Nel mio corso/libro Bestseller Course descrivo come puoi usare a tuo favore la teoria dei 6 gradi di separazione per raggiungere persone chiave, strategicamente importanti per la promozione del tuo libro.
Ad esempio, è stato dimostrato da programmatori di Microsoft che gli utenti di Messenger sono tutti connessi ad ogni altro utente attraverso al massimo 5 altri utenti che fanno da “ponte”.
Che cosa significa tutto questo?
Premessa: tu sai che puoi amplificare la promozione del tuo libro solo attraverso le relazioni con altre persone, che ti portano ad esempio acquirenti dei tuoi libri e altre persone che parleranno ad altre del tuo libro (passaparola).
Inoltre, tu sai che, per il successo del tuo libro, è diverso fare una presentazione nella biblioteca della tua città o in diretta a Radio Deejay.
Ma come puoi raggiungere ad esempio la redazione di Radio Deejay, o di una trasmissione su Canale 5, o un giornalista del Corriere della Sera per poter così pubblicizzare il tuo libro a milioni di persone? Lo puoi fare solo attraverso le persone, ossia conoscendo delle persone che ti portano poi ad altre persone che alla fine ti faranno incontrare il redattore importante, il giornalista famoso, lo speaker rinomato.
Ebbene, la teoria dei 6 gradi di separazione, sostiene che se vuoi arrivare a qualsiasi persona della terra, che sia Fabio Fazio o Gabriele Salvatores o Barak Obama, bastano al massimo 5 interconnesioni tra persone, cioè tu che contatti un’altra persona, poi lei un’altra e al massimo dopo 5 contatti, si arriva ovunque!
Un esempio di questa teoria è il racconto che Francesca Riccioni ha scritto per ScrittoreVincente, che tramite Twitter è arrivata a pubblicizzare il libro Lavoricidi Italiani in diretta alla trasmissione “L’ultima parola” su RAI 2. Francesca è tra l’altro co-autrice , insieme al sottoscritto e ad altri 12 autori marchigiani della “versione base” di Lavoricidi, quella marchigiana doc :-).
La passione per la scrittura c’è sempre stata, ma l’”unione fa la forza” e chi meglio di me potrebbe dimostrarlo? L’uso dei social network, se mirato ai propri obiettivi è sicuramente uno strumento ad altissimo potenziale. La mia avventura “letteraria” nasce nel 2011 quando su Facebook mi accorgo di un “evento” organizzato da Jonathan Arpetti e Paolo Nanni. Il primo, già affermato scrittore, il secondo videomaker e appassionato di teatro. I due cercano ragazze, donne, signore per scrivere un romanzo a più voci femminili. Invitano chiunque fosse interessata ad una riunione a Macerata.
“Perché non partecipare?”. Mi chiedo.Nel caso peggiore avrò perso una serata. In una breve chiacchierata telefonica mi promettono di non vendere né pentole né enciclopedie, mi rassicurano e io accetto. Mi presento incuriosita. Ci troviamo, una ventina di donne, sedute in cerchio a raccontare le nostre esperienze con gli uomini. Da allora il nostro sodalizio letterario non si è più sciolto, e, anzi, portiamo avanti sempre progetti nuovi. In pochi mesi tre libri pubblicati, “Affetti collaterali”, edito da Pendragon, e nato, appunto, da quel primo evento Facebook, “Lavoricidi” edito da Comunication project e “Lavoricidi Italiani”, la nostra creatura più giovane, pubblicato da Miraggi Editore e uscito appena pochi giorni fa, esattamente il 26 ottobre.
Essere solamente dei buoni scrittori non è più sufficiente. Il mercato richiede anche buone capacità di comunicazione e di promozione.
Potreste certamente pubblicare il vostro libro a pagamento e venderne porta a porta le copie, o imbattervi in case editrici che vi chiedono di acquistare una buona parte delle copie stampate. Non è così che funziona… e bisogna accuratamente scartare questo tipo di proposte!
Un editore serio sceglie di investire nei libri che decide di pubblicare. L’investimento non si ferma alla semplice stampa e distribuzione in libreria. E’ proprio da questo momento (o anche da qualche giorno prima, quando si entra in fase “teaser” ) che inizia il divertimento, ma anche la fase più impegnativa.Buona parte della comunicazione oggi passa attraverso social network.
Se fino a qualche tempo fa per comunicare al grande pubblico era necessario inviare lettere cartacee e sperare in una risposta, oggi la comunicazione è smart, veloce e diretta. Avere molte possibilità di comunicare al pubblico e a potenziali recensori, riviste, rubriche televisive, comporta anche una grande mole di lavoro che deve essere organizzata e affrontata con metodo e voglia di fare. Non per nulla scrivere è anche una passione, e quale cosa migliore di vedere il proprio libro nelle mani dei lettori, e magari riceverne anche una recensione?
