombro di stormi in cerca di una fresca fronda. Per ora scelgo di lavorare due mesi ad un nastro della cernita di pomodori per realizzare il sogno di passarne altri due sull’isola di Madeira dove ambientare l’ultima parte del mio romanzo. Forse Busi non l’ha mai fatto o forse si, ad ognuno la sua scelta e la sua strategia. I vincenti non nascono tali, lo diventano. C’è chi sceglie di vendere il culo per questo, a parte un po’ di bruciore iniziale il successo è pressochè garantito. Io al mio ci tengo, mi smazzo due mesi di turni notturni in fabbrica dandomi semplicemente in affitto con ben chiaro lo scopo. A ognuno la sua scelta e la responsabilità della stessa. Niente giudizi quindi, ci rimane pur sempre la libertà di essere quello che scegliamo.
Ema permetti una domanda: “ma quanto ti ha pagato per parlar bene dei sui libri? Tu si che sai “marketing…zare!”
P.S. Non sono italiana, forse non posso capirvi fino in fondo.
francesca
Ciao Francesca,
per rispondere alla tua domanda:
ho letto buona parte dei libri che Busi ha scritto, iniziando ben prima che lo conoscessi come personaggio mediatico.
Lo scoprì (non ricordo nel dettaglio) credo un ventina di anni fa da una recensione che avevo letto su di lui su un giornale.
Io amo, amerò e amavo anche da dolescente i classici.
A quindici anni e dintorni leggevo Goethe ad esempio, Musil, Cechov, Moravia…
La recensione su Busi ricordo asseriva che i libri di Busi sarebbero diventati dei classici.
Per questo motivo comprai il suo libro “Vita standard di un venditore provvisorio di collant” e rimasi folgorato.
In quel periodo non sapeve niente dell’autore, della sua faccia, della sua sfrontataggine, del suo esibizionismo, del suo passato e della sua incredibile cultura.
Lui ad esempio ha tradotto dall’italiano antico il Decamerone di Boccaccio, ricevendo critiche entusiaste dai grandi letterati.
Traduce pure libri dall’inglese e dal tedesco, nonostante che ha abbandonato gli studi a soli 13 anni.
E’ un autodidatta, e secondo me è semplicemente uno scrittore straordinario.
Tutto il resto lo conosciamo.
Vi chiedo perdono, è il mio terzo commento, ma mi prende troppo…
@Francesca
Ottimo quello che stai facendo!!! Ti auguro presto ogni successo e ogni felicità!!!
Ma questo fatto di non giudicare… te prego! Ci sta portando nel baratro.
Io mi occupo di percorsi evolutivi e in qualche modo di spiritualità PRAGMATICA: quanti fraintendimenti su questo fatto di non giudicare! Rischiamo di NON PRENDERE MAI POSIZIONI.
P-E-R-I-C-O-L-O-S-I-S-S-I-M-O
Discernere e avere opinioni, fare scelte è un’azione SACRA, creativa, divina; farlo secondo lo stato di coscienza di ciascuno in un dato momento è una cosa auspicabile
Riabituiamoci a dire SI alle cose buone, tutto qui. Facciamone una notizia! Parliamone! Facciamo pubblicità ai modelli buoni e innovativi.
Il resto che non ci piace LASCIAMOLO. Spegniamo la TV, non compriamolo, non leggiamolo, non mangiamolo, ecc.
Questo propongo, anche per venire fuori da tutte queste crisi epocali.
Passo e chiudo, promesso!
Tutto qui. Salute Felicità & Fortuna a tutti
non devi chiedere perdono Walter, anzi ti ringrazio e ti esorto a diffondere senza premure contributi così intensi
Guarda che dicevano la stessa cosa di Oscar Wilde, cercando così di screditarlo. Fa un po’ te. certo che fa il buffone, e di “buffonerie” se ne intendeva anche Pirandello, ma resta un artista. E’ su questo che semmai si deve discutere.
Ciao, Alessandro
beh… dal numero di commenti aldo busi, piaccia o non piaccia, riesce a far parlare di sé! ;o)
Wilde era certamente uno sregolato, un disturbatore e un trasgressore, per i suoi tempi. Busi non è sregolato. Mi sembrano due cose completamente differenti. A ogni modo, discutevo sul personaggio per due motivi essenziali: perchè si partiva da questo e perchè ho già ammesso di non conoscerlo minimamente come scrittore.
