Paolo Pallara, in arte Paolo Dune, è un autore unico nel panorama nazionale.
Con questa frase di solito si inizia la pubblicità (per chi mastica poco e male di “marketing moderno”) di qualsiasi libro e/o autore.
Come avrai percepito oramai, siffatta frase, a livello di marketing, non è più efficace come un tempo.
La verità è che siamo stanchi di chi scrive sempre gli stessi slogan, pur di vendere un libro sul web, alla tv, alla radio o al barsportdipiazzadelpopolo.
Ma quanti saranno in Italia tutti questi fenomeni della letteratura?
Tutti questi autori unici nel loro genere, autentici e inimitabili?
Sono tutti così distinti e originali che alla fine sono tutti uguali agli altri. E solitamente sono autori di prodotti di bassa levatura.
Paolo Pallara me lo ha spedito “Il Primo Angelo”, il suo libro cartaceo, bello spesso e pure pesante.
A me che da quando mia moglie in questo Natale mi ha regalato il Kindle, ho smantellato l’instacabile e polverosa libreria parcheggiata sul comò a fianco il mio letto. A me quindi che appena ho aperto la busta, ho guardato in cagnesco “Il Primo Angelo” e mai avrei pensato di leggerlo, per i tanti libri che ricevo, per il genere che non è il mio, per i miliardi di attività che devo fare nel mio tempo libero e perché sono sempre in ritardo cronico con tutto e tutti.
Ma sai com’è? I libri sono tentazioni difficili da resistere, prima o poi li sfogli e poi ci caschi dentro nelle righe, cerchi di risalire ma sei ancora dentro, provi ancora a venirne fuori ma più sforzi fai e più affondi, se il libro vale.
A seguire ti riporto la mia recensione del libro di Paolo Dune “Il Primo Angelo”.
Dalla sua intervista seguente emerge come diversi autori che hanno talento e scrivono libri interessanti anche a chi, come me, non ama il genere specifico che trattano, sono degli uccelli con le ali rotte nel momento in cui non sviluppano un piano marketing a lungo termine.
Io sono convinto che questi autori devono concedersi una possibilità, e lo devono fare subito, perché dietro alla presunta temporaneità della loro passione è nascosto l’infinito, come Polo Dune scrive di seguito riferendosi alla scrittura:
…Potrebbe essere dunque una parentesi, ma di quelle parentesi che non si chiudono mai.
La possibilità cui mi riferisco è ovviamente quella di prendere in mano il proprio libro e diffonderlo sul serio con una promozione metodica e costante.
Tuttavia tu sai che solo poche persone possono mettersi in discussione e sviluppare azioni concrete a tal senso. E’ difficile, impegnativo, non si ha tempo, c’è paura, non ci si sente portati… ma la domanda è sempre e solo una:
Quanto conta per te il sogno di diventare uno scrittore che vende tanti libri?
L’INTERVISTA
1) Spiegaci in poche parole chi sei, cosa ami fare e qual è il ruolo della scrittura nella tua vita
“Sono avvocato, ma faccio il segretario comunale in un paese in provincia di Lecce. A tempo perso mi dedico ad una antica passione: la scrittura. In realtà è una attività che giudico onerosa e faticosa. Ma per me costituisce una necessità: mi serve per liberarmi delle fantasie, dei personaggi e degli intrecci, che periodicamente affollano la mia mente.”
2) Qual è stato il percorso che ti ha permesso di pubblicare il tuo libro “Il Primo angelo”?
“Ho inviato il romanzo a numerosi editori, e ho ricevuto diverse proposte, ma quasi tutte con contribuzione economica. Poi mi ha telefonato ‘Il punto d’Incontro’. Il contratto proposto era gratuito e prevedeva una distribuzione con Messaggerie, uno dei migliori distributori italiani. Ho accettato ed è stata una scelta valida. Il libro è stato stampato e commercializzato in tempi brevi, ed è risultato un buon prodotto, da un punto di vista editoriale. Purtroppo non ha ricevuto abbastanza promozione, ed è rimasto ai margini. L’editore, che si occupa prevalentamente di saggistica, non è riuscito a sviluppare la collana della narrativa, che ora credo sia stata anche chiusa. Pazienza. Non credo avrei potuto ottenere altro.”
