Ciao Michela, spiegaci chi sei e come nasce il tuo rapporto con la scrittura

La mia passione per la scrittura è nata quando ero ancora una bambina. Detestavo la matematica, ma mi piaceva leggere e scrivere i temi.

A causa di un tumore, all’età di due anni avevo perso la vista.

Potevo leggere e scrivere con il braille, ma sapevo che non ero come gli altri. Lo sentivo nella pelle e gli altri bambini non perdevano occasione per dimostrarmelo.

Tuttavia, sebbene la maggior parte delle persone che mi stava accanto rimanesse convinta del fatto che io fossi circondata solo da buio, la mia testa era piena di immagini e di colori e non potevo farci niente.

Dovevo tirarli fuori in qualche modo. Scrivere era l’unica strada possibile. Racconti infantili, storie di maghi e principesse, di mondi incredibili in fondo al mare, di conchiglie che custodivano indicibili segreti…

Era forse un modo per dimostrare a me stessa e al resto del mondo che il buio non avrebbe mai prevalso e che avrei conservato per sempre quei colori e quelle immagini come se una parte di me avesse continuato a vedere. Ricordo una sera prima di addormentarmi quando confidai a bassa voce a mia sorella sdraiata nel letto accanto al mio: “da grande voglio scrivere. Voglio diventare una scrittrice.” Chiaramente non andò così.

Altre strade, altre priorità. Prima il liceo e l’università, poi la mia professione di psicologa, infine la famiglia e i figli. Però, dentro di me, quella fiamma non si era spenta. La sentivo ancora anche se la ignoravo e mi impegnavo per non ascoltarla. Un giorno accettai un lavoro che non mi piaceva. Avevo accantonato i miei progetti e la frustrazione era troppo forte da sopportare. Così accadde qualcosa. Le immagini nella mia testa diventarono prepotenti.

C’era una storia, dei personaggi, una trama. Iniziai a scrivere per gioco. Non credevo nemmeno che avrei mai mostrato a qualcuno il mio manoscritto. Eppure ogni volta che mi sedevo davanti al computer le immagini prendevano forma e le mie parole volavano leggere sulla tastiera come piume. I giorni passavano e quella storia divenne un romanzo.

Un romanzo che aveva senso e contenuti che un ipotetico lettore avrebbe potuto apprezzare. Problemi reali, vicende ingarbugliate ma verosimili, personalità con cui ci si sarebbe potuti immedesimare senza sforzo. E così divenni un’autrice.

Qual è stato il percorso che ti ha portato alla pubblicazione?

Come qualsiasi sognatore che si rispetti, provai a spedire la mia opera a varie case editrici. Ovviamente nessuna di esse rispose. Sapevo che non era facile entrare nel mondo dell’editoria e smisi di perdere tempo aspettando risposte che non sarebbero mai arrivate.

Così misi il libro sul mercato attraverso un sito che vendeva per poco l’isbn e permetteva di creare e vendere la versione cartacea. Naturalmente lo comprò solo chi mi conosceva. Poi una casa editrice mi scrisse che voleva pubblicare il mio romanzo.

Avrei dovuto pagare, ma le condizioni sembravano vantaggiose. Finalmente il mio libro sarebbe arrivato in libreria! Accettai questo scambio sicuramente più vantaggioso per l’editore che per me, ma lo avrei scoperto in seguito. Il libro rimase in ombra.

Non venne publicizzato né spinto nel mercato. Io, però, ero già alle prese con il mio secondo romanzo e, ingenuamente, pensavo che le cose andavano male perché il pubblico non mi conosceva. Così pubblicai anche quel romanzo con una casa editrice a pagamento, non quella con cui avevo pubblicato il primo. E feci lo stesso errore anche con il mio terzo lavoro. Non ho mai capito nemmeno quante copie ho venduto. Di sicuro so di non aver guadagnato nulla.

Però chi scrive sa che non può farne a meno, non può frenare le idee che sgorgano fuori come acqua da una fontana, soprattutto quando chi ti legge ti dà dei feedback positivi, ti esprime le sue emozioni, ti dice che si è immedesimato con questo o quel personaggio, che ha riso e sofferto insieme a lui. Con il quarto romanzo ho deciso di cambiare pagina. Niente più case editrici a pagamento, ma una sana autopubblicazione.

Mi rivolsi al tuo servizio Self publishing vincente: nel giro di una settimana il mio libro era sul mercato e, finalmente, potevo seguirne ogni passaggio. Non avevo più a che fare con fantasmi che rispondevano alle e-mail solo e quando ne avevano voglia, ma con persone reali che non solo mi ascoltavano e mi rispondevano, ma mi davano anche dei consigli su come vendere e pubblicizzare la mia opera.

Quali erano le tue ambizioni dopo la pubblicazione?

Devo ammettere per onestà che non sono una persona ambiziosa. Ho sempre visto la scrittura come un mio modo di essere non qualcosa con cui guadagnare. Però, quando inizi a vendere le tue prime copie, ascolti i pareri dei tuoi lettori, capisci di aver fatto compagnia a qualcuno che si sentiva solo o hai regalato semplicemente delle emozioni, qualcosa cambia.

