Paolo Soldano, giornalista pubblicista dal 2004, vive in Giappone dal 2007 dove è responsabile Comunicazione & Web alla Camera di Commercio Italiana in Giappone. Ha una laurea in lettere e un Master in Web Journalism. Ha vissuto per qualche tempo a Seul e Parigi. Ha scritto un libro che si chiama ‘Giapponesi si nasce‘.

Entro in contatto con Paolo il 18 novembre 2010 quando ricevo la sua mail:

Mi chiamo Paolo Soldano e mi ha fatto conoscere il tuo (lasciatelo dire senza piaggeria) straordinario sito mia sorella, da pochi giorni. Davvero complimenti. So che sarai subissato di email ma volevo chiederti se potevamo fare qualcosa insieme…

Pensi che non ho riflettuto prima di pubblicare la sua mail così spudoratamente? Ho cercato di resistere, ma non ci sono riuscito. Le tentazioni sono micidiali e inesorabili, come sentenziava quel genio di Oscar ;-).

Ho poi pensato che sino ad oggi ho pubblicato tutto, compresi gli insulti che ho ricevuto pubblicamente e anche il contenuto di mail private che contenevano pesanti critiche a ScrittoreVincente. Ho quindi stabilito che se devo giocare a carte scoperte, le carte del mio mazzo devo mostrarle tutte.

Giapponesi si nasceLe domande che ho fatto a Paolo, come d’altronde a tutti gli altri scrittori che ho intervistato, sono imperniate sul tema della promozione del libro. Ne sono sempre 13. Non mi chiedere perché. E’ chiaro che solitamente gli scrittori non hanno una formazione nel marketing (non credo sia il caso di Soldano, esperto di comunicazione, web journalism). Sarebbe più logico chiedere a un’agenzia pubblicitaria come si dovrebbe promuovere un libro.

Ma il punto sul quale ritorno anche in questo post, è sempre il solito: gran parte degli scrittori che hanno pubblicato in Italia NON hanno:

  • il supporto di un’agenzia pubblicitaria alle spalle
  • una casa editrice che promuove efficacemente il loro libro
  • risorse economiche per finanziare agenzie pubblicitarie esterne

e quindi, se vogliono diffondere il proprio libro, devono per forza autopromuoversi, magari solo per superare quel gradino in più che gli permetta, come Soldano si auspica, di pubblicare con una casa editrice che faccia seriamente la promozione libraria accompagnandola con una distribuzione capillare.

L’INTERVISTA

1 – Paolo: spiegaci in poche parole chi sei, cosa ami fare e qual è il ruolo della scrittura nella tua vita.

Viaggiatore curioso e affascinato, appassionato lettore, ottimista ma realista, “novello marito”, amo ascoltare ed essere coinvolto dalle storie d’altri. La scrittura non ha un ruolo ben definito all’interno della mia vita: mi è semplicemente necessaria. Mi fa star bene e male, meglio e peggio, rende tutto più difficile e insieme più semplice.

2 – Qual è stato il percorso che ti ha permesso di pubblicare GSN?

Un caro amico venne a trovarmi a Tokyo, lesse alcuni capitoli di quello che sarebbe poi stato il mio libro e mi chiese cosa aspettassi a pubblicare. Tornò in Italia e andò direttamente da Mondadori (con la quale lui aveva già pubblicato), ma nulla da fare: la situazione all’epoca era veramente grigia. Cominciai dunque a cercare un’altra casa editrice, ma mi resi subito conto che non era operazione così facile dal Giappone, sia per il fuso orario sia per le spese (e i tempi) di spedizione del manoscritto. Ad ogni modo, una sera ero a una specie di aperitivo all’italiana: incontrai un conoscente che non vedevo da mesi e venne fuori che aveva appena pubblicato per Aletti. Non persi tempo: tornai a casa, vidi che c’era una selezione di opere inedite, mandai il materiale e un paio di mesi dopo mi arrivò a casa direttamente il contratto.

3 – Stai sviluppando una precisa strategia promozionale concordata con la tua casa editrice ed eventualmente che tipo di supporto ti sta dando la casa editrice?

Ahimè devo rispondere con un no secco: non sto sviluppando una precisa strategia promozionale con la casa editrice semplicemente perché la casa editrice non mi da alcun tipo di supporto. Tutto quello che si legge e si trova intorno al libro è frutto di auto-promozione: sono stato io a crearmi i contatti con la stampa, la radio, le associazioni, a inventarmi la “campagna marketing”, creare e gestire il sito, organizzare presentazioni on-line e non.

4 – Nella quarta di copertina del tuo libro sono riportati i commenti al tuo testo di 4 opinion-leader: è stata questa una scelta tua o dell’editore?

E’ stata una mia scelta, l’editore non c’entra.

5 – Sembrerebbe che il tuo libro è praticamente l’alter ego del tuo Blog: sin da prima della pubblicazione di GSN, avevi pensato al Blog come strumento promozionale del tuo libro?

Più che l’alter ego, io lo definirei una “vetrina” dietro la quale esporre gli oggetti che compongono “Giapponesi si nasce”. L’idea mi è venuta prima della pubblicazione del libro, e sì, avevo pensato al blog come un importante strumento promozionale: l’unico che potevo controllare direttamente.

6 – Da quanto hai lanciato il tuo libro hai verificato qual è stato il numero di visite del tuo Blog sino ad oggi?

