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Aldo BusiCiao Aldo, innanzitutto complimenti per la tua lotta continua all’ipocrisia, però adesso vorrei farti una domanda che spero ti faccia incazzare per bene, non è una domanda di filosofia ma è più veniale e riguarda il limite sottile tra reality e fiction. Nelle tue continue apparizioni televisive e anche stasera l’espressione del tuo pensiero è palesemente spettacolarizzata, la mia domanda è: in tutto ciò, quanto c’è di premeditato allo scopo di vendere poi più copie del tuo libro, e quindi di fare marketing librario?

Mavaff… Ma dai… Non essere così naif! io sono già stato pagato prima di venire qua, fortunatamente mi avete pagato bene, io mica lavoro così a 350 giorni il pagamento, io prima voglio il bonifico poi, forse vengo… in tutti i sensi… non ho bisogno di nulla, non ho nessuna malattia prostatica, ma… la mia altro non è che una finzione della sincerità che mi permette di essere ancora più sincero.

La spettacolarizzazione risale all’invenzione dell’eroe, della tragedia greca, perché attraverso l’eroe il popolo si ricordava più gli avvenimenti.

Quindi sono forme di retorica, ma la retorica è una tecnica per svolgere la parola e quindi dell’alta rappresentazione, ma questo non significa che io stia affatturando il mio pensiero soltanto perché ho una parlantina.

Saper parlare come me significa essere collegati al nanosecondo con il proprio cervello, perché io ne ho uno e avendo un cervello non ho alcun bisogno di fingere, perché? perché la mia voce è la mia voce, non è la voce di un padrone o di un qualcuno che delega il suo pensiero a essere rappresentato da me.

Io mi riconosco nel mio popolo, io mi riconosco negli italiani, e non sono populista, non sono un demagogo, non grondo retorica come cerume dalle orecchie.

Io posso permettermi di essere schietto, perché sono sicuro del mio pensiero e della sua probità, non sono… non mi sto vendendo, mi sono noleggiato… ed ecco sai che fatica a farlo… mi sono noleggiato ma la proprietà e del mio pensiero e del mio linguaggio, del mio passato… è mia! non ce l’ha nessuno, anzi, io non solo non ho mai chiesto un favore ma ho respinto quelli che mi si voleva imporre, e non è facile vivere da italiani ed essere come me.

Io vivo sempre… molto correttamente, sono un miracolo vivente.

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Sono riuscito a fare questa breve intervista a Aldo Busi il 30 luglio a Popsophia, strepitoso evento culturale in terra marchigiana organizzato da un leggendario Hermas Ercoli, cui la mia commossa stima è rivolta.

Torna intanto alla domanda scomoda che ho posto a Busi.

Premessa: la mia ragazza è bielorussa, conosce bene autori come Dostoevskij e Cechov ma non Busi. Quando lo ha visto sul palco, mi ha detto:

“Ah ma questo è quello dell’isola dei famosi!”

Non ho avuto purtroppo la possibilità di ribattere a Busi e intavolare una discussione, tuttavia ritengo che la risposta che Busi mi ha dato sia stata molto fumosa e poco puntuale.

Nella mia domanda, il mio punto di partenza era la sua continua presenza in televisione, ma Busi ha focalizzato (e secondo me deviato) la sua risposta sulle modalità di partecipazione a Popsophia, sottolineando che ha ricevuto un compenso per esibirsi, sì perché è stata un’esibizione, un vero show.

Tuttavia alla fine del suo intervento, sono rimasto sbigottito quando l’ho visto firmare e consegnare penso almeno 300 copie dei suoi libri. A un certo punto non ce la faceva più, aveva la mano quasi bloccata a forza di firmare copie.

Io ricordo con certezza di aver assistito a una sua intervista qualche anno fa in TV (ma non ricordo purtroppo la trasmissione), in cui Busi ammetteva di usare la TV per apparizioni in cui solitamente esagerava nei comportamenti allo scopo di fare pubblicità ai suoi libri.

Perché aveva capito che il suo essere personaggio, come indiscutibilmente lo è, sarebbe stato il suo punto di forza per diffondere il messaggio che lui deposita nei sui libri.

Sono certo al 100% che lui ha dichiarato in passato quanto poc’anzi ho scritto, perché Busi è stato ed è in assoluto uno dei pochissimi autori che leggo con vorace piacere. Lo sai che ci si ricorda bene chi si segue con grande attenzione. Gli altri, quelli i cui scritti e le cui parole sono solo omologazione spenta di intelletti ingolfati, ce li scordiamo il giorno dopo di averli letti o ascoltati.

Busi sostiene di essere il più grande scrittore italiano.

La mia opinione è che potrebbe anche aver ragione. Se ricordi il mio post in cui ti ho raccontato in parte la storia della mia vita e l’evoluzione della mia passione per la scrittura, nella fase in cui mi ero arenato nell’elaborazione linguistica ampollosa e illeggibile, l’influsso dei libri di Busi era sicuramente uno dei fattori principali che avevano incastrato il mio modo di narrare. Lo leggevo e rimanevo incantato dalla ricchezza linguistica dei suoi testi.

Solo dopo ho capito che sono pochissimi gli scrittori che possono permettersi di usare un’ampia gamma di parole non comuni e riuscire comunque a farsi leggere da un enorme stuolo di lettori.

E poi se alla fine dei giochi Busi non sarà catalogato come un genio della lettaratura, sicuramente dal mio punto di vista sarà ricordato come un genio del marketing.

Rifletti su questa frase di Busi che trasuda marketing da tutti i pori:

La spettacolarizzazione risale all’invenzione dell’eroe, della tragedia greca, perché attraverso l’eroe il popolo si ricordava più gli avvenimenti.

Nonostante gli incredibili e continui risultati di vendita dei suoi libri, i suoi libri non sono propriamente rivolti a tutti. La schiettezza viscerale dei suoi testi e “cazzi, figa, culo” e affini… non sono digeribili da una vasta fetta di lettori. Tuttavia lui riesce a farsi comprare anche da chi non si sarebbe mai interessato, per i contenuti trattati e la forma con la quale sono esposti, ai suoi libri.

Ad esempio Busi non avrebbe mai raggiunto lettori come la mia ragazza, se non fosse il discutibile personaggio televisivo che è.

Mio caro Busi, puoi prendere per il culo con la tua risposta tutta la platea, con cazzate insostenibili del tipo:

la mia altro non è che una finzione della sincerità che mi permette di essere ancora più sincero.

ma non prendere per il culo a me, che ti apprezzo come scrittore e mi aspettavo di sentire le cose come stanno, invece di ascoltare concetti solidi come il vapore.

Tu invece che leggi ScrittoreVincente, che ne pensi di questo articolo? Ci tengo a un tuo commento in basso ;-)

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