Non saprei dire se si possa chiamare davvero ambizione, ma vuoi che il tuo libro sia sul mercato, che sia conosciuto e apprezzato, che il tuo nome venga associato a qualcosa di buono. E allora ti scopri a guardare le vendite, a controllare se si è aggiunta una recensione se, finalmente, stai diventando l’autore che avresti sempre voluto essere. E quando ti rendi conto che la risposta a questa domanda è sì, sai che per te non ci sarà nessun’altra strada possibile.

Che tipo di tecniche promozionali hai usato per raggiungere questi risultati?

Dopo aver pubblicato il mio quarto romanzo con self publishing vincente ed essermi resa conto che l’autopubblicazione è davvero la strada giusta, ho ripubblicato sul KDP di Amazon gli altri romanzi con cui nel frattempo era scaduto il contratto con le case editrici e uno che non avevo ancora pubblicato con nessun altro.

Per un po’ ho portato avanti una campagna pubblicitaria su facebook che mirava non solo a far conoscere le mie opere, ma anche il mio sito web anch’esso ristrutturato tramite il servizio Bestseller site, sempre ad opera di Emanuele Properzi e del suo staff.

Le vendite si sono mosse, ma è stato quando ho avviato la promozione libro gratis su Amazon che c’è stata la vera svolta. Tale promozione permette di far scaricare gratis il tuo e-book per cinque giorni. Sono letteralmente schizzata in cima alla classifica di Amazon! Non mi era mai capitato prima! Per giorni sono stata anche al primo posto!

E il libro gratuito ha trascinato gli altri. Così ho avviato la promozione per ogni mio libro, naturalmente uno per volta e le vendite sono andate avanti da sole. Non veniva scaricato solo l’e-book gratis al momento, ma gli altri venivano comprati. Ho superato le 2300 copie in meno di un mese!

Nemmeno nelle mie fantasie più sfrenate avrei creduto di poter raggiungere un tale risultato. E le vendite continuano anche adesso che le promozioni sono finite. Ogni giorno vendo copie di uno o più dei miei libri, alcuni lettori che non conosco mi scrivono per farmi i complimenti e io sono davvero molto contenta!

Hai fatto una formazione specifica di marketing editoriale?

Onestamente non ho mai seguito corsi di marketing editoriale a parte le lezioni di Emanuele Properzi e la lettura di alcuni suoi testi. Non sono brava con queste cose. Se fossi un venditore probabilmente il mio negozio fallirebbe. Forse è anche per questo che ci ho impiegato così tanto tempo per arrivare a vendere realmente i miei libri.

Mi sono lasciata sopraffare dall’immobilità, da quella vocina che ingenuamente mi diceva che è sufficiente che un libro sia fatto bene per essere apprezzato dal pubblico. Non è assolutamente così. Il libro, anche se non ci piace vederlo come tale, è un prodotto che va spinto nel mercato esattamente come tutti gli altri prodotti.

Non si vende da solo e non basta che sia fatto bene perché venga letto. Se nessuno sa della sua esistenza, nessuno può nemmeno sapere se è fatto bene oppure no. Quindi bisogna insistere e dedicargli tempo anche se, il più delle volte, di tempo non ne abbiamo.

Quali sono i 3 principali consigli che daresti a un autore per promuoversi?

In base alla mia esperienza il primo consiglio che darei a un autore per promuoversi è quello di non restare nell’ombra. Bisogna gridare al mondo che abbiamo scritto un libro e, soprattutto, che abbiamo scritto un bel libro. Forse la maggior parte del mondo non ascolterà, ma qualcuno sicuramente sì e lo leggerà. In secondo luogo direi di non aver paura a regalare la propria opera.

Chi scarica l’e-book gratuitamente da Amazon in genere lo legge sul serio e, se gli piace, compra anche gli altri libri dello stesso autore e li consiglia o regala a sua volta. A noi non costa niente, ma i vantaggi sono molteplici. D’altra parte più persone sanno della tua esistenza e di quella del tuo libro, più possibilità hai di essere letto. Chiaramente consiglierei di avviarsi fin da subito verso l’autopubblicazione a meno che non riceva una proposta vantaggiosa da un editore ma, anche in quel caso, gli consiglierei di pensarci bene. Infine, anche se forse un po’ banale, direi di restare determinati.

L’Italia è un paese che ha più libri che lettori e non è facile essere notati in questo mare di titoli che cresce ogni giorno. Bisogna avere pazienza e, ovviamente, anche un po’ di fortuna. Una volta, un agente letterario dopo aver letto uno dei miei romanzi mi disse: “Se tu vivessi in un altro paese che non fosse l’Italia potresti smettere di lavorare e dedicarti solo alla scrittura.” È stato un bel complimento, ma… vivo e continuerò a vivere in Italia.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

I miei progetti per il futuro includono sicuramente continuare a scrivere. Quelle immagini e quelle storie di cui accennavo prima sono ancora nella mia testa e ora so che là fuori c’è qualcuno che le apprezza e le aspetta.

Perciò continuerò a raccontarle per me, per loro e per chi vorrà ascoltarle. Anch’io, come tutti, devo fare i conti con il tempo. Ho una famiglia, due bambini ancora piccoli e, qualche mese fa, ho cambiato lavoro. Sono sicuramente molto più soddisfatta, ma anche più impegnata. Però so che malgrado tutto troverò sempre quell’angolino, quel piccolo spazio dove poter continuare a scrivere.

Grazie Emanuele per tutto.

Grazie a te Michela!

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