Benvenuti a questa nuovissima intervista di Scrittore Vincente.
Per me è veramente un onore avere dall’altra parte una persona speciale: Elia Tavernese, autore del libro Era Destino.
Elia, da più di mezzo secolo, fa il pizzaiolo e, da qualche decade, lo fa nel Regno Unito. Elia dicci chi sei e di che cosa ti occupi.
Se qualcuno digitasse su Google il mio nome, Elia Tavernese, uscirebbe tutta una serie di informazioni secondo cui mi occupo di cucine e di pizze da oltre mezzo secolo.
Devo dire che, sotto sotto, ho sempre avuto una specie di prurito dell’anima, perché mi sento di saper scrivere, di avere qualcosa da dire.
Durante l’ultimo lockdown sono rimasto segregato in casa, così mi sono detto: “Elia, ora o mai più!” Ecco che ho iniziato a scrivere Era Destino.
Ho colto l’occasione di trasformare il negativo in positivo e spero di esserci riuscito, in qualche modo.
Emilio e Silvia due giovani degli anni settanta, che si innamorano nella magica città di Parigi e, mentre sembra che la vicenda riguardi soltanto un romanzo rosa, prende invece delle vie molto avvincenti, molto intriganti.
La domanda che ti faccio Elia, e che non rispecchia il piano di domande concordato precedentemente, è: quanto di te c’è in questi personaggi che sono a Parigi? Tu nella vita sei una persona che si è spostata, che ha un po’ forzato le proprie radici. Quanto di te c’è in questi personaggi, in particolare in Emilio?
Non ho gli stessi difetti di Emilio, però ho vissuto quella storia, quella storia vera, solo che, naturalmente, l’arte inizia laddove la realtà finisce, per cui ho aggiunto la fantasia.
La fantasia è importante per un romanzo, altrimenti diventa il resoconto di una storia.
Come sei riuscito a creare un’opera così originale e, allo stesso tempo, con un ritmo narrativo sempre attento, sul punto, sempre presente?
L’artista, scrittore non sceglie, non fa altro che coordinare qualcosa che gli viene da dentro, dal risultato della propria esperienza.
Esatto.
La recensione di Maria Martinez su Amazon, dice “Questa storia sembra solo di fantasia ma, a tratti, di pura verità.”
Quindi Maria ha intercettato quello che ci siamo detti fino ad ora. “L’autore di certo ci invita a riflettere sul fatto che tutto sia premeditato, e che facciamo? Ci tocca tornare alla Sorgente.” Maria dà quasi un risvolto filosofico, spirituale, all’essenza della tua storia.
E’ corretta questa interpretazione?
Secondo me, oltre, c’è qualcosa, perché la stessa azione fatta da due individui differenti, l’una riesce e l’altra no. Non è che siamo stati magari creati o clonati, sempre secondo la mia opinione, e poi messi in una stanza da cui non possiamo muoverci?
Chi lo sa? Non impongo nulla, forse suggerisco.
Mi stai dando degli spunti, per cui temporeggiavo cercando di assimilare questi concetti.
Tu dici che deve esserci qualcosa, magari una dimensione non così comune, che permette a persone di fare percorsi diversi, indipendentemente da quelle che sono le loro skills, capacità e competenze.
Questo è molto interessante, e nel romanzo Era Destino emerge in maniera forte oppure va letto tra le righe?
Diciamo metà e metà.
È importante leggere il libro perché, ad un certo punto, Emilio si scoprirà e tratterà la questione in maniera diretta, poi sarà il lettore a metterci del suo per capire ciò che non è scritto, ma che emerge tra le righe.
Si riferisce a una persona che già conoscevi?
Per fare un esempio, da deformazione professionale, se nella mia pizza non metto del sale è insipida, anche se buona. Ed è quello che ho fatto.
Chiarissimo Elia.
Allora, mi permetto ancora di più: questo romanzo per te è stato anche terapeutico?
Cioè ti sei dato la possibilità di mettere a posto, di narrare un certo tipo di situazioni, che nella tua vita ti hanno turbato, reso più vivo, fatto ondeggiare?