Detto questo, ti abbraccio e ti saluto. ;-)
ah ah Properzi, e dire che quando hai intervistato me, hai ammesso di avere usato delle ” pessime metafore erotiche “. Adesso non ti sei neanche accorto di che cosa hai scritto… “se leggessi Busi, ti si aprirebbero dei nuovi spiragli…” e ci credo, considerato il personaggio!!
ciao ema, la mia domanda era ironica….non prendermi troppo sul serio!
caro Walter, sono assolutamente daccordo con ciò che esponi. La diattriba sul giudizio richiederebbe un post a sè. Per quanto mi riguarda evito di giudicare, non per questo senza opinione, l’operato altrui quando non ci sono argomenti sufficienti e conoscenza del perchè uno si comporti in un modo piuttosto che in un altro. Potrei dire tranquillamente che io, con il mio vissuto, avrei un certo comportamente. Ma da qui a decidere che io sono nel giusto e l’altro no sarebbe mera sicumera. (scusa il bisticcio) C’è un’enorme differenza tra avere un’opinione e affrontare un argomento semplicemente per dimostrare di aver ragione.
Qualcuno un giorno disse: “quel giorno che capirete perchè Hitler è andato in paradiso avrete capito Dio.” E’ questo il senso che cerco di dare al non giudizio, lungi da me l’idea di non espormi; non potrei scrivere quello che scrivo.
un abbraccio. Francesca
Ah Ah Majrani… mi è capitato tipo la Longari alla quale il buon Mike disse: “Signora Longari… mi è caduta sull’uccello!”…
Concordo su tutto!! Hai espresso perfettamente anche il mio pensiero.
Anche se per Haruki forse intendevi Murakami, uno dei miei preferiti.
Esatto! Infatti anch’io sto traducendo il mio libro in altre tre lingue, proprio per quello che hai sottolineato tu.
Più vado avanti e più mi rendo conto che è vero: ti considerano solo se sei già qualcuno o se hai degli agganci.
Basta guardare Umberto Eco: anche lui è un grande scrittore, eppure non si comporta come Busi. E’ vero che adesso appartiene alla casta dei baroni universitari, ma all’inizio non era così.
Ciao Chiara, fammi sapere per favore che strada stai percorrendo per tradurre il tuo libro che sono molto interessato a questa opportunità
a presto
Ema
Per inglese e francese uso Trados 2009 e poi mi faccio correggere da due madrelingua che ho trovato su Agent Query Connect, per il giapponese ho trovato un’agenzia coreana che si occupa anche di pubblicazione e distribuzione in Giappone.
Grazie mille Chiara, veramente utili i tuoi suggerimenti.
Se ti va, tienimi informato sull’evoluzione del tuo progetto che secondo me sta prendendo una strada molto interessante
a presto allora!
Ema
Leggo i commenti in ritardo ma vorrei dire anch’io la mia: non conosco i libri di Aldo Busi proprio perchè questo suo modo arrogante di imporsi a tutti i costi per vendersi non mi piace, anzi nel mio caso ottiene il contrario. Ma vorrei ricordare una cosa importante che nessuno ha sottolineato: mi sembra che ciò che distingueva i grandi scrittori del passato fosse la capacità di farsi apprezzare con L’UMILTA’ senza mai arrogarsi il diritto di sentirsi il numero uno con sfacciataggine come invece fa lui.
Ciao Daniela,
effettivamente molti atteggiamenti eccessivi di Busi allontanano vari lettori che non li tollerano…
grazie per il tuo commento,
a presto
Ema
Credo che Aldo Busi sia un grande uomo, forse incompreso dalla società e per questo a volte messo alla deriva!
Sono una grande lettrice, ma confesso di avere conosciuto Aldo Busi solo grazie al mezzo televisivo. E Aldo mi piace, proprio per la sua schiettezza e, soprattutto, per la sua immensa cultura. Una schiettezza e una cultura che sicuramente infastidiscono molti, come altrettanto sicuramente attraggono altri. Quale sia il confine tra sincerità e finzione nel mondo di Busi lo sa soltanto lui. Di certo, i suoi atteggiamenti provocatori ottengono il risultato di procurargli una grande visibilità, ma non sono gli unici mezzi per ottenere il “successo”. Io, ad esempio, adoro Margaret Mazzantini e la sua scrittura “poetica”, una persona profondamente diversa da Aldo, ma non per questo anonima o poco convincente …
io ho conosciuto busi guardando il “costanzo show”e mi colpiva il suo originalissimo modo di dire delle verità in modo sfacciato e impavido. il giorno dopo avevo in mano “seminario sulla gioventù ” colpo di fulmine fin dalle prime righe. ora ho tutta la sua opera . personalmente adoro il suo modo di rappresentarsi in pubblico e di rispondere a domande discutibili come quella fatta nell articolo riportato .
Grazie Daniele per il tuo contributo, anche io ho un bel pò di libri di Busi e ho trovato ogni suo libro originale e piacevolmente leggibile.