Gloria Lai pubblica SelfPublishing Vincente Il libro sospeso
Ciao a tutti e benvenuti a questa nuovissima intervista di Scrittore Vincente, per me è veramente un grandissimo onore avere dall’altra parte l’autrice de Il Libro Sospeso, Gloria Lai.
Gloria ciao, dicci chi sei e di che cosa ti occupi.
Ciao a tutti.
L’onore è mio!
Sono un insegnante di italiano e storia, quindi mi occupo di insegnamento, ma nel tempo libero scrivo fiabe.
Le scrivo da quando ho imparato a scrivere anche se poi, per lavoro, ho smesso.
Ho ripreso alcuni anni fa e Il Libro Sospeso è il terzo al mio attivo e sono felice di averlo pubblicato con voi.
Nel 2004, durante le Olimpiadi, eravamo entrambi ad Atene e l’abbiamo scoperto poco fa.
Raccontaci di questa tua esperienza di cinque anni di vita e lavoro in Grecia, è corretto?
Ho vinto il concorso come docente di italiano all’estero e quindi ho lavorato cinque anni nella scuola italiana di Atene.
Nel 2004 ero ancora ad Atene, il mandato finiva l’anno successivo, ed ho visto Atene nella sua bellezza più splendida perché era stata quasi totalmente ristrutturata in occasione delle Olimpiadi.
Ho assistito alla gara forse più emozionante di tutte: la maratona, vinta da un italiano.
Non mi dimenticherò mai la gente in piedi, che quasi ti scuoteva per l’entusiasmo, e Baldini che entrava vincente con le braccia alzate.
Ho scritto di lui nella mia pagina, che si chiama Le fiabe di Gloria Lai, dove ogni tanto racconto vicende della mia vita e promuovo libri.
Fantastico.
Il Libro Sospeso, una raccolta di 17 racconti e fiabe.
Nella descrizione del libro, in maniera ironica dici che il 17 è un brutto numero, ma perché?
Infondo 1 + 7 = 8 e 8 in orizzontale rappresenta il simbolo dell’infinito, spiegaci quindi, per favore, questo gioco di numeri e proiezioni.
Tornando al 17ed al perché di questa nomea così negativa.
Perché scritto con le lettere latine compare “vixi” che significa ho vissuto, ossia sono morto.
Quindi c’è questa convinzione che dovrebbe portare del male.
Ritengo che sia un numero bellissimo e poi soprattutto 7 + 1 = 8 e 8 orizzontale è il simbolo dell’infinito a cui, immagino tutti, dovremmo tendere come individui.
Hai unito questi giochi numerici con un orizzonte a cui tutti dovremmo, in qualche maniera, rivolgerci.
Come è nato questo libro?
Poi casualmente ho incontrato te e, dopo aver visto la promozione online, ho partecipato ad un vostro incontro dove sono rimasta incuriosita dal fatto di essere autore e produttore, nello stesso tempo, delle proprie opere.
Devo dire che sono molto soddisfatta!
Trovo che la veste grafica siamo molto bella.
Ho disegnato e colorato la copertina, ma mi piace moltissimo la modalità con cui avete proposto il titolo e l’impaginazione.
Si intitola Il Libro Sospeso per un motivo che però non spiego, lo sapranno solo le persone che compreranno e leggeranno il libro.
Quindi non lo sveli nemmeno ai lettori e agli ascoltatori di Scrittore Vincente; solo chi lo acquista riuscirà a sapere, giustamente.
Mi piace questa cosa che stai dicendo Gloria.
Il Libro Sospeso, di Gloria Lai, disponibile su Amazon.
Un libro molto interessante, in cartaceo, 88 pagine, un libro che parla di fiabe.
Ma è anche per adulti?
Da insegnante di italiano cerco di non appiattire troppo il linguaggio, trovo che stiamo semplificando troppo in termini di parole usate e di esposizione di concetti.