Fiduciosa nelle immense potenzialità dei social network, ho creato con gli altri scrittori dello Zaratan Clan un blog, e una pagina facebook, da cui interagire con i lettori e i frequentatori del web. La più grande soddisfazione, ma anche un incoraggiante punto di partenza (e non di arrivo!) è stato quella di poter presentare il romanzo “Lavoricidi italiani” all’anteprima web del programma televisivo “L’ultima parola” in onda su Rai2 in seconda serata il venerdì sera e di avere una finestra anche nel programma serale.Come siamo arrivati a tutto ciò? Grazie a un tweet!
Nel corso di uno dei soliti viaggi di lavoro, mi trovavo in treno e, iPhone alla mano, ho iniziato a twittare dei brevi messaggi dal mio account personale sia sulla mia bacheca, che ad altri profili interessati al tema. Tra questi, il profilo della trasmissione televisiva “L’ultima parola”. Erano passati pochi giorni da quando il ministro Elsa Fornero aveva parlato di giovani schizzinosi, e così ho associato l’hashtag #choosy e #choosysaraitu, tra i primi nella classifica italiana in quel momento, a #lavoricidi e ai miei tweet.
Pochi caratteri a disposizione e un chiaro messaggio da far passare: “in #Lavoricidi italiani di storie #choosy ne abbiamo 20!”.
La mattina successiva vengo contattata tramite Twitter dallo staff del programma per essere invitata a presentare il libro in trasmissione e a parlarne nel dibattito nel corso della puntata. Due giorni dopo mi ritrovo negli studi di via Mecenate a Milano, in Rai, ospite della puntata web e in prima fila nel pubblico della puntata serale, dove Gianluigi Paragone mi offre l’opportunità di lanciare un breve flash sul romanzo che, proprio quel giorno, esce in libreria. Due giorni dopo i video, visionabili on demand su Youtube hanno circa 1000 visualizzazioni. Per non parlare dello share del 14,5% della puntata e dei circa 1.000.000 di ascoltatori sintonizzati sul programma. Un ottimo inizio per la nostra creatura letteraria!La mia partecipazione al programma è stata anche l’occasione per conoscere giovani e giornalisti interessati al tema. Nel corso della registrazione della puntata i tweet miei e degli altri addetti stampa e blogger hanno consentito all’hashtag #ultimaparola di arrivare tra i primi nella classifica italiana, con grande visibilità anche del mio profilo (ove è riportato l’indirizzo del blog del libro) e ovviamente dell’hashtag #lavoricidi. L’operazione di tweet si è ripetuta anche dopo la registrazione della puntata, quando alle 23:20 è stata mandata in onda. Il risultato? Oltre ai “pollici roventi” e tre ricariche della batteria dell’iphone nel giro di poche ore (!) anche l’aumento del numero di follower del mio profilo interessati al libro e alle tematiche in esso trattate.
In questa operazione di pubblicizzazione ci aiuta anche la casa editrice Miraggi di Torino, anch’essa presente con un profilo twitter, sempre pronta a ritweettare i miei messaggi e a rispondere ai potenziali lettori. Con pochi click siamo riusciti ad attivare una campagna promozionale i cui risultati attesi, oltre all’aumento delle vendite, riguardano anche l’incremento dell’interazione con il lettore.
In un’era multimediale come la nostra, non è possibile concepire il libro come un prodotto fine a sé stesso e “in grado di vendersi da solo”, in particolare se si parla di scrittori emergenti. Uno stile fluido e una buona idea, se affidati alle pagine di una pubblicazione dimenticata negli angoli bui delle librerie non sono sufficienti a fare del proprio libro un caso editoriale, o perlomeno, a venderne le copie stampate. Fortunatamente i social network e il web ci aiutano in questa magnifica avventura letteraria.
Il caso di Francesca è un buon modello di quanto conti oggi calibrare e personalizzare la propria presenza sui canali social. Che – ricordiamo – nascono con un anima sociale, con tutto quello che questo implica: velocità, reazioni di pancia, reti di relazioni deboli, scarsa attenzione.
Con le dovute eccezioni.
A proposito di social, dopo gli anni di picco, ho l’impressione che ci siano dei chiari segnali di controtendenza: insomma che non siano pochi quelli in fuga, specialmente da facebook, ma anche da altri canali.
Corro ad iscrivermi a Twitter, cosa che non ho ancora fatto a causa della mancanza di tempo…
Credo che una opportunità così vada sfruttata davvero!
Grazie Walter per il tuo commento che contiene un’analisi pregna di valore. Ho ben inteso cosa intendi.
Spesso si sente dire (anche io l’ho scritto nei miei corsi) che prima di promuovere un prodotto sui social network è necessario sapere se i fruitori potenziali del prodotto sono presenti sui social in cui si vuol fare la promozione. Oggi aggiungerei che ciò non basta. E’ necessario sapere, una volta appurato che i fruitori potenziali sono presenti sui social, se questi hanno la sufficiente attenzione da dedicare al marketing sviluppato intorno al prodotto stesso.
Ogni campagna di marketing sui social ha poi spiccate “caratteristiche soggettive”, ecco che le eccezioni che citi, spesso sono più diffuse di quanto si immagini.
