E’ veramente incredibile il materiale che ho nelle mani. Oggi avrei dovuto presentarti un’altra intervista del marketer di spicco, o dello scrittore che sta sfondando oppure dell’editore che esprime la sua opinione sulla promozione libraria vincente. Inoltre ti confesso che ho a disposizione articoli già pronti su come incrementare la visibilità di un sito internet associato a un libro, come usare Twitter al meglio per promuovere un libro, come alcuni scrittori americani hanno creato dei best-seller partendo dalla vendita porta a porta, sì hai capito bene: porta a porta! e tanto, tanto altro ancora su argomenti che sono certo ti interesserebbero profondamente e che sarebbero elementi di sicura e accesa discussione.

Properzi brothersTuttavia, anche io ho il tuo stesso bisogno: scrivere esprimendo me stesso. Scrivere post su temi di marketing “pre-confezionati” mi appaga (in parte) perché ne percepisco l’utilità per il lettore, ma a me serve ogni tanto anche scrivere per esprimermi, per farti capire che pure io, come te, sono vivo con la scrittura. E questo – io: drogato di narcisismo – è ciò che amo scrivere. Esprimere me stesso con la scrittura è quindi ciò che mi appaga di più, molto di più dei post “pre-confezionati” sul marketing che ti propongo settimanalmente (si può essere così stupidi da confessare ciò nel momento in cui si cura un sito basato proprio su articoli “pre-confezionati” di marketing librario? ;-)).

Properzi mi fai il marketing del libro?

Ho voluto ora scrivere di getto questo post spinto da alcune email che mi sono giunte dai lettori di ScrittoreVincente.

Sono in molti a chiedermi:

Properzi, mi fai il marketing del mio libro?

Come se il marketing di un libro fosse qualcosa che si possa consumare in qualche ora, qualche stronzata in croce (scusa l’espressione sorprendentemente politically incorrect, se non hai letto Apologia del piano B), un po’ di pubblicità “su internet” e… fatto! Il marketing è fatto!

Se punti a vendere tante copie del tuo libro, il marketing, mi dispiace dirtelo, è almeno più importante del tuo caro libro.

Creazione, Pubblicazione e Promozione

Io sostengo fermamente che la creazione ad esempio di un romanzo, non deve assolutamente seguire le regole del marketing. Il romanzo deve essere espressione pura del pensiero di un artista. Sì, un artista: cioè una persona che tramuta in parole le emozioni, che modella con il testo il vigore creativo pullulante nell’intelletto che distingue gli esseri umani gli uni dagli altri.

Non siamo delle bestie, noi siamo dei geni.

Ecco, questa è la creazione. Poi c’è l’ambizione. L’ambizione di diffondere la creazione, cioè di farla leggere a tante persone.

Il primo passo da fare è quindi la pubblicazione. Casa Editrice? Self Publishing? A ognuno la sua scelta…

Una volta pubblicata la creazione, c’è poi la promozione. Quanto conta la promozione (marketing) se si ambisce a vendere tante copie del proprio libro? Conta enormemente. Conta tanto di più quanto i libri “in competizione” sono tanti. Conta tanto più quanto le ordinarie azioni promozionali cui i vari libri sono soggetti sono omologate verso il basso, cioè praticamente assenti.

Deboli alibi per grandi sogni

Ecco quindi la sorte crudele della gran parte degli autori. Se non sono loro a promuoversi, nessuno lo farà per loro. E così ci provano. Come ci stai provando tu. Per qualche mese, ecco lo sforzo massimo. Qualche mese, poi basta.

Ecco, ho venduto qualche decina di copie, ma di più non potevo. Il mercato è questo. Da solo non posso far di più. Nessuno mi aiuta. Tutti gli altri fanno la mia stessa “fine”…

Alibi. Io questi li chiamo alibi. Scuse, chiamali come cazzo ti pare (ecco lo sapevo, quando inizio a scrivere come dio comanda il Properzi che è in me sfocia dagli abissi come una copia mal riuscita del mostro di Lochness), ma per me sono pippe mentali che nulla hanno a che fare con quello cui miri, con ciò che puoi realmente raggiungere.

Allora, io ti pongo questa domanda:

Quanto conta per te il tuo libro?”

Che poi può essere riformulata anche come:

Cosa rappresenta per te il tuo libro?”