3) quali sono le tecniche promozionali con cui ti trovi più a tuo agio?
“Non mi intendo di tecniche promozionali, non sono mai stato un buon venditore. Mi piacerebbe che il libro camminasse con le sue gambe, andando dove gli pare…”
4) Qual è il motivo della scelta dello pseudonimo? L’uso dello pseudonimo secondo te ha favorito o inficiato sulle vendite del tuo libro?
“Non mi piaceva il mio cognome, Pallara, e non lo trovavo adatto al genere di narrativa che trattavo. La scelta di Dune è stata puramente casuale. E non credo che abbia avuto una grande influenza sulle sorti del libro.”
5) Quali sono le tecniche di marketing sia offline che online che ti hanno dato maggiori risultati?
“Ci sono state alcune presentazioni che mi hanno dato molta soddisfazione, ma questo dipende dal presentatore, dalla sua abilità. Su internet ho il mio sito www.paolodune.it, dove ricevo spesso contatti e richieste di acquisto di copie. Ma il sito richiederebbe una maggiore visibilità e un aggiornamento più frequente…”
6) Stai pensando a un futuro in cui la scrittura diventerà sempre più importante per te oppure la scrittura sta solo occupando una parentesi temporanea della vita?
“E’ una domanda a cui non so rispondere. Ovviamente l’idea di vivere di letteratura è molto piacevole, ma realisticamente non realizzabile. Potrebbe essere dunque una parentesi, ma di quelle parentesi che non si chiudono mai.”
7) Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato (e che stai incontrando) nella promozione del tuo libro?
“Le difficoltà del mercato letterario italiano sono due: una scarsa attenzione alla lettura e quindi pochi lettori, e allo stesso tempo molta concorrenza di altri scrittori. E’ difficile trovare spazi duraturi in un contesto simile.”
8) Stai pensando in futuro di autopubblicarti sfruttando le nuove piattaforme per il self-publishing coem ad es. Amazon?
“Per il momento ho seguito i percorsi tradizionali, ma non escludo di avventurarmi in altri orizzonti. La sfida è sicuramente stimolante.”
9) Quanto è importante secondo te la promozione per il successo di un libro?
“La promozione è uno strumento essenziale. Ma spesso non basta e non segue logiche precise. Ci sono libri che riescono ad avere successo per un insieme di circostanze fortuite o perchè hanno un titolo accattivante. Il presupposto è la sua validità, ma poi, come una freccia lanciata in aria, ci vuole anche il vento giusto per farle raggiungere il bersaglio…”
10) Quali sono i tuoi progetti letterari futuri ed eventualmente stai pensando a nuove tecniche promozionali degli stessi?
“Ho un paio di romanzi quasi pronti. Uno costituisce una specie di seguito dei precedenti, mentre l’altro è un romanzo storico, molto differente. Mi piacerebbe che fosse più facile farli conoscere. Il mio desiderio è puntare ad un mercato estero. Spero che in altri paesi d’Europa sia più facile trovare dei lettori. Cercherò anche di seguire questa strada. Grazie.”
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Mi ha incuiosito la recensione di properzi e questa figura del diavolo anomalo… è un libro che potrebbe anche interessarmi, certo he dan brown però non è il migliore dei paragoni
Vorrei chiedere a Paolo Dune de farà le prossime presentazioni del suo libro
Alla fine siamo tutti così, non abbiamo una grande voglia di fare marketing ma una enorme passione di scrivere libri. Credo comunque che il testo di Pallara sia originale e molto interessante. Leggerò qualche recensione. Bravo Properzi per questi ottimi articoli!
Valorizzare gli scrittori “bravi” ma non famosi, dovrebbe essere la regola numero uno in Italia. Ma non è così.
Faccio gli auguri a Paolo e mi complimento con Ema per la sua instacabile voglia di far emergere le sue idee innovative e mai banali.
ps: anch’io ho scritto un romanzo sul diavolo -donna (il fuoco nel ventre) ma il problema è simile a quello di Paolo e tanti altri scrittori poco considerati.