Da quando il sito è stato pubblicato on-line (agosto 2010) a oggi (4 gennaio 2011) le visite sono state 22.380.

7 – Con un così elevato numero di visitatori, hai pensato di inserire della pubblicità sul tuo sito per finanziare ad esempio ulteriori iniziative promozionali di diversa tipologia?

Ci ho pensato tante volte, purtroppo quello che mi manca è il tempo per gestire tutto: tra lavoro “ufficiale”, servizi come giornalista free lance, “ordinaria amministrazione” per la promozione del libro (aggiornamenti sito e Facebook, risposta lettori, contatti con i media ecc.) non mi rimane molto altro tempo.

8 – Prima della pubblicazione su cartaceo, tramite internet alcuni autori stanno distribuendo gratuitamente la propria opera in formato digitale: reputi che ciò possa favorire o inficiare le vendite reali del libro, ovvero quelle posteriori alla pubblicazione cartacea?

Premesso che dipende dal contratto con la propria casa editrice, se in generale sono favorevole alla distribuzione digitale, il rischio di farlo gratuitamente è che non si ha il reale polso della situazione su chi ha scaricato e poi letto il libro perché effettivamente interessato o perché mosso dal fatto che “tanto è gratis”. Per ovviare a questo, penso che una soluzione possa essere quella di mettere un obolo di commissione, un euro per esempio.

9 – Dato che il tuo libro individua un target di lettori ‘facilmente definibile’ (interessati al Giappone) e che ti stai occupando praticamente da solo della promozione della tua opera, hai pensato a una strategia di web-marketing che va a lavorare su forum, siti, blog, gruppi e fan-page di social network che sono nel tuo specifico target?

Più che pensare a una strategia di web-marketing, ho semplicemente cercato e contattato le maggiori (ma anche minori) associazioni interessate al Giappone, in qualche caso anche inviando una copia del mio libro. La risposta è stata molto positiva: quello che mi interessava era entrare in quei “circoli” di scambio link, segnalazioni, piccole recensioni ecc. che permettono di far conoscere il testo e il mio nome.
Una strada che devo ancora realmente percorrere è quella dei forum: ma sono un po’ titubante perché odio essere invasivo, e partecipare a discussioni sul “tema Giappone” potrebbe essere un’arma a doppio taglio. L’ho scritto anche nell’introduzione: nonostante i quasi 4 anni qui, io non so nulla di Asia, né di Giappone. Semplicemente mi limito a guardare, osservare e scrivere quelle che sono solo impressioni, racconti, diari di un viaggio che deve ancora concludersi. Senza alcuna pretesa di esaustività, senza preconcetti e senza pregiudizi.

10 – Dalla tua esperienza, reputi più efficace a livello promozionale l’azione che stai sviluppando su Facebook (profilo e fan-page) oppure quella sul Blog?

Penso che a livello promozionale Facebook sia più diretto. Ma il blog reputo sia uno strumento indispensabile, “ufficiale”, senza il quale la pagina FB secondo me risulterebbe più debole.

11 – Nel mio Blog dove inserirò la tua intervista, asserisco che uno scrittore che tenta di affrontare il mercato editoriale attuale (composto da più libri che lettori!), per far emergere la propria opera, deve soddisfare una particolare equazione. L’equazione stabilisce che le stesse energie che sono impiegate per la scrittura dell’opera devono essere dedicate anche alla promozione della stessa, con la stessa cura del metodo sia per la scrittura che per la promozione.
Reputi che tale asserzione sia una esagerazione?

Non penso sia una esagerazione, anzi, penso sia una piccola/grande verità che non molti hanno intuito fino in fondo e che lascia spazi di movimento molto ampi. Certo, la cosa migliore sarebbe che fosse la casa editrice a garantire un minimo di distribuzione e promozione (reale, non fatta di siti o riviste autoreferenziali) soprattutto dopo 6 mesi o un anno dalla pubblicazione, quando un giovane autore potrebbe aver esaurito le idee di autopromozione e anche essere un po’ “stanco” di fare marketing.

12 – Quali sono i consigli che daresti a uno scrittore che vuol promuovere autonomamente la propria opera?

Leggersi qualche testo di web-marketing finalizzato alla promozione del proprio libro; non lesinare sull’invio delle copie a giornalisti, opinion leader, ecc.; creare un buon sito internet e aggiornarlo spesso, e fare così anche per Facebook, Twitter o MySpace.
E, soprattutto, credere fino in fondo al proprio “prodotto”, senza essere arrogante o saccente, ma conscio del proprio lavoro e delle proprie potenzialità.

13 – Quali sono i tuoi progetti letterari futuri ed eventualmente stai pensando a nuove tecniche promozionali degli stessi?

Ho già un paio di idee in testa che rientrano nella categoria “progetti letterari futuri”, ma mi piacerebbe coltivarle con l’adeguata calma, annaffiando e curando il tutto assiduamente, in modo tale che le radici siano forti e la pianta cresca sana e ben strutturata. La “nuova” tecnica promozionale alla quale sto pensando è vecchia come il mondo dell’editoria: affidarmi a una casa editrice che abbia una buona distribuzione e che possa affiancarmi in alcune fasi post-pubblicazione, altrimenti il lavoro di marketing potrebbe essere del tutto inutile. Chi vuole comprare un libro lo deve innanzitutto trovare: se la scatola di pomodori viene pubblicizzata e poi non la vedi sullo scaffale del supermercato, te ne dimentichi. E non la compri.

((home photo by Joi Ito)

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