Un libro che tu scrivi è importante forse più di quanto immagini. Un libro che ci impegna per mesi, dove mettiamo noi stessi, è una traccia indelebile che la nostra anima lascia su un supporto esterno. E’ una trasposizione diretta del nostro pensiero su un oggetto fruibile dal mondo. Con un libro ci consegniamo agli altri più che in ogni altra forma di abbandono che l’uomo abbia mai concepito.

Scrivere un libro è la più elevata forma di prostituzione che io conosca.

La storia dell’umanità viaggia su solchi enormi tracciati dai libri. Nulla ci caratterizza e ci può potenzialmente consegnare a una forma seppure megalomane ma tangibile di immortalità, quanto possa fare per noi un libro. O meglio, il libro che noi abbiamo avuto il coraggio e la forza di scrivere.

Pensa a cosa rappresenta per te il tuo libro

Ma pensa! Pensa, cazzo! Pensa a quanto sei lì ad emozionarti da solo per le tue parole che si sviluppano, alla tua storia che non ti fa più dormire, alla paura che arriverai alla fine. Perché poi si finisce di scrivere un libro, e quando si finisce si è tristi. Perché il bello, il fascino, il coinvolgimento, la vita era tutta prima. Prima della fine: mentre lo scrivevi.

Quanto pagheresti per avere la possibilità di scrivere in continuazione? Per trasmettere a tutti i tuoi lettori quanto vali, chi sei, cosa ami e quanto potresti dare a loro?

Quanto pagheresti?

Ecco allora che scopro che i lettori che mi chiedono:

Properzi, mi fai il marketing del mio libro?

dopo un piccola indagine, quasi tutti si sono rivolti ad agenti che hanno garantito inizialmente vendite ed editing efficaci, oppure a case editrici che fanno pubblicità sensazionali alla radio e tv, oppure ad agenzie pubblicitarie che fanno promozioni di livello

Ho conosciuto decine e decine di autori, ma nessuno, e ti giuro nessuno, è riuscito a vendere più copie con questi inefficaci partner promozionali. Anzi, nella stragrande maggioranza dei casi sono stati solo soldi al vento che gli autori hanno buttato nelle mani di persone incapaci a livello di marketing (sottolineo incapaci) e che hanno speculato sul loro sogno.

Ho conosciuto invece decine di autori che non si sono rivolti a questi costosi e infruttuosi partner e hanno iniziato a studiare, si sono messi in discussione e hanno pianificato un progetto di autopromozione a lungo termine. Questi autori hanno sfondato. Questi autori, alcuni li hai conosciuti nel mio sito.

Il sogno di diventare scrittore a tempo pieno è intimamente – e spiacevolmente – legato alle vendite del libro che si scrive. Più sono le persone che ti leggeranno e più è probabile che tu possa esercitare la scrittura il più possibile nella tua vita e magari anche come la tua attività principale.

Ci sono tanti che scrivono in Italia. Una moltitudine oceanica. Guadagnare scrivendo è oramai un’utopia mediatica ufficializzata. Ma io non ne sono per niente convinto. Credo che è talmente elevata l’ignoranza nell’autopromozione, che gli autori che investiranno nella formazione sull’autopromozione, se avranno buoni libri da proporre, avranno un vantaggio su tutti gli altri autori veramente grande, a patto che si avrà una visione e un’applicazione di un marketing a lungo termine.

Mettiti in testa che non puoi pensare di fare vendite importanti promuovendo un libro solo per poche settimane. Tanto più se sei un autore esordiente. Ci vogliono tanti mesi per far crescere naturalmente, con piccole, quotidiane e irrefrenabili azioni promozionali, l’elemento che serve a innescare la pubblicità vincente del tuo libro: il passaparola.

Il passaparola è come se fosse un mostro che dorme da tanti anni, e per svegliarlo sono necessarie tante punture su ogni suo nervo. Se si riesce con tantissime punture su tanti e diversi nervi a riattivare il sistema neurologico del mostro, allora il mostro si sveglierà, poi si alzerà e farà un casino che non si saprà come frenare.

Ricordati che però “un mostro senza distribuzione libraria” è però solo un fantoccio inerme e di breve vita.

Ho bisogno della tua opinione con un commento

Cosa ne pensi di questo post? Supponiamo che tu sia un esordiente: puoi realisticamente esimerti dall’autopromozione? Di cosa avresti eventualmente bisogno per pubblicizzare il tuo libro?

(home photo by Colin_K on Flickr)

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