Ciao
Angelo
vorrei gentilmente chiedere se è molto difficile riuscire a tradurre i romanzi in altre lingue,per affacciarsi al mercato estero.
grazie!
Ho letto l’intervista e devo dire che il libro già dal titolo si presenta intrigante, misterioso, particolare…la figura di Lucifero ha sempre catturato un morboso interesse che va al di là della soglia del male. Questa spinta inconscia verso l’oscuro, il buio, l’indefinito attira l’uomo nonostante il libero arbitrio. Auguro a Paolo Dune grandi consensi di pubblico e critica per “Il primo angelo”.
l’ho paragonato a Dan Brown come potenziale caso letterario per lirbi che trattano intrighi basati su tematiche religiose… ti consiglio di leggere Pallara per renderti conto quanto è bravo
Grazie Simone, facci poi avere una recensione sul libro.
Grazie Angelo per il tuo commento, come si chiama il tuo romanzo sull’angelo donna?
posta pure il link
Ciao Lory
ti consiglio di contattare Gianluca Sgreva
http://www.vicenzapiu.com/leggi/e-made-in-vicenza-il-primo-ebook-illustrato-e-autopubblicato-in-5-lingue
che è autore di un progetto innovativo pubblicando un ebook in 5 lingue
digli pure che ti ho dato io il contatto
Grazie Michela, effettivamente oltre al titolo trovo anche azzeccata la copertina.
A presto!
Complimenti all’autore per l’originalità del libro.
Condivido con lui le difficoltà che si incontrano in questo settore.
Vorrei inoltre proporre una domanda al signor Propezi che potrebbe essere un’idea per chi volesse provare:E’ vero che all’estero è più facile pubblicare che in Italia?
Ecco il link: http://itunes.apple.com/it/app/keitai-bookstore/id436108714?mt=8
Sulla piattaforma di Apple il romanzo mi sta dando soddisfazioni nel mio piccolo naturalmente.
Il mio romanzo s’intitola “IL FUOCO NEL VENTRE” e narra di una bellissima «donna diavolo» inviata sulla terra da Lucifero, con la missione di stuprare, castrare e uccidere l’uomo.
Il linguaggio crudo così come deve essere, è ornato di forte erotismo e di una bellissima storia d’amore nata nel dramma indiavolato.
Ora sto ultimando una nuova versione ampliata del predetto romanzo ancora più crudo e spettacolare.
Dicono che l’idea è originale. Ma i grandi editori nemmeno se ne accorgono.
Con sommessa umiltà, dico che Se i romanzi di Paolo Dune e il mio fossero nati in America o in Inghilterra, probabilmente avremmo altre soddisfazioni. La mentalità incide molto sulla sfera psicofisica della gente. E lì la mentalità è diversa… è vincente. Il nostro genere va tantissimo.
Ci vorrebbe il talent scout che prende in mano le redini della promozione all’estero riproducendo il libro in lingua straniera investendo sui mercati esteri. Perché lì, è più facile vendere. Mi riferisco in particolare alla vendita del libro elettronico.
Saluti
Angelo
Ahimé, Paolo, come rivedo nella tua intervista tanta della mia amarezza. E’ vero, i libri dovrebbero camminare con le proprie gambe, ma la realtà dice il contrario. E allora diventare dei buoni mercanti di se stessi è cosa essenziale, di cui non poter fare a meno. Per fortuna noi abbiamo Emanuele, che ci sa condurre per mano in questo difficile percorso, senza il quale anche il libro più bello della storia non sarebbe letto da nessuno. Quanta fatica, quante delusioni. Ma noi andiamo avanti, con una fiducia che brucia e non si spegnerà mai… perchè abbiamo la testa di travertino! Curioso di leggere il tuo libro, lo farò presto. :-)
Ciao, non sono ancora programmate altre presentazioni del mio libro. Ma se ti iscrivi al mio sito (www.paolodune.it) possiamo rimanere in contatto. E magari potrai suggerirmi qualche sede adatta. Grazie.