Credo che l’attività principale da svolgere prima di fare una campagna seria sui social sia ascoltare attentamente le voci dei membri del social.
Ciao Stefano, sicuramente non basta iscriversi a Twitter ;-), ma è necessario avere una strategia comunicativa ben specifica.
Leggendo l’articolo sembra che Francesca abbia avuto una gran botta di fortuna… sì, anche questo è sicuramente successo, ma in fondo c’è stata prima una comunicazione idonea che, come descrivo nel mio Bestseller Course, è andata a risvegliare gli interessi delle persone che appartengono alle “Cerchie” dei potenziali lettori del libro che Francesca stava promuovendo.
un bell’esempio di come la fortuna, a volte, aiuti gli audaci ed i perseveranti. qualche astuzia ci vuole, e poi un pizzico di fortuna…ma accade.
Non mi esprimo perché ho avuto pessime esperienze con Lavoricidi, però vorrei solo dire che la tecnica di usare hastag falsi per attirare l’attenzione non è nuova: nei siti web spesso si vedono metatag o tag a sfondo sessuale o su temi d’attualità, che nulla hanno a che fare con il sito o l’articolo, proprio per attirare più visite.
La ragazza non solo è fortunata perchè ha un aspetto telegenico (se fosse stata vecchia e brutta dubito che sarebbe finita in tv), ma è anche molto sveglia perché ha sfruttato il termine choosy a suo favore.
E’ BELLA LA FRASE LASCIA UN COMMENTO*.
SI E’ QUALCOSA CHE TI PRENDE DENTRO CHE TI DICE, DAI ORA PARLA TU: NON E FACILE COMMENTARE LE IDEE DELI ALTRI MA E’ FACILE SE TU QUESTE IDEE LI FAI BAIPASSARE DAL TUO CUORE ED ALLORA SI PUOI CAPIRE MOLTO DI PIU’ PUOI TIRARE FUORI TUTT I PENSIERI CHE FRULLANO NELLA MENTE TUTTI I PENSIERI CHE CI SONO IN QUELLA CREATURA LETTERARIA ( (BELLISSIMA FRASE FRANCESCA) SI PERCHè E’ LEI CHE TI SUGGERISCE COSA FARE, COSA DIRE, COSA COMMENTARE, COSA DARE PER TITOLO AL NASCITURO . FRANCESCA RICCIONE SEI PREPARATA E IN GAMBA IO DA UN PO’ CHE TI SEGUO E QUELLO CHE HO IMPARATO DA TE SONO DUE COSE LA PRIMA DI NON PERDERSI D’ANIMO, LA SECONDA E’ QUELLA DI SAPER COMUNICARE ALLE PERSONE LA GIOIA, L’AMORE CHE PORTI DENTRO, PURTROPPO TUTTO QUESTO LO DEVI PORTARE DENTRO E’ COME QUELLO CHE VOLEVA A TUTTI I COSTI FARE IL SIGNORE CI PUOI RIUSCIRE SOLO PER POCO A FARLO PERCHE’ SIGNORE SI NASCE E NON SI DIVENTA.
ORA CHIUDO CON L’AUGURIO CHE TU POSSA LEGGERE QUESTE FRASI CHE NASCONO DALLA MENTE ATTRAVERSANO L’ANIMA E SI FERMANO AL CUORE. GRAZIE. DIMENTICAVO HO SCRITTO TRE LIBRI.CI SENTIAMO DOPO ANCORA GRAZIE.
Ciao Emanuele,
dicevo sul serio non c’era ironia, ma presa di coscienza di una mia mancanza.
Concordo che ci sia stata fortuna, ma la fortuna anch’essa va aiutata.
Niente nasce dal niente….
Complimenti a Francesca per il suo successo.
Vorrei solo precisare che sono stata invitata in trasmissione dopo contatti via Twitter e telefonici, per cui nessuno si è basato sul mio aspetto fisico. Potevo essere chiunque ma ciò che interessava alla redazione era il ns. Libro. Anche perché non mi sembra che in un programma politico vadano a parlare solo vallette e letterine. Sarei invece più interessata a capire cosa intendi con “pessime esperienze su lavoricidi”. Altra cosa: la redazione chiedeva di raccontare le proprie storie di choosy e non penso che scrivere. “Noi di storie ne abbiamo 20, in un libro che si chiama #lavoricidi” sia scorretto ne paragonabile a chi associa hashtag porno ai temi di attualità.
Anche io ho scritto un romanzetto, si tratta più che altro di una mia autobiografia per raccontare la mia vita e così dicendo, mi piacerebbe anche a me poterla pubblicare…
Grazie Giuseppe, sono proprio i commenti che completano i contenuti degli articoli. E’ questo il senso primo e il potere informativo che ha il blog, e che altri media non hanno, ossia la possibilità di interazione dei lettori che completano quanto già scritto nei post.
Scrivere sul blog è “scrittura in divenire”…