Non è certamente un libro complesso, si tratta di racconti brevi, di facile e breve lettura.
Credo che questo sia importante viste le difficoltà che ci troviamo a vivere, perché può essere difficoltoso fissare l’attenzione sulle letture di ampio respiro.
Quindi un libro che sia caratterizzato da racconti che puoi leggere in un momento, non necessariamente nello stesso ordine in cui sono proposti, credo possa essere interessante.
Compaiono quasi sempre degli animali oppure la natura perché, per me, è un elemento fondamentale.
Siamo parte di un tutto e siamo tenuti a rispettare il tutto di cui facciamo parte, perché non siamo né i padroni, né chissà chi rispetto a quello che ci circonda e questo è ciò che ho sempre cercato di trasmettere anche a miei alunni.
Nasco nella zona del sassarese perché mio padre allora lavorava con la Regione sarda, ma sono cagliaritana a tutti gli effetti.
Deve difendersi da oltraggio e violenza che vengono perpetrati, ma anche da certa passività di molti sardi.
Mi dispiace dirlo; nonostante tutto sono profondamente sarda.
Chi nasce in un’isola ha un rapporto con il mondo più complesso; lasciare un’isola significa attraversare il mare, quindi c’è una componente emotiva ancora più notevole e coinvolgente, ma si torna.
In passato hai già pubblicato dei libri con alcuni editori.
Come è stato il raffronto con la pubblicazione con Self Publishing Vincente?
Ho avuto degli interlocutori molto disponibili, molto pronti a rispondere ai miei dubbi che sono tanti, e ho trovato interessante questa modalità.
ma anche di eventuali aspetti in cui può essere migliore della nostra attività.
In termini di serietà, competenza e continuità non ho trovato molta differenza.
È diverso l’approccio che ha lo scrittore: essere più responsabile di sé, prendersi l’onere di quello che sarà, determina un salto di qualità che non è facile affrontare.
Con una casa editrice normalmente deleghi alcuni aspetti perché sono proprio loro ad occuparsene e, anche se ti preoccupi di pubblicizzare il libro, di portarlo negli store, l’approccio è diverso.
Le mie lentezze, le mie lungaggini o le mie indecisioni si traducono in un blocco del libro, che tu hai ragione a definire come un figlio mentale, perché è una produzione a cui si tiene tanto.
Una persona non scrive solo per sé, indipendentemente dal fatto che pubblichi o meno.
La scrittura è sempre una forma di comunicazione, anche quando scrivi a mano comunichi nel foglio.
Il foglio è la socialità, il modo in cui scrivi sul foglio dice tante cose di te, come lo spazio che lasci su un limite piuttosto che su un altro, ma anche il modo in cui lo fai, se verso l’alto o verso il basso.
La scrittura, anche se prodotta al computer, è un fatto talmente intimo e personale, che talvolta si ha pudore a mostrarla.
Delegare una casa editrice significa assolversi in qualche modo da queste pesantezze.
L’essere responsabili significa crescere, diventare maggiorenni per certi versi.
Credo sia illuminante per molte persone.
Nel momento in cui si diventa una persona più responsabile ecco che le conseguenze delle proprie azioni nascono da sé stessi e, in questo caso, sono proprio la realizzazione di un sogno, di un progetto interiore che si è trasformato in un libro.
E da qui il libro inizia un percorso come fosse un figlio.
Questa è l’altra metafora che mi piace spesso fare.
Bellissimo, ne sarei felice soprattutto d’estate; abito a cinque minuti di macchina dal mare e dalla finestra della mia stanza da letto vedo proprio il mare.
Mi farebbe piacere poter fare anche delle presentazioni in questa zona perché è splendida.
Ho una pagina che si intitola Le fiabe di Gloria Lai e anche un profilo Facebook, la cui immagine è il mare in lontananza.
Ti mando un abbraccio e ci aggiorniamo presto.