Ricordo di uno scrittore che disse: “Lasciami in pace, altrimenti lo scrivo”, significa che se scrivo, mi libero.
Sento che ho fatto un passo avanti con questo romanzo.
Il potere straordinario della scrittura è un qualcosa che va oltre alla possibilità di vendere centinaia, migliaia di copie.
In totale trasparenza con i lettori che ci stanno ascoltando e seguendo, stiamo cercando delle strategie di marketing per vendere il tuo libro.
Il libro sta andando relativamente bene, ci sono stati degli acquisti, delle ottime recensioni, è chiaro che uno vuole sempre di più.
Nel bilancio personale, quanto vale essersi liberati internamente, intimamente, di aver trovato un equilibrio grazie al fatto che lo hai scritto, rispetto al fatto che tu venda cento o mille copie in più?
È veramente un bilancio dove, secondo me, il grosso è stato fatto.
Poi è chiaro, oggi vendere è difficile soprattutto per chi nella vita, come nel tuo caso, si è occupato di tutt’altro, che stare sui social network.
Oggi per vendere online serve soprattutto questo: essere presenti con delle community sui social; tu fai una vita molto intensa, me lo hai raccontato, fai un lavoro impegnativo, hai dei ritmi che ti portano ben distante dall’essere su Facebook, come tanti ragazzini potrebbero facilmente fare.
Il valore aggiunto che hai ricevuto pubblicando quest’opera, che ti ha permesso di liberarti internamente e di creare questo miscuglio tra fantasia e intimità personale, è talmente alto che, secondo me, nel medio o lungo termine ti permetterà di coglierlo in maniera sempre più verosimile.
L’opera d’arte nasce da dentro e si estrapola come nella pittura, ma se il messaggio non viene accolto in qualche modo, allora l’atto artistico non si spiega. Se avessi scritto questo romanzo, e lo avessi messo in un cassetto, sarebbe stata un’opera mancata.
Il messaggio deve essere trasmesso e accolto in qualche modo.
L’arte deve essere primariamente condivisa, creare arte e tenerla nel cassetto è un atto di egoismo.
Credo che sia una responsabilità dell’artista.
È importante, una volta compiuta l’opera, metterla a disposizione di chi ne può aver bisogno. Per questo bisogna renderla fruibile: oggi, rendere fruibile un libro significa pubblicarlo, pubblicarlo significa trasformarlo in un prodotto cartaceo, in ebook, o venderlo nei negozi online dove è possibile acquistarlo.
Il libro Era Destino, Vicende Dallo Spazio Infinito, romanzo molto intrigante, aggiungo io avendolo letto in anteprima, di Elia Tavernese.
Questo romanzo a chi si rivolge, a quale tipologia di lettori?
E poi per i fatti straordinari di cui abbiamo già parlato.
È un romanzo rosa che, però, sfocia in qualcosa di più profondo in cui si vedono i contrasti di questa persona.
E poi, c’è Parigi, la romantica Parigi degli anni settanta, che appassionerà quelli che sono stati o che vogliono andare sugli Champs Elysee, o il Gran Buoloire, e Versailles, dove avviene l’incontro con il fato personificato con qualcuno che, in filastrocche, fa intendere certe cose, anche se una in particolare, purtroppo, non viene compresa.
Ed è da questo che scaturisce quel finale.
Quindi è per gli amanti dei romanzi rosa.
È un romanzo anche per chi, magari, ha delle situazioni sentimentali ostacolate da terze parti, perché tratta anche di questo e dà, dal mio punto di vista, delle indicazioni risolutive.
È un romanzo per chi ama la città di Parigi e poi i fantastici, indimenticabili, anni settanta.
È un romanzo originale anche per alcuni fenomeni paranormali e oltre.
Devi andare a lavorare fra poco?
Facciamo la pizza prosciutto e funghi. Vorrei fare qualcosa di più, purtroppo sono obbligato a fare ciò che vogliono.
In fondo è onesto da parte mia, visto che percepisco una paga, accontentare il cliente, e il cliente vuole mangiare, non vuole fare il gourmet.
Elia, un abbraccio e a presto!