Paolo Dune
Ciao, ovviamente il mio giudizio è di parte. Posso dire che il riferimento a Dan Brown può venire spontaneo pensando al triller religioso, però ci sono oggettive differenze sia contenutistiche che stilistiche. Per esempio io descrivo un mondo dove angeli e diavoli sono reali, utilizzo spesso il registro dell’ironia e costruisco situazioni al limite del grottesco, a allo stesso tempo inserisco contenuti teologici molto seri e documentati. Credo quindi che Emanuele Properzi abbia fornito una risposta condivisibile. Grazie,
Comprendo le mode, e capisco che è di moda considerare Brown uno scrittore di bassa lega, per quanto non ne colga i motivi. L’unico motivo che riesco a intuire, e non mi riferisco a Sandro, parlo in generale, è quella non nascosta puzza sotto il naso nel giudicare di infimo spessore ciò che è commerciale, ovvero ciò che vende e fa parlare di sé. In realtà questo è un grande merito, un infinito merito, e sfido chiunque di noi a non accettare un cambio tra il proprio libro e uno di Brown, per diffusione e seguito: solo un folle o un utopista estremo (che è pressoché sinonimo di folle) non accetterebbe. In più Brown ha fantasia (troppa??? Buon per lui!), capacità descrittiva e narrativa, crea architetture e intrecci affascinanti e non disdegna la ricerca e l’approfondimento. In sostanza, è un grande, ottimo scrittore. In più è furbo, o almeno lo è stato con i due libri di maggior successo. Per questo vende. Tanto di cappello!
Comprendo le mode, e capisco che è di moda considerare Brown uno scrittore di bassa lega, per quanto non ne colga i motivi. L’unico motivo che riesco a intuire, e non mi riferisco a Sandro, parlo in generale, è quella non nascosta puzza sotto il naso nel giudicare di infimo spessore ciò che è commerciale, ovvero ciò che vende e fa parlare di sé. In realtà questo è un grande merito, un infinito merito, e sfido chiunque di noi a non accettare un cambio tra il proprio libro e uno di Brown, per diffusione e seguito: solo un folle o un utopista estremo (che è pressoché sinonimo di folle) non accetterebbe. In più Brown ha fantasia (troppa??? Buon per lui!), capacità descrittiva e narrativa, crea architetture e intrecci affascinanti e non disdegna la ricerca e l’approfondimento. In sostanza, è un grande, ottimo scrittore. In più è furbo, o almeno lo è stato con i due libri di maggior successo. Per questo vende. Tanto di cappello!
Se poi Paolo unsice a quanto fa Brown (e a tal titolo mi fido ciecamente di Emanuele) una ricerca ancor più approfondita e legata alla verità storiografia e una narrazione ancora più alta (sempre ammesso che quella di Brown non lo sia), allora spero che Paolo riesca davvero a farsi leggere in tutte le lingue del mondo, perché lo meriterebbe.
Ciao, ti ringrazio per l’augurio. Scrivere del diavolo è stata per me anche una responsabilità…
È vero, la scrittura è onerosa, faticosa e il tempo non basta mai, perciò è normale che uno scrittore si aspetti di vedere il libro che si autopromuove, che i lettori vengono a te senza far nulla, che la parentesi si chiuda con la consapevolezza che non succederà. Ma già il fatto di avere quasi pronti due testi significa che si può fare così come si trovano le strade per farsi conoscere. Non so come sia la situazione negli altri paesi europei ma è certamente una bella idea e una stimolante sfida cercare di arrivare anche nelle mani di lettori di altri paesi. Una curiosità: perché hai scelto di scrivere un romanzo con un tale protagonista?
Salve, ti ringrazio per l’interessamento. La scelta di Lucifero è figlia di un determinato periodo della mia vita. Volevo scrivere un racconto di satira con un processo surreale ipotizzando il diavolo sul banco degli imputati. Il racconto divenne poi un romanzo, “L’attenuante 666”. Trovai tanto materiale che ne avevo per altri libri! Così dopo qualche anno venne fuori “Il primo angelo”. E ora “Sindrome celeste”, ancora inedito.
E’ un argomento che mi ha appassionato. Difficile spiegare il perché. Il diavolo rappresenta tante così. E soprattutto, non essendo “canonico”, offre la possibilità di dire qualsiasi cosa…
Ciao e grazie ancora!